Erri De Luca: differenze tra le versioni

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*Le persone quando diventano popolo fanno impressione. (p. 15)
*Più di vestiti, e scarpe, i libri portano l'impronta. Gli eredi se ne liberano per esorcismo, per togliersi il fantasma. La scusa è che c'è bisogno di spazio, si soffoca di libri. Ma che ci rimettono al posto loro, addosso ai muri col segno dei loro contorni? (p. 17)
*Guagliò, il tempo non è un sacco, magari è un bosco. Se hai conosciuto la [[foglia]], poi riconosci l'albero. Se l'hai vista negli occhi, la ritroverai. Pure se è passato un bosco di tempo. (p. 26)
*È bella di notte la città. C'è pericolo ma pure libertà. Ci girano quelli senza sonno, gli artisti, gli assassini, i giocatori, stanno aperte le osterie, le friggitorie, i caffè. Ci si saluta, ci si conosce, tra quelli che campano di notte. Le persone perdonano i vizi. La luce del giorno accusa, lo scuro della notte dà l'assoluzione. Escono i trasformati, uomini vestiti da donna, perché così gli dice la natura e nessuno li scoccia. Nessuno chiede di conto di notte. Escono gli storpi, i ciechi, gli zoppi, che di giorno vengono respinti. È una [[tasca]] rivoltata, la notte nella città. Escono pure i cani, quelli senza casa. Aspettano la notte per cercare gli avanzi, quanti cani riescono a campare senza nessuno. Di notte la città è un paese civile. (p. 26)
*La gente nostra manco sapeva che esistevano gli ebrei, un popolo dell'antichità. Ma quando si è trattato di guadagnare qualcosa allora tutti sapevano chi era ebreo. Se mettevano una taglia sui [[Fenicia|fenici]] da noi erano capaci di trovarli, pure di seconda mano.