Daniel Pennac: differenze tra le versioni

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aggiunto incipit di Signor Malaussène e Come un romanzo
Ordine cronologico del ciclo di Malaussène, fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Daniel_Pennac#Il_ciclo_di_Malauss.C3.A8ne
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*La questione del tono… Le [[parola|parole]] sono soltanto parole, quasi nulla senza il loro intento, che affidiamo al tono e che trascende il significato per sempre prigioniero dei dizionari.
*Le nuvole tanto attese si ammassano finalmente sopra la tua testa, il cielo nero si apre come un otre squarciato, la pioggia finalmente cade, ma avvicinandosi alla terra troppo bollente le gocce esplodono, esplodono appena sopra le tue mani tese, la tua bocca aperta, le tue labbra spellate, come se la Terra fosse diventata il sole in persona, e risalgono in getti di vapore per ricostituire le nuvole che il vento spinge altrove; allora sì, allora sai cos'è l'inferno...
 
==''La fata Carabina''==
===[[Incipit]]===
Era inverno a Belleville e c'erano cinque personaggi. Sei contando la lastra di ghiaccio. Sette, anzi, con il cane che aveva accompagnato il Piccolo dal panettiere. Un cane [[epilessia|epilettico]], con la lingua che gli penzolava da un lato.
 
===Citazioni===
*Bisogna pagare una tassa sull'[[amore]], ragazzo mio. La felicità individuale ha il dovere di produrre delle ripercussioni collettive senza le quali la società è soltanto un sogno da predatori.
*"Invecchiare, che orrore" diceva mio padre "ma è l'unico modo che ho trovato per non morire giovane".
*La [[città]] è il cibo preferito dei cani.
*[[Proverbio]] taoista [...]: "Se domani, dopo la vittoria di stanotte, contemplandoti nudo allo specchio scoprirai un secondo paio di testicoli, che il tuo cuore non si gonfi di orgoglio, figlio mio, vuol semplicemente dire che ti stanno inculando".
*I giovani amano la morte. A dodici anni si addormentano sentendo racconti di guerra, a vent'anni la fanno. [...] Sognano di dare una morte giusta o di ricevere una morte gloriosa, ma in entrambi i casi è la morte che amano.
*Siccome nessuno reagisce, il Piccolo si avvicina a me e Stojilkovicz.<br>"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore."<br>"Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera.<br>"Perché?"<br>"Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile." (cap. 2)
*Uno crede di portare fuori il cane a fare pipì mezzogiorno e sera. Grave errore: sono i cani che ci invitano due volte al giorno alla meditazione.
*"[[Problema dell'esistenza di Dio|Se Dio esiste]], spero che abbia una scusa valida."
*Ma così è la vita: se incontri un essere umano nella folla, seguilo... seguilo.
*(Così è la vita: ci sono i conosciuti e gli sconosciuti. I conosciuti ci tengono a farsi riconoscere, gli sconosciuti vorrebbero rimanere tali, e a tutti e due va male.)
*Vorrei appartenere alla grande, bella "anima umana", quella che crede, vero come l'oro, al carattere esemplare della pena, quella che sa da che parte stanno i buoni, da che parte stanno i cattivi, vorrei essere il fortunato possessore di un'''intima convinzione'', cazzo come mi piacerebbe! Perdio se mi semplificherebbe la vita!
*È strano, l'uomo. In quel momento facevo ancora in tempo a defilarmi ringraziando il buon dio Caso. Ma una delle innumerevoli caratteristiche che distinguono l'uomo dalla bestiola è di volerne di più. E anche quando la quantità è sufficiente, reclama la qualità. I fatti brutti non gli bastano più, vuole anche i "perché", i "come" e i "fino a che punto".
*Ci sono quelli che vengono schiantati dal dolore, quelli che diventano pensosi. Ci sono quelli che parlano del più e del meno sull'orlo della tomba, e continuano in macchina, del più e del meno, neanche del morto, di piccole cose domestiche; ci sono quelli che dopo si suicideranno e non glielo si vede in faccia, ci sono quelli che piangono molto e cicatrizzano in fretta, quelli che annegano nelle lacrime che versano, quelli che sono contenti, sbarazzati da qualcuno; ci sono quelli che non riescono più a vedere il morto, tentano, ma non ce la fanno, il morto ha portato con sé la propria immagine, ci sono quelli che vedono il morto ovunque, vorrebbero cancellarlo, vendono i suoi tre stracci, bruciano le sue foto, traslocano, cambiano continente, ci riprovano con un vivo, ma niente da fare, il morto è sempre lì, nel retrovisore; ci sono quelli che fanno il pic-nic al cimitero e quelli che lo evitano perché hanno una tomba scavata nella testa, ci sono quelli che non mangiano più, ci sono quelli che bevono, quelli che si domandano se il loro dolore è autentico o costruito; ci sono quelli che si ammazzano di lavoro e quelli che finalmente si prendono una vacanza, ci sono quelli che trovano la morte scandalosa e quelli che la trovano naturale con-l'età-per-cui, circostanze-che-fanno-sì-che; è la guerra, è la malattia, è la moto, la macchina, l'epoca, la vita; ci sono quelli che trovano che la morte sia la vita.
 
==''La lunga notte del dottor Galvan''==
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* Ronza, il commissario Legendre. Parla la lingua di quelle contrade glaciali dove le persone decedono invece di morire, dove le mogli sono delle consorti e i mariti dei coniugi, dove il dolore prova ma non sconvolge, il commissario di divisione Legendre parla la lingua tirata a lucido di quei registri dove si appendono i nomi in fondo ai cognomi, i quali diventano numeri di matricola quando le cose si mettono male.
 
==''La passionefata secondo ThérèseCarabina''==
===[[Incipit]]===
Era inverno a Belleville e c'erano cinque personaggi. Sei contando la lastra di ghiaccio. Sette, anzi, con il cane che aveva accompagnato il Piccolo dal panettiere. Un cane [[epilessia|epilettico]], con la lingua che gli penzolava da un lato.
Bisognerebbe vivere a posteriori. Decidiamo tutto troppo presto. Non avrei mai dovuto invitare quel tizio a cena. Una resa affrettata, dalle conseguenze disastrose. È vero che la pressione era fortissima. Tutta la tribù si era accanita a convincermi, ognuno nel proprio registro, una potenza di fuoco spaventosa:<br>
«Come sarebbe?» sbraitava Jérémy, «Thérèse è innamorata e tu non vuoi vedere il suo tipo?»<br>
«Non ho mai detto questo.»<br>
Subentrava Louna:<br>
«Thérèse trova un signore che si interessa a lei, fenomeno altrettanto improbabile di un tulipano su Marte, e a te non frega niente?»<br>
«Non ho detto che non me ne fregava niente.»<br>
«Nemmeno un briciolo di curiosità, Benjamin?»
 
===Citazioni===
*Bisogna pagare una tassa sull'[[amore]], ragazzo mio. La felicità individuale ha il dovere di produrre delle ripercussioni collettive senza le quali la società è soltanto un sogno da predatori.
*L'[[amore]] uccide, come i giochi d'azzardo: la certezza che non potremo mai rifarci.
*"Invecchiare, che orrore" diceva mio padre "ma è l'unico modo che ho trovato per non morire giovane".
*La conseguenza è infatti l'atterraggio di fortuna di una conclusione tratta male. (cap. 2)
*La [[città]] è il cibo preferito dei cani.
*Strano, lo sguardo del cane che spinge. È sempre una faccenda che lo assorbe molto. Preferirebbe non essere visto, vorrebbe tanto guardare altrove, ma la cosa richiede tutta la sua concentrazione. Si tratta di ottenere un equilibrio pendolare del treno posteriore, di calcolare un'esatta verticale, di non farsela sulle zampe e di non caderci seduto dentro. Un gran numero di parametri da valutare contemporaneamente. Si vorrebbe fare in fretta e con discrezione, ma l'evento richiede lentezza, esige applicazione. La fronte si corruga, il sopracciglio si aggrotta. Se c'è una circostanza della sua vita in cui il cane sembra pensare, un momento di pura introspezione, è quando spinge.
*[[Proverbio]] taoista [...]: "Se domani, dopo la vittoria di stanotte, contemplandoti nudo allo specchio scoprirai un secondo paio di testicoli, che il tuo cuore non si gonfi di orgoglio, figlio mio, vuol semplicemente dire che ti stanno inculando".
*«Therésè cara, dormi?» – Aveva gli occhi spalancati nel buio. – «Therésè, cos'hai?» – Mi ha detto: «Amo.»
*I giovani amano la morte. A dodici anni si addormentano sentendo racconti di guerra, a vent'anni la fanno. [...] Sognano di dare una morte giusta o di ricevere una morte gloriosa, ma in entrambi i casi è la morte che amano.
*La specie umana è una decisione di donna, Benjiamin. Nemmeno Hitler ha potuto opporvisi.
*Siccome nessuno reagisce, il Piccolo si avvicina a me e Stojilkovicz.<br>"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore."<br>"Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera.<br>"Perché?"<br>"Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile." (cap. 2)
*No, Malausséne, quando si ha una piccola tana tutta per sé non bisogna cercare di ingrandirla. Bisogna trarre profitto dai propri limiti.
*Uno crede di portare fuori il cane a fare pipì mezzogiorno e sera. Grave errore: sono i cani che ci invitano due volte al giorno alla meditazione.
*Ho fotografato quello che mi capitava sott'occhio, senza ricerca né distinzione; i ricordi sono figli del caso, solo gli imbroglioni hanno la memoria in ordine.
*"[[Problema dell'esistenza di Dio|Se Dio esiste]], spero che abbia una scusa valida."
*Ma così è la vita: se incontri un essere umano nella folla, seguilo... seguilo.
*(Così è la vita: ci sono i conosciuti e gli sconosciuti. I conosciuti ci tengono a farsi riconoscere, gli sconosciuti vorrebbero rimanere tali, e a tutti e due va male.)
*Vorrei appartenere alla grande, bella "anima umana", quella che crede, vero come l'oro, al carattere esemplare della pena, quella che sa da che parte stanno i buoni, da che parte stanno i cattivi, vorrei essere il fortunato possessore di un'''intima convinzione'', cazzo come mi piacerebbe! Perdio se mi semplificherebbe la vita!
*È strano, l'uomo. In quel momento facevo ancora in tempo a defilarmi ringraziando il buon dio Caso. Ma una delle innumerevoli caratteristiche che distinguono l'uomo dalla bestiola è di volerne di più. E anche quando la quantità è sufficiente, reclama la qualità. I fatti brutti non gli bastano più, vuole anche i "perché", i "come" e i "fino a che punto".
*Ci sono quelli che vengono schiantati dal dolore, quelli che diventano pensosi. Ci sono quelli che parlano del più e del meno sull'orlo della tomba, e continuano in macchina, del più e del meno, neanche del morto, di piccole cose domestiche; ci sono quelli che dopo si suicideranno e non glielo si vede in faccia, ci sono quelli che piangono molto e cicatrizzano in fretta, quelli che annegano nelle lacrime che versano, quelli che sono contenti, sbarazzati da qualcuno; ci sono quelli che non riescono più a vedere il morto, tentano, ma non ce la fanno, il morto ha portato con sé la propria immagine, ci sono quelli che vedono il morto ovunque, vorrebbero cancellarlo, vendono i suoi tre stracci, bruciano le sue foto, traslocano, cambiano continente, ci riprovano con un vivo, ma niente da fare, il morto è sempre lì, nel retrovisore; ci sono quelli che fanno il pic-nic al cimitero e quelli che lo evitano perché hanno una tomba scavata nella testa, ci sono quelli che non mangiano più, ci sono quelli che bevono, quelli che si domandano se il loro dolore è autentico o costruito; ci sono quelli che si ammazzano di lavoro e quelli che finalmente si prendono una vacanza, ci sono quelli che trovano la morte scandalosa e quelli che la trovano naturale con-l'età-per-cui, circostanze-che-fanno-sì-che; è la guerra, è la malattia, è la moto, la macchina, l'epoca, la vita; ci sono quelli che trovano che la morte sia la vita.
 
==''La prosivendola''==
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*A nascere son buoni tutti! Persino io sono nato! Ma poi bisogna divenire! divenire! crescere, aumentare, svilupparsi, ingrossare (senza gonfiare), accettare i mutamenti (ma non le mutazioni), maturare (senza avvizzire), evolvere (e valutare), progredire (senza rimbambire), durare (senza vegetare), invecchiare (senza troppo ringiovanire), e morire senza protestare, per finire... un programma enorme, una vigilanza continua... perché a ogni età l'età si ribella contro l'età, sai! E se fosse solo questione di età... ma c'è anche il contesto!
* L'amore è sempre stato di bocca buona riguardo ai suoi primi alimenti. Le prime conversazioni d'amore assomigliano agli omogeneizzati dei bambini. Non importano gli ingredienti, tanto è d'altro che si parla. L'amore sfida le leggi della dietetica, si nutre di tutto e nulla lo nutre. Si son viste autentiche passioni nascere da conversazioni così povere di proteine da reggersi a stento in piedi. A questo assistiamo, a questo becchettio amoroso tra Clara e Clèment. Né l'uno né l'altra sanno davvero di cosa stiano parlando, ma la mamma capisce benissimo che tutto ciò che sboccia dalle labbra di Clèment – verso chiunque sia rivolta – vola in realtà verso Clara, aquiloni variopinti, piccoli emissari d'amore che Clara afferra al volo senza batter ciglio.
 
==''La passione secondo Thérèse''==
===[[Incipit]]===
Bisognerebbe vivere a posteriori. Decidiamo tutto troppo presto. Non avrei mai dovuto invitare quel tizio a cena. Una resa affrettata, dalle conseguenze disastrose. È vero che la pressione era fortissima. Tutta la tribù si era accanita a convincermi, ognuno nel proprio registro, una potenza di fuoco spaventosa:<br>
«Come sarebbe?» sbraitava Jérémy, «Thérèse è innamorata e tu non vuoi vedere il suo tipo?»<br>
«Non ho mai detto questo.»<br>
Subentrava Louna:<br>
«Thérèse trova un signore che si interessa a lei, fenomeno altrettanto improbabile di un tulipano su Marte, e a te non frega niente?»<br>
«Non ho detto che non me ne fregava niente.»<br>
«Nemmeno un briciolo di curiosità, Benjamin?»
 
===Citazioni===
*L'[[amore]] uccide, come i giochi d'azzardo: la certezza che non potremo mai rifarci.
*La conseguenza è infatti l'atterraggio di fortuna di una conclusione tratta male. (cap. 2)
*Strano, lo sguardo del cane che spinge. È sempre una faccenda che lo assorbe molto. Preferirebbe non essere visto, vorrebbe tanto guardare altrove, ma la cosa richiede tutta la sua concentrazione. Si tratta di ottenere un equilibrio pendolare del treno posteriore, di calcolare un'esatta verticale, di non farsela sulle zampe e di non caderci seduto dentro. Un gran numero di parametri da valutare contemporaneamente. Si vorrebbe fare in fretta e con discrezione, ma l'evento richiede lentezza, esige applicazione. La fronte si corruga, il sopracciglio si aggrotta. Se c'è una circostanza della sua vita in cui il cane sembra pensare, un momento di pura introspezione, è quando spinge.
*«Therésè cara, dormi?» – Aveva gli occhi spalancati nel buio. – «Therésè, cos'hai?» – Mi ha detto: «Amo.»
*La specie umana è una decisione di donna, Benjiamin. Nemmeno Hitler ha potuto opporvisi.
*No, Malausséne, quando si ha una piccola tana tutta per sé non bisogna cercare di ingrandirla. Bisogna trarre profitto dai propri limiti.
*Ho fotografato quello che mi capitava sott'occhio, senza ricerca né distinzione; i ricordi sono figli del caso, solo gli imbroglioni hanno la memoria in ordine.
 
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