Anna Maria Ortese: differenze tra le versioni

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*{{NDR|A proposito di Napoli}} Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale. Qui, [...] tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo, la felicità più cantante e il dolore più lacerato, [...] tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva [...] una impressione stranissima, come di una orchestra i cui istrumenti, composti di anime umane, non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro, ma si espremisero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di meravigliosa confusione... (da ''L'Infanta sepolta'', Adelphi Edizioni, Milano, 1994, p. 17)
*Erano molto veri il dolore e il male di Napoli, uscita in pezzi dalla guerra. Ma Napoli era città sterminata, godeva anche d'infinite risorse nella sua grazia naturale, nel suo vivere pieno di radici. (da ''Il «mare» come spaesamento'', aprile 1994, introduzione a ''Il mare non bagna Napoli'', Adelphi, 1994<sup>10</sup>)
*{{NDR|A proposito di [[Erich Priebke]]}} Poso lo sguardo sul carcere dove è chiuso in attesa di un nuovo processo (...). Non si può non ammirare la dignità con cui accetta, dopo oltre mezzo secolo dal reato di cui è accusato, tutto il rituale solenne della giustizia. (...) Era la guerra. E la guerra non ha nulla di morale. Perché odiare? (...) Lasciate cadere i bastoni. E i lupi feriti di tutto il mondo, rispettateli. (citato su ''Il Giornale'', 12 gennaio 1997<ref>Giulia Borgese, [http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/13/Cara_Ortese_Priebke_non_povero_co_0_9701133484.shtml ''Cara Ortese, Priebke non e'è un povero lupo ferito''], in ''[[http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/13/Cara_Ortese_Priebke_non_povero_co_0_9701133484.shtml Corriere della Sera]]'' del 13 gennaio 1997</ref>)
 
==''Dibattito: Che cos'è la libertà di pensiero''==