Enrico Bellone: differenze tra le versioni

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'''Enrico Bellone''' (1938 – 2011), fisico, divulgatore scientificofilosofo e storico della scienza italiano.
 
==''Molte nature''==
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* Nel respingere il mentalismo si abbandona anche l'illusione che l'uomo sia la misura di tutte le cose […] Ma nel negare questa illusione antropocentrica non si compie un'operazione di svilimento della nostra specie. Al contrario, si coglie la bellezza dell'attività conoscitiva che si produce negli umani e negli altri corpi viventi, tutti insieme indaffarati nelle loro specifiche azioni di adattamento all'ambiente che li ospita. (Avvertenza per il lettore, pag. 4)
* Le varie e variabili descrizioni di quel qualcosa di esterno che tutti noi chiamiamo ''[[natura]]'' dipendono dalle operazioni attive che si effettuano nei nostri sensori e nelle nostre reti neurali, e la comunicazione di dati tra gli umani è possibile non perché ci si scambiano idee, ma perché i cervelli e i sensi degli individui della nostra specie sono simili. (Avvertenza per il lettore, pag. 6)
* Tutti i corpi viventi – noi compresi – si scambiano informazioni, e queste informazioni sono essenziali per sopravvivere. Lo scambio è governato da norme o categorie che sono innate: l'[[evoluzione]] le ha incardinate nei corpi, e grazie a esse i corpi riescono a interagire con l'ambiente e con altri corpi […] Per quanto riguarda il cervello, si deve sempre tener conto di due circostanze. La prima dice che nelle nostre reti neurali l'evoluzione ha inciso delle norme di base che di solito qualifichiamo in termini di istinto […]. La seconda dice che le nostre reti neurali sono plastiche: imparano dall'esperienza, insomma. Ma la somma di queste due circostanze sfocia in un finale che recide la fonte stessa dell'[[antropocentrismo]], in quanto sottolinea l'assenza di differenze interessanti tra i neuroni e le sinapsi di un pittore, di una lumaca o di un calamaro. (cap. 3, pag. 39)
* Se affermiamo che nel cervello di un animale appena nato esistono circuiti innati o regole innate per parlare o per vedere, allora diciamo che gli animali possiedono già dall'inizio un gruppo di norme comportamentali che l'evoluzione ha inserito nei loro corpi e che sono più o meno utili per l'adattamento a un ambiente di cui quegli animali ''non hanno ancora esperienza''. Lo stesso argomento può essere esposto dicendo che da un cervello appena uscito da un utero o da un uovo ''ha un bagaglio di conoscenze elementari che sono necessarie per risolvere problemi che l'ambiente presenta e che quel cervello non ha mai affrontato in precedenza''. (cap. 3, pag. 45-46)
* La scoperta della scrittura fu in grado di risolvere problemi fondamentali di sopravvivenza della nostra specie che sorsero quando si effettuò la transizione dalla caccia all'agricoltura e apparvero i primi conglomerati urbani. Quella scoperta fu, sin dall'inizio, correlata a capacità numeriche e geometriche che precedettero nettamente la didattica delle norme elementari di calcolo: da questo punto di vista, l'impiego ''naturale'' di quelle capacità presenta sorprendenti analogie con la ''naturale'' predisposizione umana a emettere stringhe di suoni prima di studiare grammatica e sintassi, e questa nostra predisposizione a parlare ci rinvia direttamente ai codici ''innati'' per la comunicazione che l'evoluzione biologica ha immesso negli esseri umani e negli altri corpi viventi sul nostro pianeta. L'evoluzione culturale della nostra specie ha, quindi, radici biologiche che ci spingono a ''cercare ordine nel brulichio di stimoli che irritano i nostri organi di senso e che i nostri cervelli non possono che riorganizzare con categorie innate''. (cap. 4, pag. 63-64)
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==Bibliografia==
*Enrico Bellone, ''Molte nature. Saggio sull'evoluzione culturale'', Raffaello Cortina Editore, Milano, 2008, ISBN 9788860302151
*Enrico Bellone, ''[http://www.liberliber.it/libri/b/bellone/index.htm Spazio e tempo nella nuova scienza]'', La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1994. ISBN 884300137X
 
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