Gianfranco Fini: differenze tra le versioni

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*La mia elezione a presidente della camera è il segno della fine del dopoguerra e il discorso del presidente della Repubblica sulle vittime del terrorismo, senza distinzione fra destra e sinistra, conclude un lungo percorso della storia repubblicana. [...] una sinistra che non ha ancora capito che il cambiamento non si fa con quel riformismo illuminato che cala dall'alto le sue ricette di laboratorio, ma si realizza solo con una rivoluzione conservatrice, ben agganciata alle radici, all'identità.<ref>Dal discorso all'assemblea nazionale di AN dell'11 maggio 2008; citato in Ida Dominijanni, ''La rivoluzione di Fini'', ''il manifesto'', 13 maggio 2008, p. 11.</ref>
* Concedere il diritto di voto alle elezioni amministrative agli immigrati, a certe condizioni, non è un'ipotesi sciagurata né un'idea criminale. [Ma gli immigrati] devono dimostrare di essere in grado di adempiere a certi doveri. Diritti e doveri devono stare insieme. <ref>Citato in [http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/politica/immigrazione/fini-risponde-a-veltroni/fini-risponde-a-veltroni.html Voto immigrati, Fini apre a Veltroni "Ma non garantisce integrazione"], ''la Repubblica'', 3 settembre 2008; [http://www.corriere.it/politica/08_settembre_04/voto_immigrati_lega_01fe8142-7a74-11dd-a3dd-00144f02aabc.shtml Voto agli immigrati, stop di Berlusconi], ''Corriere della sera'', 4 settembre 2008.</ref>
*Se guardiamo a [[Somalia]], [[Etiopia]] e [[Libia]], a come sono ridotte adesso e a com'erano prima con l'[[Italia]], credo che questa pagina della storia sarà riscritta e ci sarà una rivalutazione del ruolo dell'Italia.<ref>Ottobre 2006; citato in Alberto Piccinini, ''Lezioni di storia'', ''il manifesto'', 9 settembre 2008, p. 12.</ref>
* I resistenti stavano dalla parte giusta, i repubblichini dalla parte sbagliata. È doveroso dire che, se non è in discussione la buonafede, non si può equiparare chi stava da una parte e combatteva per una causa giusta di uguaglianza e libertà e chi, fatta salva la buonafede, stava dalla parte sbagliata. [...] La destra deve ribadire in ogni circostanza questi concetti, proprio per superare il passato, non per archiviarlo, ma per costruire una memoria che consenta al nostro popolo di andare avanti. [...] Chi è democratico cioè si riconosce nei valori della libertà, dell'uguaglianza e della giustizia sociale è antifascista, ma non tutti gli antifascisti in Italia erano democratici perché chi aveva come modello l'Urss di Stalin era a pieno titolo antifascista ma non a pieno titolo un democratico.<ref name="antifascismo">12 settembre 2008; citato in ''[http://www.corriere.it/politica/08_settembre_13/fini_antifascismo_ccb8bcec-8175-11dd-95db-00144f02aabc.shtml «La destra si riconosca nell'antifascismo»]'', ''Corriere della Sera, 13 settembre 2008.</ref>
*{{NDR|Sul fascismo}} il giudizio della destra deve essere negativo in ragione della limitazione della libertà. [...] Non possiamo negarci la storia, e il fascismo fu una dittatura che negò alcune libertà fondamentali.<ref name="antifascismo"></ref>