Eric Schlosser: differenze tra le versioni

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*Dai macchinari {{NDR|della Simplot}} escono fiumi di patate a fette. L'atmosfera è allegra, umile, eisenhoweriana, come se un sogno di progresso tecnologico, di vita migliore grazie al cibo surgelato, si fosse finalmente realizzato. Su tutta l'impresa aleggia lo spirito di un uomo: [[J. R. Simplot|John Richard Simplot]], il grande barone americano delle patate, che grazie a un'energia apparentemente inesauribile e alla volontà di rischiare ha costruito un impero basato sulle patatine fritte. Simplot, certamente la figura più importante di uno degli stati più conservatori della nazione {{NDR|l'Idaho}}, mostra i tratti contraddittori che hanno guidato lo sviluppo economico dell'Ovest americano, una strana mistura di individualismo e di dipendenza dal suolo e dalle risorse pubbliche. In un ritratto appeso sopra il banco della reception presso l'impianto di Aberdeen, J.R. Simplot ha il sorriso saputo di un giocatore che ha fatto il colpo grosso. (p. 154)
 
===[[Explicit]]===
I dirigenti che mandano avanti l'industria del fast food non sono uomini cattivi, sono uomini d'affari. Se lo pretendete, venderanno hamburger biologici fatti con carne di animali allevati al pascolo, alimentati con erba. Venderanno qualsiasi cosa che produca un profitto. L'utilità del mercato e la sua efficacia come strumento sono armi a doppio taglio. Non è stato ancora esercitato pienamente il potere reale del consumatore americano. I vertici di Burger King, {{maiuscoletto|kfc}} e McDonald's dovrebbero sentirsi scoraggiati: sono in minoranza. Loro sono tre e voi siete quasi trecento milioni. Un buon boicottaggio, il rifiuto di comprare, può avere più effetto delle parole e a volte la forza più irresistibile è quella più semplice.<br />
Spalancate la porta a vetri, sentite il soffio dell'aria condizionata, entrate, mettetevi in fila e guardatevi intorno, guardate i ragazzini che lavorano in cucina, i clienti seduti ai tavoli, le pubblicità dell'ultimo giocattolo, studiate le fotografie illuminate lassù, dietro il bancone, pensate da dove arriva il cibo, a come e dove è stato fatto, a cosa viene messo in moto da ogni singolo acquisto di fast food, a come l'effetto si propaga, vicino e lontano; pensateci. Poi ordinate. Oppure fate dietrofront e uscite. Non è troppo tardi. Persino in questa nazione fast food, potete ancora fare come vi pare. <!--(pp. 374-375)-->
==Bibliografia==
*Eric Schlosser, ''Fast Food Nation: il lato oscuro del cheeseburger globale'', traduzione di Maria Grazia Gini, Oscar Mondadori, Milano, 2014. ISBN 978-88-04-64200-8 ([http://books.google.it/books?id=PqfSAwAAQBAJ&pg=PT0 Anteprima su Google Libri])