Giacinto Spagnoletti: differenze tra le versioni

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'''Giacinto Spagnoletti''' (1920 – 2003), critico letterario, poeta e romanziere italiano.
 
*A volte, in certi periodi, [[poesia]] era per me il prestarmi alla vita, alla gente analfabeta che non sapeva esprimersi: e diventavo la sua penna o la sua voce. (da ''Conversazioni con Danilo Dolci'', Mondadori, 1977)
*Fu, credo, una sera di primavera del 1951 che timidamente si affacciò fra noi un giovane dall' aria timida [[Bartolo Cattafi|Bartolo]], se interrogato, parlava solo di una guerra alle spalle, di una possibilità di trovar lavoro a Milano Ma non diceva nulla di più. (citato<ref>Citato in Sebastiano Grasso, ''[http://archiviostorico.corriere.it/2007/maggio/23/Cattafi_poeta_che_somigliava_Hemingway_co_7_070523061.shtml Cattafi, il poeta che somigliava a Hemingway]'' ''Corriere della seraSera'', 23 maggio 2007), p. 19.</ref>
*{{NDR|[[Aldo Palazzeschi]]}} L'impressione di chi lo ascolta resta quella di un uomo che, pur sorvolando il tempo, non si è lasciato sfuggire in una vita tanto lunga nulla di ciò che lo interessava.<ref name=Pup>Citato in [[Angelo R. Pupino]], ''La "follia" come premio'', ''La Fiera Letteraria'', n. 40, 14 novembre 1971.</ref>
*La sua visione tragica della vita (ricordiamo che ''Croquignole'' si chiude con due suicidi) è frenata da un'accorata vena sapienziale di origine contadina, da un soffio di misticismo crepuscolare, e infine, quando meno lo si aspetta, dall'immagine della gioia. Era alla gioia e non alla rassegnazione e alla tristezza che lo scrittore di Cérilly puntava: una gioia disperata, un bisogno, come dice [[André Gide]], di felicità da conquistare ad ogni costo. (dalla prefazione a [[Charles-Louis Philippe]], ''Croquignole'', Armando Curcio Editore, 1979)
*Non ho mai pensato che l'operazione letteraria sia divisibile in tanti "riquadri" e scomparti quanti sono la critica, la saggistica, la narrativa, la poesia, ecc. Se un [[critico]] non è anche un "narratore", mi chiedo che senso abbia la sua funzione di interprete.<ref name=Fie>Citato in ''La Fiera Letteraria'', n. 25 del, 1º° agosto 1971.</ref>
*{{NDR|Su [[Curzio Malaparte]]}} Per dimenticare l'amarezza di passare per un collaborazionista, si rifugia nella lettura dell'amato Chateaubriand, di cui gli piace il disprezzo verso gli ''uomini nuovi''.<ref>Da ''Storia della letteratura italiana del Novecento'', Newton Compton, Roma, 1994, p. 327.</ref>
*{{NDR|''Le guance in fiamme'' di [[Raymond Radiguet]]}} Queste liriche rappresentano il sentimento genuino della più incauta adolescenza, insieme misteriosa e febbrile. Esse corrispondono infatti, punto per punto, alle esaltazioni e alle precoci stanchezze dell'età breve. (citato in [[Roberto Rossi Precerutti]], ''Raymond Radiguet'', ''Poesia'', anno XII, n. 126, marzo 1999, Crocetti Editore)
*{{NDR|[[Aldo Palazzeschi]]}} Un poeta al quale la lunghissima età non ha regalato saggezza in senso spicciolo, patriarcale, ma che si è creato, fin dai tempi della giovinezza, un bilico tutto proprio fra saggezza e follia: follia come espressione di libertà e quindi premio intrinseco della saggezza.<ref name=Pup/>
*{{NDR|Su [[Curzio Malaparte]]}} Per dimenticare l'amarezza di passare per un collaborazionista, si rifugia nella lettura dell'amato Chateaubriand, di cui gli piace il disprezzo verso gli ''uomini nuovi''.<ref>Da ''Storia della letteratura italiana del Novecento'', Newton Compton, Roma, 1994, p. 327.</ref>
 
==Note==
<references/>
 
==Altri progetti==
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[[Categoria{{DEFAULTSORT:Poeti italiani|Spagnoletti, Giacinto]]}}
[[Categoria:Poeti italiani]]