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*{{NDR|Su [[Giordano Bruno]]}} L'esperienza umana e intellettuale del filosofo, infatti, testimonia che la conquista del sapere e il diritto alla parola è frutto di una battaglia quotidiana, di un rigoroso impegno, di un forte sacrificio. E proprio per difendere la sua filosofia dell'infinito e il suo amore disinteressato per la conoscenza, il Nolano non ha mai esitato a scontrarsi con potenti avversari nelle corti e nelle aule universitarie di molte città europee, rinunciando, volta per volta, a privilegi e a onori. Fino a concludere la sua esistenza, come la farfalla degli Eroici furori, nella luce di un rogo. Ma tra quelle fiamme, alimentate da una feroce intolleranza, Bruno, da uomo libero, ha scritto una delle pagine più eloquenti della sua filosofia.<ref>Da ''[http://archiviostorico.corriere.it/2004/gennaio/09/Bruno_non_era_una_spia_co_9_040109087.shtml Ma Bruno non era una spia]'', ''Corriere della Sera'', 9 gennaio 2004.</ref>
 
{{Int|Introduzione a ''Giordano Bruno., ''Opere italiane''|De Agostini libri, 2013}}
*Il ''[[Candelaio]]'' si presenta così come una commedia filosofica, mentre i dialoghi mettono in scena qua e là una filosofia in commedia. In entrambi i casi, il Nolano fa deflagrare gli elementi costitutivi del genere. (p. 28)
*{{NDR|Su ''[[De la causa, principio et uno]]''}} La filosofia, nella sua massima espressione, si concretizza proprio in questa ricerca dell'Uno, in questa contemplazione della natura, in questo sforzo di cogliere l'invisibile nel visibile, l'unità nella molteplicità. (p. 81)