Bhagavadgītā: differenze tra le versioni

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*Chi è ugualmente tranquillo davanti ad amici e nemici, (ricevendo) adorazione e insulti, e durante le esperienze di caldo e freddo e di piacere e sofferenza; chi ha rinunciato all'attaccamento, considerando allo stesso modo lode e biasimo; chi è tranquillo e contento con qualunque cosa, non attaccato alla vita di casa, ed ha una natura calma e piena di devozione – questi Mi è caro. ('''Il Beato''', XII: 18-19)
*(Il saggio è contraddistinto da) umiltà, mancanza d'ipocrisia, non violenza, clemenza, rettitudine, servizio al guru, purezza di mente e corpo, fermezza e auto-controllo;<br />Indifferenza verso gli oggetti dei sensi, assenza di egoismo, comprensione delle sofferenze e dei mali (impliciti nella vita mortale): nascita, malattia, vecchiaia e morte;<br />Non attaccamento, non identificazione del Sé con cose come figli, moglie e casa; costante equanimità in tutte le circostanze desiderabili e indesiderabili;<br />Incrollabile devozione a Me mediante lo yoga della non-separazione; vivere in luoghi solitari, evitare la compagnia delle persone mondane;<br />Perseveranza nella conoscenza del Sé e percezione intuitiva dello scopo di ogni sapere. Tutte queste qualità costituiscono la saggezza; (le qualità) ad esse opposte costituiscono l'ignoranza. ('''Il Beato''', XIII: 7-11)
*Quando un uomo vede che tutti gli esseri separati esistono nell'[[Uno (filosofia)|Uno]], che Si è espanso nei molti, allora si fonde con Brahman. ('''Il Beato''', XIII: 30)
*O Eroe dal Braccio Possente! I guna che nascono da Prakriti – sattva, rajas e tamas<ref>Bontà, passione e negligenza.</ref> – imprigionano saldamente nel corpo l'Incarnato Imperituro. ('''Il Beato''', XIV: 5)
*Essi (i saggi) parlano di un eterno albero ashvattha, con le radici in alto e i rami in basso, le cui foglie sono i Veda. Chi conosce quest'albero della vita è un conoscitore dei Veda. ('''Il Beato''', XV: 1)