Edward Lear: differenze tra le versioni
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'''Edward Lear''' (1812 – 1888), scrittore nonsense e pittore inglese. Spesso illustrava le sue stesse opere.
==Citazioni di Edward Lear==
*{{NDR|[[Celano]], 30 agosto 1843}} Ricorderò sempre con particolare piacere ogni momento delle giornate passate a [[Celano]]: i mattini, sui freschi prati ai piedi del paese, vagando in mezzo agli alti pioppi, sparsi tra le vigne, fino a che il sole si affacciava sull'alta rupe e obbligava a cercare riparo in luoghi più nascosti; mezzogiorni senza nubi; quando tutto era immobile; le calme serate... il ritorno al paese al tramonto, accompaganto da gruppi di contadini che portavano il loro grano, o da una numerosa comitiva di ragazze, ognuna con la conca piena d'acqua, raccolta alla fresca sorgente ai piedi della roccia. E di notte com'era calmo e lucente il lago, simile a una striscia s'argento, sotto le finestre del palazzo, alla luce della luna piena, mentre il vecchio castello gettava lunghe ombre sul paese addormentato. (da ''Illustrated Excursions in Italy
*{{NDR|Trasacco, 28 luglio 1843}} Ma ciò che mi piacque di più a Trasacco fu la vista che si godeva nei pressi di una vecchia torre bizzarra e pittoresca, quadrata alla base ma tonda alla sommità: essa domina l'ampio lago, con lo sfondo del Velino in lontananza. (da ''Illustrated Excursions in Italy'',
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*La pianura di [[Avezzano]], l'azzurro chiaro del lago, Alba e il Velino con le sue belle cime, o sotto il sole oppure adombrati da nuvole passeggere; le montagne lontane oltre Sulmona coperte di neve, il passo brullo di Forca Carusa, la rupe scoscesa di Celano: tutte queste cose assieme, in una splendida mattina italiana, erano uno spettacolo da non potersi guardare senza esserne conquistati. (da ''Illustrated Excursions in Italy * [[Rieti]] l'antica Reate, città dei Sabini, molto antica, sta sul Velino, all'estremità di una pianura ampia e fertile la cui bellezza può essere poco apprezzata solo da un visitatore frettoloso. Dalle numerose ville o dai vigneti sui fianchi delle colline boscose, che circondano dappertutto la campagna, si possono godere magnifiche vedute della città... Penso di aver osservato poche volte una scena più attraente di quella offerta dalle torri di Rieti e dal suo tranquillo mondo di vigneti, così come la vidi l'ultima sera del mio soggiorno. (citato in ''[http://www.regionieambiente.it/pagine/pdf/06nov2005/ReA11_2005_22.pdf
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==''Diario di un viaggio a piedi''==
* Reggio [[Calabria]] è un grande giardino, uno dei luoghi più belli che si possano trovare sulla terra.
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*{{NDR|A [[Canolo]]}} Il villaggio per se stesso è schiacciato e spinto in un nido di rocce appuntite subito dopo il vasto precipizio che si chiude attorno al Passo del Mercante, e quando da una parte si guarda a questa barriera di pietre, e poi, girando attorno si guarda il mare distante e le colline ondulate, nessun contrasto può essere più rimarchevole. (2002, pag. 113)
*{{NDR|A [[Canolo]]}} All'ora del pranzo, il bravo vecchio Don Giovanni Rosa ci ha divertiti e intrattenuti con la sua amabile semplicità e buona educazione. Lui è stato solo una volta in vita sua (ed ha 82 anni) a Gerace, e mai più in là. «Perché dovrei andare?» ha detto, «Se, quando morirò, come dovrò ben presto, troverò il Paradiso come Canolo, sarò molto felice. Per me «Canolo mio» è sempre stato come un Paradiso — sempre mi sembra Paradiso, niente mi manca». (2002, pag. 114)
* Lontano, sotto di noi, c'era [[Cittanova|Casalnuovo]], una delle città che sono state ricostruite dai frammenti del fatale periodo di devastazione [
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==Note==
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==Bibliografia==
*''Diario di un viaggio a piedi – Reggio Calabria e la sua provincia <small>(25 luglio – 5 settembre 1847)</small>'', traduzione di Ernesta De Lieto Vollaro e Albert Spencer Mills, Franco Pancallo Editore, Locri (RC), 2002.
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[[Categoria:Scrittori britannici]]
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