Giordano Bruno/Citazioni su Giordano Bruno: differenze tra le versioni

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Emanuele Severino+1
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*Egli è diventato simbolo della libertà di pensiero, un simbolo strano si dovrebbe aggiungere, in quanto c'è spesso stato chi di lui ha fatto un eroe laico, il che è vero fino ad un certo punto: è vero che è andato contro alla chiesa cattolica, però poi il contenuto della sua filosofia è tutto fuorchè laico. ([[Diego Fusaro]])
*Eleveremo il monumento a Giordano Bruno in Campo de' Fiori, in atto di espiazione delle colpe dei nostri avi, la cui morale ignavia fu cagione del nostro ritardato progresso politico, perché serva come da simbolo alle moltitudini della libertà di coscienza, che avranno col tempo viva e potente, quando cresceranno di coltura, e perché sia monito salutare a tutti gli abili e a tutti i tiepidi, che parlano di conciliazione senza arrossire. ([[Antonio Labriola]])
*Era una forza che si ribellava contro tutte le podestà imperanti ed avverse, un sistema completo, che si affermava contro un sistema al pari del suo filosofico, politico, religioso. Il trionfo di uno avrebbe segnato, non solo la riforma, ma la fine dell'altro, e nulla si lasciò d'intentato per sopprimere questo e annichilirlo. Dopo aver ucciso l'uomo ei conveniva spegnerne il pensiero; conveniva disperderne le ceneri al vento, e dopo le ceneri sbandirne la parola, trafugare, occultare, ardere i suoi libri, e dopo i libri inumarne la memoria, cancellarne il nome. ([[David Levi]])
*Filippo Giordano, detto Bruno, italiano, detenuto per aver fatto stampare certe risposte e invettive contro il signor de La Faye, elencando venti errori di costui nelle sue lezioni. [...] È stato disposto che resti in prigione fino a domani e che sia condannato a un'ammenda di cinquanta fiorni. (dai ''Registres du Conseil'' di Ginevra, 6 agosto 1579)<ref group="fonte">Citato in [[Anacleto Verrecchia]], ''Giordano Bruno'', Donzelli editore, Roma, 2002, [http://books.google.it/books?id=QzHxg9EeM7sC&pg=PA72 p. 72]. ISBN 88-7989-676-8</ref>
*Giordano Bruno, bruciato pubblicamente dal clero il 17 febbraio 1600, dopo sette tetri anni di carcere, vedeva la natura stessa come origine della creazione, non considerava niente come privo di vita, tutto come animato, non credeva ad alcun reale annientamento, bensì alla trasformazione. ([[Karlheinz Deschner]])