Paolo Isotta: differenze tra le versioni

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'''Paolo Isotta''' (Napoli, 1950 – vivente), giornalista e critico musicale italiano.
 
==Citazioni di Paolo Isotta==
*È ormai pacifico essere [[Carlo Gesualdo]], il principe di Venosa, uno dei più grandi polifonisti di tutti i tempi; e contendere a [[Claudio Monteverdi|Monteverdi]] ([[Luca Marenzio|Marenzio]], morto a soli quarantasei anni, mancò per pochi mesi l'ingresso nel nuovo secolo) la palma di più importante musicista a cavallo fra Cinque e Seicento, di massimo esponente dell'aurorale Barocco le radici del quale si sprofondano nel linguaggio, nello stile, nella stessa concezione del suono, del pieno [[Rinascimento]]. (citato in ''Corriere della sera'', 6 febbraio 1994)
*{{NDR|[[Carlo Gesualdo]]}} Torbido, saturnino e fantastico doveva essere l'autore di questa musica; che lo fosse desumiamo da accenni delle fonti che lo riguardano: poche e insufficienti, al nostro gusto. Gesualdo non era, infatti, musico di professione, benché nella musica avesse conseguito una dottrina da porsi al vertice dell'arte: era bensì un personaggio d'alto affare. Era l'erede, l'unico erede, di una casata principesca fra le più cospicue del [[Regno di Napoli]]: nipote di san Carlo e del decano del Sacro Collegio, era imparentato con la più gran nobiltà napoletana; gli avi avevano ricavato solo onori e ricchezze dai re Aragonesi invece di quel capestro che assai più al loro costante tradimento sarebbe spettato; il padre era grande di Spagna. (citato in ''Corriere della sera'', 6 febbraio 1994)
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*{{NDR|[[Beniamino Gigli]]}} Il timbro è limpido e riconoscibile abbastanza perché il canto costituisca un insegnamento impareggiabile; e al tempo stesso per spandere intorno a sé la gioia, allo stato puro, di cui Gigli seppe essere il detentore. (citato in ''Protagonisti della musica'', p. 140, Longanesi & C.,1988)
*[[Mario Praz|Praz]] era un nome per pochi, seppure di portata planetaria e millenaria. Egli aveva subito l'ostracismo degli antifascisti che lo costrinsero all'esilio a Manchester. [...] Dopo la guerra subì l'ostracismo dei comunisti, molti dei quali erano gli antichi crociani.<ref>Da ''La virtù dell'elefante'', Marsilio Editori, Venezia, 2014, p. 159.</ref>
 
==Note==
<references />
 
==Altri progetti==