Massimo Bontempelli: differenze tra le versioni

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*L'uomo è ansioso d'invenzioni, per illudersi di poter mutare la [[natura]], e se stesso. Ma fino a oggi tutti i trovati inventivi della [[scienza]] più fantasiosa si sono esercitati esclusivamente sopra la velocità e sopra la distanza. Dopo averli avidamente accettati, ci siamo accorti che percorrere più rapidamente la crosta terrestre, o isolare e riprodurre i movimenti e i suoni, o staccarsi per qualche ora dalla superficie del globo per poi dovervi ridiscendere, son tutte cose che non rispondono per nulla alla nostra vera aspirazione, che è questa: poterci persuadere che il mondo può cambiare di sostanza e di leggi. Questa è la ragione per cui la scienza non riuscì mai a sopraffare la [[fede]] nella [[magia]], che promette di sovvertire le leggi naturali, tramutar luogo alle montagne e ai mari, svellere la luna dal cielo, confondere tra loro la vita e la morte. (p. 66)
*Io lodo Luigi e lodo tutti i cerignolani (se pure non deve dirsi cerignolesi), che in un tempo arido come il nostro mantengono il gusto del [[mistero]]. Non basta credere nelle semplici e alte verità della [[Religione|religione]], cioè al Cielo. È necessario avere la sensazione del mistero sulla terra, la [[fede]] nel soprannaturale incombente, il senso delle presenze occulte mescolate quotidianamente alla nostra scarsa vita reale. Pochi oggi l'hanno, in questa civiltà dominata dall'eresia della materia: pochi e sparsi: qualche poeta, qualche donna, qualche innocente. (pp. 116-117)
*L'ultima e la più tenace delle imprese di quello spirito democratico, che da più di un secolo si è abbattuto sul mondo, è il tentativo di render sensibile l'[[occulto]], e spiegabile il mistero. Il teosofismo caro alle signore anglosassoni che hanno raggiunto la maturità, manteneva pur qualche rispetto al mondo dei misteri; ma da qualche tempo assistiamo alla recrudescenza di qualcosa, che è ancora più grossolano del teosofismo: il tentato impadronimento dell'occulto da parte dei laboratori e dei gabinetti universitari. (p. 120)
*La [[magia]] ha il culto del misterioso, e non cerca già sacrilegamente di intenderlo nella sua totalità, ma di dominarne religiosamente qualche effetto. Invece questo Rhamadan è, come i suoi pari, un sciagurato [[democrazia|democratico]], probabilmente di educazione anglosassone: democratico fino a credere che il mistero dell'uomo si risolva nella quantità di elettrodinamismo che può esistere nel corpo umano. (p. 121)
*La sentenza è importante, perché aiuta la cronaca in quello che è il più paradossale dei suoi doveri: dar corpo e peso a una quantità di fatti estremamente insignificanti. Dovendo servire un pubblico frivolo e pettegolo, che si interessa in modo inverosimile a ogni truffarella con la patacca, a ogni cornificazione che desti qualche clamore nell'ambito del quartiere ove si è consumata, il povero cronista è costretto a inauditi sforzi di trasformazione coloristica, che io ammiro ogni giorno con rinnovata maraviglia. Il [[giornalista|cronista]] è lo stilista per eccellenza, dappoiché spesso egli deve per sola virtù narrativa foggiare un'apparenza di singolarità agli episodi più banali. (p. 138)
*La [[donna]] è l'essere meno fantasioso che esista: ne deriva che essa ha scarsa curiosità. È invece, fondamentalmente abitudinaria. Per ciò le è difficile innamorarsi (cioè desiderare un nuovo amore), e più difficile ancora disamorarsi (cioè stancarci dell'amore che ha): la sua vita amorosa, avendo deboli risorse nella fantasia, è scarsamente soggetta alla curiosità, e per contro soggiace facilmente alla forza dell'abitudine. Ciò spiega la fondamentale costanza della donna, sancita in tutti i codici divini e umani. (p. 150)