Una carezza per guarire: differenze tra le versioni

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*[[Empatia]] vuol dire immedesimazione, fare propri i bisogni del malato, i suoi problemi, la sua sofferenza. (p. XV)
*Interessante [...] il fatto che Dio alla fine premia [[Libro di Giobbe|Giobbe]], che pure si era ribellato, e redarguisce invece i tre amici di Giobbe, che avevano cercato di convincerlo che la punizione divina cui era sottoposto era probabilmente dovuta a qualche suo cattivo comportamento. Ma Dio sapeva che questa non era la ragione e con la punizione dei tre amici voleva sottolineare che il potere di Dio è assolutamente imperscrutabile. (p. 81)
*Tra i vari movimenti di pensiero che in questi ultimi decenni hanno proposto al mondo civile nuove concezioni morali e sociali, uno dei più incisivi è certamente quello che sostiene un rapporto diverso tra uomo e [[natura]]. L'obiettivo finale consiste nel convertire la tradizionale cultura [[antropocentrismo|antropocentrica]], che vede la natura asservita incondizionatamente ai bisogni della specie umana, in una cultura che potrebbe essere definita ecocentrica o naturocentrica o solidaristica. L'uomo è collocato nel contesto naturale come una delle tante componenti e la natura è la grande madre da cui uomini, piante e animali sono stati generati. Pertanto l'amore per l'ambiente non dovrebbe essere solo quello, sottilmente egoistico, che mira a valorizzarlo e a migliorarlo per rendere la vita più piacevole e più sana, ma è un dovere, un imperativo morale di rispetto quasi sacrale per madre natura che crea e nutre tutte le specie, quella umana compresa.<br />In questo contesto si pone la corrente filosofica che estende molti princìpi etici consolidati per la specie umana (per esempio «non uccidere») anche al mondo animale. Si tratta di un'operazione molto ardita che ha già riscosso innumerevoli consensi e che ha condotto, tra l'altro, alla nuova definizione di «[[specismo]]» per descrivere quegli atteggiamenti di sopraffazione che caratterizzano il tradizionale comportamento dell'uomo nei confronti degli animali, un atteggiamento non dissimile da quello tipico del razzismo [...]. (pp. 187-188)
*È ormai chiaramente dimostrato che molti [[animale|animali]] delle specie più evolute non solo sono sensibili al dolore fisico, ma conoscono anche sensazioni di sofferenza, di gioia, di paura, di competizione, di gelosia e possono soggiacere a varie forme di stress, di nevrosi e persino a forme depressive. Gli animali non possono parlare (anche se molti primati hanno imparato alcuni elementi del linguaggio umano) e non è possibile quindi quantificare l'entità delle loro sensazioni. Tuttavia attraverso il linguaggio non verbale (lo stesso che si riscontra anche tra gli uomini) fatto di gesti, di movimenti e di sguardi possiamo decifrare e valutare le loro condizioni neuropsichiche. (p. 189)
*Qualcuno, a un convegno sulla [[sperimentazione animale]], chiese spiritosamente al pensatore australiano [[Peter Singer]], professore di filosofia e direttore del Centro di bioetica dell'Università di Melbourne: «Perché i maiali dovrebbero avere dei diritti e la lattuga no?»<br />Singer usò gli stessi argomenti con cui ha conferito autorevolezza al movimento animalista negli ultimi anni: «Perché gli animali soffrono, sia fisicamente se gli si fa del male, sia psicologicamente se gli vengono negati alcuni diritti "naturali": il loro habitat, la loro vita sociale, la loro prole». Problemi che la lattuga non ha... (pp. 189-190)