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{{intestazione|''Fuga nell' isola, i potenti e la sindrome di Robinson'', ''Corriere della sera'', 16 gennaio 2004}}
*[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]], il proprietario di un etereo impero dei media e il sovrano di quella fusione fisica e metafisica creata da [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] e [[Vittorio Emanuele II
*Creato dallo scrittore inglese [[Daniel Defoe]], Robinson Crusoe (1718) è il naufrago per eccellenza: ma nell'isola ritrova se stesso.
*È più facile avere una mentalità difensiva, «da bunker», stando nell'occhio del ciclone piuttosto che ritirandosi su un'isola, da cui si può ritornare dicendo, come Miranda nella «Tempesta» {{NDR|[[William Shakespeare]]}}, «o magnifico nuovo mondo che contiene simili abitanti».
*[[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], l'«eroe dei due mondi», dopo aver consegnato oltre la metà dell'Italia a quel «ricettatore» di [[Vittorio Emanuele II
*L'imperatore [[Tiberio]] governava da [[Capri]] quel mondo antico di cui il [[Mediterraneo]] era il «centro», libero di realizzare qualsiasi capriccio della sua immaginazione. Aveva la certezza fisica di essere il vero padrone di tutto ciò su cui il suo sguardo poteva spaziare.
*Nessun uomo è un'isola», ha scritto il poeta teologo [[John Donne]], perché «quando la campana suona, essa suona anche per te». Ad ogni modo, quando la posta in gioco non è la salvezza eterna ma la sopravvivenza politica o fisica, la reinvenzione della propria identità, e si cerca una tana in cui rifugiarsi per leccarsi le ferite, un'isola è un posto eccellente in cui stare, come scoprì il Robinson Crusoe di [[Daniel Defoe|Defoe]].
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