Daphne du Maurier: differenze tra le versioni

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===[[Explicit]]===
E gli sembrava, mentre se ne stava lì seduto, solo in mezzo al mare, che anche il mare fosse calmo e confortante, come era stata Truda tanti anni prima. Il mare era un'altra Trude e nel suo grembo egli si sarebbe abbandonato quando fosse venuto il momento senza timore, senza angoscia.
 
===''Rebecca''===
===[[Incipit]]===
 
Stanotte ho sognato che tornavo a Manderley.<br>
 
{{NDR|citatoCitato in [[Fruttero & Lucentini]], ''ÍncipitIncipit'', Mondadori, 1993}}
 
===Citazioni===
 
* Da quando avevo bruciato quella pagina, spargendone i resti, era nata in me una nuova fiducia. Il passato non sarebbe esistito, per nessuno di noi, stavamo cominciando da capo, io e lui. Il passato era stato spazzato via come le ceneri nel cestino. Stavo per diventare la signora de Winter. Avrei vissuto a Manderley. [...] Forse, una volta che lei fosse partita, lui finalmente avrebbe detto di [[amore|amarmi]], di essere felice. Fino a ora non ce n'era srtato il tempo e, in ogni caso, quelle cose non sono così semplici da esprimere, hanno bisogno del momento giusto. (cap. 6; pp. 63 sg.)
* Volevo restare sola con Maxim e che tyutto tornasse come quando eravamo in Italia. [...] <br />«E mi sto comportando come Jasper, strofinandomi addosso a Maxim. Lui di tanto in tanto mi allunga una carezza, quando se ne ricorda, e io sono tutta compiaciuta, per un attimo gli vengo più vicina. Lui mi ama come io amo Jasper.» {{NDR|Jasper è il cane}} (cap. 9; p. 104)
* Avrei voluto restare lì seduta, senza parlare, senza dover ascoltare gli altri, riponendo nel cassetto dell'eternità questo momento [...]. Maxim e io eravamo seduti qui, mano nella mano, il passato e il futuro non avevano alcuna importanza. La sicurezza stava in questo insignificante frammento di tempo, che lui non avrebbe mai [[Ricordo|ricordato]]. (cap. 9; p. 105)
* Non avevo capito nulla e ora mi pareva davvero incredibile. Chissà quanta gente, al mondo, aveva sofferto e continuava a soffrire perché – come me – era incapace di liberarsi dalla propria ragnatela di timidezza e ritrosia e, in preda alla follia e alla cecità, riusciva a costruirsi un muro che impediva di intuire la verità. [...] Se avessi fatto un passo avanti, Maxim mi avrebbe raccontato queste cose già quattro, cinque mesi prima. (cap. 20; p. 279)
 
===[[Explicit]]===
 
Non c'era la luna e il cielo sopra di noi era nero come inchiostro. Ma, all'orizzonte, era attraversato da lampi di porpora simili a schizzi di sangue. E il vento salmastro del mare ci soffiava la cenere in faccia.
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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===''Mia cugina Rachele''===
Una volta gli assassini venivano impiccati a Four Turnings. Ora non più. Ora un assassino paga il fio del suo delitto a Bodmin, dopo aver subito il suo bravo [[processo]] alle Assise. Vale a dire che, se la legge lo dichiara colpevole, è la sua coscienza per prima a ucciderlo. Meglio così. È come un'operazione chirurgica. E il corpo, benché venga sepolto nella fossa comune, ha un funerale, modesto. Quando ero ragazzo le cose andavano diversamente. Ricordo di aver visto un impiccato all'incrocio delle quattro strade. Aveva tutto il corpo spalmato di catrame perché si conservasse. Penzolava dalla forca tra terra e cielo o, per usare un'espressione di mio cugino Ambrose, tra Paradiso e Inferno. Mi pare ancora di vederlo oscillare, come uno spaventapasseri appeso a un palo. La pioggia aveva fatto marcire i suoi calzoni e sfilacciature di stoffa gli pendevano alle gambe, gonfie come fossero di carta inzuppate.
 
===''Rebecca''===
Stanotte ho sognato che tornavo a Manderley.<br>
{{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}}
 
==Film==
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*Daphne Du Maurier, ''Mia cugina Rachele'' (''My cousin Rachel''), traduzione di Ida e Luciano Mercatali, Oscar, Arnoldo Mondadori Editore, 1956.
*Daphne Du Maurier, ''Non guardare adesso'' (''Don't Look Now''}, traduzione di Maria Teresa Marenco, da Incontri coi fantaspiriti di Fruttero e Lucentini, Omnibus, Arnoldo Mondadori Editore, 1978.
*Daphne Du Maurier, ''Rebecca la prima moglie'' (1938), traduzione di Marina Morpurgo, il Saggiatore, 2008. ISBN9788856500035
 
==Altri progetti==