Louis-Ferdinand Céline: differenze tra le versioni

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*Poiché lei mi sfuggiva, Musyne, mi credevo un idealista, è così che uno chiama i propri piccoli istinti vestiti di paroloni. (1992, p. 95)
*Il maestro della passione, sconcertato, si sforzava d'attenuare la bella e tragica commozione propagata dalla sua breve e vibrante allocuzione. Restava tutto confuso e afflitto davanti a lei. Risveglio di una troppo dolorosa inquietudine in un cuore d'élite, evidentemente languido, tutto sensibilità e tenerezza. (1992, p. 100)
*Qualche [[rimpianto]] poetico piazzato al punto giusto sta bene a una donna quanto certi capelli vaporosi sotto i raggi della luna. (1992, p. 102)
*Quand'era stremato, Puta arrivava a prendere un'arietta intelligente, per la stanchezza che lo tormentava e solo in quei momenti lì. Ma quand'era riposato, il suo volto, malgrado la finezza innegabile dei tratti, formava un'armonia di placidità ottusa di cui è difficile non conservare per sempre un ricordo disperante. (1992, p. 118)
*Mica che fosse brutta, Madame Puta, no, avrebbe potuto perfino essere carina, come tante altre, solo che lei era così prudente, così diffidente, che si arrestava ai bordi della bellezza, come ai bordi della vita, con i suoi capelli un po' troppo curati, il sorriso troppo facile e improvviso, i gesti un po' troppo rapidi o un po' troppo furtivi. (1992, p. 118)