José Saramago: differenze tra le versioni

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*Per la gente di mare i travagli non vengono dal suolo, per la gente di mare i travagli si abbattono dal cielo, si chiamano vento e bufera, sono loro che sollevano onde e cavalloni, creano tempeste, strappano la vela, spezzano l'albero maestro, fanno affondare il legno fragile, e il luogo in cui questi uomini di pesca e di navigazione muoiono, veramente, è fra il cielo e la terra, il cielo che le mani non raggiungono, il suolo cui i piedi non arrivano. (p. 261)
*La forza della [[primavera]] non sarebbe niente se non avesse dormito l'inverno. (p. 276)
*Ma il [[Bene e male|male]], che è nato con il mondo e, a quanto è dato sapere, ha imparato da questo, fratelli amati, il male è come la famosa e invisibile araba fenice che, mentre sembra che stia morendo nel fuoco, da un uovo che le sue stesse ceneri hanno generato torna a rinascere. Il [[Bene e male|bene]] è fragile, delicato, è sufficiente che il male gli spiri sul viso l'alito caldo di un semplice peccato perché gli si bruci per sempre la purezza, gli si spezzi lo stelo di giglio e appassisca la zagara. (p. 277)
*La [[Verità e bugia|verità e la menzogna]] passano per la stessa bocca e non lasciano traccia. (pp. 281-282)
*Camminava Gesù lungo una strada di campagna quando avvertì una certa fame e, scorgendo in lontananza un fico ben fronzuto, andò a vedere se per caso non trovasse qualcosina, ma, arrivato sotto la pianta, non vide altro che foglie, giacché non era tempo di fichi. Disse allora, Non nasca mai più frutto da te, e all'istante l'albero si seccò. Disse Maria di Magdala, che era con lui, Darai a chi ne avrà bisogno, non chiederai a chi non avrà nulla. Pentito, Gesù ordinò al fico di risuscitare, ma quello era definitivamente morto. (p. 285)
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*Le parole degli uomini sono come ombre, e le ombre non potrebbero mai spiegare la luce, fra le ombre e la luce c'è, e si frappone, il corpo opaco che le genera. (p. 299)
*{{NDR|Il [[firmamento]]}} Quell'immenso occhio nero di Dio punteggiato di quelle luci che sono il riflesso lasciato dagli sguardi degli uomini che hanno contemplato il cielo, generazione dopo generazione, interrogando il silenzio e ascoltando l'unica risposta che esso dà. (p. 321)
*Perché il [[Bene e male|bene]] che io {{NDR|Dio}} sono non esisterebbe senza il [[Bene e male|male]] che sei tu {{NDR|Diavolo}}, un bene che dovesse esistere senza di te sarebbe talmente inconcepibile che neppure io riesco a immaginarlo, insomma, se tu finisci, finisco anch'io, perché io sia il bene, è necessario che tu continui a essere il male, se il Diavolo non sussiste come Diavolo, Dio non esiste come Dio, la morte di uno sarebbe la morte dell'altro. (pp. 309-310)
*Che non si dica che un giorno il Diavolo non ha tentato Dio. (p. 310)
*Com'è successo, com'è successo, è un pensiero che ci soccorre sempre di fronte a ciò per cui non vi è rimedio, domandare agli altri com'è accaduto, una maniera disperata e inutile per distrarci dal momento in cui dovremo accettare la verità, proprio così, vogliamo sapere com'è successo, ed è come se ancora potessimo sostituire la morte con la vita, al posto di quanto è successo ciò che sarebbe potuto essere. (p. 337)