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{{Int|Introduzione a ''Giordano Bruno. Opere italiane''|De Agostini libri, 2013}}
*Il ''[[Candelaio]]'' si presenta così come una commedia filosofica, mentre i dialoghi mettono in scena qua e là una filosofia in commedia. In entrambi i casi, il Nolano fa deflagrare gli elementi costitutivi del genere. (p. 28)
*{{NDR|Su ''[[De la causa, principio et uno]]''}} La filosofia, nella sua massima espressione, si concretizza proprio in questa ricerca dell'Uno, in questa coontemplazionecontemplazione della natura, in questo sforzo di cogliere l'invisibile nel visibile, l'unità nella molteplicità. (p. 81)
*{{NDR|Su ''[[Spaccio de la bestia trionfante]]''}} In queste splendide pagine, Bruno esprime una visione della religione diametralmente opposta a quella sostenuta dalla teologia protestante. Per [[Martin Lutero|Lutero]] e [[Giovanni Calvino|Calvino]] il rapporto tra uomo e Dio si materializza in un legame individuale fondato solo ed esclusivamente sulla fede. E finanche le Leggi, che nella visione [[Antico testamento|veterotestamentaria]] sanzionavano il contratto tra ''humanitas'' e ''divinitas'', non garantiscono più la salvezza. Tutto ciò che riguarda l'orizzonte mondano viene escluso, espunto, neuralizzato. [...] Bruno capisce con chiarezza le conseguenza funeste che la dottrina della ''sola fide'' può avere sulla società: svalorizzare le opere e l'etica, ma anche la ragione e le scienze speculative, non incoraggia certamente gli uomini ad intraprendere la durissima strada del riscatto dalla ''feritas''. (pp. 104-105)