Odissea: differenze tra le versioni

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*''Costei ''{{NDR|Clitennestra}}'', che tutta del peccar sa l'arte | Sé ricoprì d'infamia, e quante al mondo | Verranno, e le più oneste anco, ne asperse.'' (Agamennone a Odisseo, nel racconto di Odisseo alla corte dei Feaci: 1961, vv. 549-551)
*O divino Odisseo, non abbellirmi la [[morte]]. Sappi che piuttosto che il re dei morti preferirei essere l'ultimo servo dei vivi. (Achille a Odisseo, nel racconto di Odisseo alla corte dei Feaci<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''I pensieri di Bellavista'', Mondadori, 2005, [http://books.google.it/books?id=A_p0lGvEhH0C&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191]. ISBN 88-04-53961-5. Nella traduzione di Pindemonte la corrispondenza è coi versi 613-617.</ref>)
*''Fuori dall’Erebo si affollano le anime travolte da morte: / giovani donne e ragazzi con vecchi che / molto soffrirono;anche fanciulle tenere con fresco dolore nell’anima; / molti feriti dalle aste con la punta di bronzo; / guerrieri uccisi in lotta con armi intrise di sangue. / Molti, spingendosi tra loro, intorno alla buca / gridavano orribilmente ghiacciandomi di orrore. / Quindi spinsi subito i compagni ed ordinai di scannare le bestie con il bronzo spietato / scuoiandole per arderle supplicando gli dèi: l’invincibile Ade e la terribile Persefone. / Intanto io sfoderavo la spada affilata dall’anca / e sedendo non lasciavo avvicinare al sangue, / prima d’interrogare Tiresia, i teschi esangui dei morti. /'' (Capuano-Alvano, 2014, Odisseo agli inferi)
l’invincibile Ade e la terribile Persefone. / Intanto io sfoderavo la spada affilata dall’anca / e sedendo non lasciavo avvicinare al sangue, / prima d’interrogare Tiresia, i teschi esangui dei morti. /'' (Capuano-Alvano, 2014, Odisseo agli inferi)
 
===Libro XII===