Friedrich Dürrenmatt: differenze tra le versioni

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citazioni da La morte della Pizia
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*Il fine dell'uomo consiste nel [[pensiero|pensare]], non nell'[[azione|agire]]. Qualsiasi sciocco è in grado di agire. (da ''Giustizia'')
*[[Patria]], si fa chiamare lo Stato ogniqualvolta si accinge a uccidere. (da ''Romolo il Grande'')
 
===''La morte della Pizia''===
===[[Incipit]]===
Stizzita per la scemenza dei suoi stessi oracoli e per l’ingenua credulità dei Greci, la sacerdotessa di Delfi Pannychis XI, lunga e secca come quasi tutte le Pizie che l’avevano preceduta, ascoltò le domande del giovane Edipo, un altro che voleva sapere se i suoi genitori erano davvero i suoi genitori, come se fosse facile stabilire una cosa del genere nei circoli aristocratici, dove, senza scherzi, donne maritate davano a intendere ai loro consorti, i quali peraltro finivano per crederci, come qualmente Zeus in persona si fosse giaciuto con loro.
 
===Citazioni===
* Entrò nel santuario: morire, che evento solenne. Si domandò come avvenisse il morire: era emozionata, pregustava l'avventura. (p. 24)
*«Pannychis», disse il veggente in tono paterno «solo la non conoscenza del futuro ci rende sopportabile il presente. Mi sono sempre stupito e continuo a stupirmi immensamente che gli uomini siano tanto smaniosi di conoscere il futuro. Sembra quasi che preferiscano l'infelicità alla felicità.» (p. 41)
* Mi interessava sapere come mai gli uomini si lascino opprimere: per amore del quieto vivere, ho concluso, che spesso li induce addirittura a inventarsi le teorie più assurde per sentirsi in perfetta sintonia con i loro oppressori, come del resto gli oppressori escogitano teorie non meno assurde pur di riuscire ad illudersi di non opprimere gli individui su cui esercitano il loro dominio. (p. 53)
*«Lascia perdere, vecchia,» disse Tiresia ridendo «non preoccuparti di ciò che può essere stato diverso da come ce l'hanno raccontato e he non smetterà di cambiare faccia se noi continueremo a indagare. Smettila di scervellarti su queste cose se non vuoi che sorgano altre ombre a impedirti di morire. […] La verità resiste in quanto tale soltanto se non la si tormenta.» (p. 64)
* Come io che ho voluto sottomettere il mondo alla mia ragione ho dovuto in quest'umida spelonca affrontare te che hai provato a dominare il mondo con la tua fantasia, così per tutta l'eternità quelli che reputano il mondo un sistema ordinato dovranno confrontarsi con coloro che lo ritengono un mostruoso caos. Gli uni penseranno che il mondo è criticabile, gli altri lo prenderanno così com'è. Gli uni riterranno che il mondo è plasmabile come una pietra […], gli altri indurranno alla considerazione che, nella sua impenetrabilità, il mondo si modifica soltanto come un mostro che prende facce sempre nuove […] Gli uni ingiurieranno gli altri chiamandoli pessimisti, e a loro volta saranno da quelli irrisi come utopisti. (p. 67)
 
==''La valle del caos''==
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===''Il minotauro''===
L'essere che Pasifae, la figlia del dio Sole, aveva partorito dopo che, rinchiusa per suo desiderio in una finta vacca, era stata montata da un bianco toro consacrato a Poseidone, si trovò, dopo lunghi anni d'un sonno confuso, durante i quali era cresciuto in una stalla fra le vacche, trascinato laddentro dai servi di Minosse, che avevano formato lunghe catene per non perdersi sul pavimento del [[labirinto]] che era stato costruito da Dedalo per proteggere gli uomini da quell'essere e l'essere dagli uomini, d'un impianto cioè da cui nessuno che vi si fosse inoltrato trovava più la via d'uscita e le cui innumerevoli intricate pareti erano di specchi, tanto che l'essere stava accovacciato non solo di fronte alla sua immagine, ma anche all'immagine delle sue immagini: vide davanti a sé un'infinità di esseri fatti com'era lui, e come si girò per non vederli più, un'altra infinità di esseri uguali a lui.
 
===''La morte della Pizia''===
Stizzita per la scemenza dei suoi stessi oracoli e per l’ingenua credulità dei Greci, la sacerdotessa di Delfi Pannychis XI, lunga e secca come quasi tutte le Pizie che l’avevano preceduta, ascoltò le domande del giovane Edipo, un altro che voleva sapere se i suoi genitori erano davvero i suoi genitori, come se fosse facile stabilire una cosa del genere nei circoli aristocratici, dove, senza scherzi, donne maritate davano a intendere ai loro consorti, i quali peraltro finivano per crederci, come qualmente Zeus in persona si fosse giaciuto con loro.
 
===''La panne''===
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*Friedrich Dürrenmatt, ''Giustizia'', traduzione di Giovanna Agabio, Adelphi, 2011. ISBN 9788845926280
*Friedrich Dürrenmatt, ''Il minotauro'', traduzione di Umberto Gandini, Marcos y Marcos, 1997.
*Friedrich Dürrenmatt, ''La morte della Pizia'', traduzione di Renata Colorni, Piccola Biblioteca Adelphi, 1998. ISBN 884590296X
*Friedrich Dürrenmatt, ''La panne'', traduzione di Eugenio Bernardi, Einaudi, 2005.
*Friedrich Dürrenmatt, ''La promessa'', traduzione di Silvano Daniele, Einaudi, 2005.