Mario Luzzatto Fegiz: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Mario Luzzatto Fegiz==
*Ciò premesso, va riconosciuto che "''[[Lucio Battisti#Hegel|Hegel]]''", nella babele di parole (in coerenza con la loro negazione i testi non sono allegati al disco per il semplice fatto che esse non esistono), con un tappeto sonoro modernissimo, è meno brutto dei precedenti (forse ci stiamo abituando).<ref>Da ''[http://archiviostorico.corriere.it/1994/settembre/29/con_Battisti_Hegel_rimane_ostico_co_0_94092912971.shtml Con Battisti "Hegel" rimane ostico]'', ''Corriere della Sera'', 29 settembre 1994.</ref>
*{{NDR|Su [[Pino Daniele]]}} È stato capace di evocare la grande varietà di umori, di atmosfere e di stili di una Napoli che nessuno aveva colto prima di lui. È stato capace di evocare la grande varietà di umori, di atmosfere e di stili di una Napoli che nessuno aveva colto prima di lui.<ref>Da ''[http://www.corriere.it/spettacoli/15_gennaio_05/pino-daniele-morto-contraddizioni-napoli-voce-note-orgoglio-5fef5e44-94a2-11e4-b882-edd16a1de18c.shtml Le contraddizioni di Napoli nella voce e nelle note di Pino Daniele]'', ''Corriere.it'', 5 gennaio 2015.</ref>
*{{NDR|Su [[Renato Zero]]}} È un urlatore di aforismi con carisma: ed è forse per questo che al di là di tutto lo show è appassionante, a tratti emozionante: Zero può essere giudicato tutto tranne che noioso. E va osservato che probabilmente il geniale affarista dell'adolescenza in cerca di punti di riferimento non creda a una parola di quello che canta e dice.<ref>Dal ''Corriere della Sera'', 9 luglio 1980.</ref>
*[...] esponenti più vistosi e commercialmente fortunati {{NDR|della musica demenziale italiana}} furono gli [[Squallor]], Daniele Pace, Totò Savio, Alfredo Cerruti, Giancarlo Bigazzi, che nella vita facevano mestieri normali come i discografici o i musicisti o i parolieri e una volta all'anno si chiudevano in una sala d'incisione in compagnia di alcolici e donnine allegre per svuotare, a microfoni aperti, la sentina della loro creatività più oscena e volgare, dando vita ad album dai titoli allusivi come ''Tromba'', ''Cappelle'', ''Arrapaho''.<ref>Da ''[http://archiviostorico.corriere.it/2004/settembre/03/Elio_suoi_antenati_demenziale_potere_co_9_040903079.shtml Elio e i suoi antenati. Il demenziale al potere]'', ''Corriere della Sera'', 3 settembre 2004, p. 35.</ref>
*[[Mango (cantante)|Mango]] è stato un caso unico nella musica leggera italiana: ha saputo coniugare raffinata melodia con un pizzico di sperimentalismo vocale e con una spruzzata di sensazioni etniche, senza perdere di vista né il rock né la canzone d'autore, generi da cui ha sempre evitato accuratamente di attingere qualsiasi effetto, accordo, prassi in qualche modo prevedibile.<ref name=mango>Da ''[http://www.corriere.it/spettacoli/14_dicembre_08/mango-morto-voce-divenuta-strumento-innovatore-musica-leggera-9016ab1a-7ed4-11e4-bf8b-faa9d359f85b.shtml Mango, la voce divenuta strumento che ha rinnovato la musica leggera]'', ''Corriere.it'', 8 dicembre 2014.</ref>
*Nell'album "''[[Lucio Battisti#Cosa succederà alla ragazza|Cosa succederà alla ragazza]]''" uscito in questi giorni Battisti spinge a fondo questa sfida con qualche piccola modifica. I testi sono sempre un guazzabuglio di vocaboli, ma sono parole in libertà vigilata. Infatti nel delirio verbale si può intravedere una certa lubrica malizia [...]. Ma il disco è noioso più che per i versi, per il sapore ossessivo e quasi ipnotico delle musiche. Se lo si mette sul giradischi senza prestargli troppa attenzione, suona da perfetto sottofondo come certi lavori di "new age".<ref>Da ''[http://archiviostorico.corriere.it/1992/settembre/29/ermetico_autodidatta_co_0_92092915276.shtml Un ermetico autodidatta]'', ''Corriere della Sera'', 29 settembre 1992, p. 38.</ref>
*Occorre quindi separare il [[Lucio Battisti|Battisti]] uomo, orso indecifrabile, dal Battisti leggenda, capace di dispensare emozioni ineguagliabili, di dar le ali alla poesia per canzone di Mogol, di colorare il nostro grigio quotidiano di fantastiche melodie, di rinnovare la canzone italiana come nessuno seppe fare prima e dopo. Con Battisti non se ne va solo una caposcuola e un grande artista, ma un pezzo della storia del costume del nostro Paese, nonche' l'artefice di una colonna sonora immortale che ha unito almeno tre generazioni.<ref>Da ''[http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/10/rivoluzionario_delle_emozioni_co_0_9809109319.shtml Un rivoluzionario delle emozioni]'', ''Corriere della Sera'', 10 settembre 1998, p. 5.</ref>
*Per metafora si potrebbe affermare che [[Mango (cantante)|Mango]] recita la parte di un folletto che si muove agile e furtivo in un ambiente dall'architettura complessa, senza urtare le cristallerie la cui esatta ubicazione solo lui conosce, in un insieme vocal strumentale molto pittorico e mai banale. Nel suo caso si può parlare di «voce che si fa strumento con modulazioni speciali».<ref name=mango/>
*{{NDR|Su [[Rino Gaetano]]}} Quando era salito sul palco di Sanremo nel 1978 a cantare «Gianna» sembrava uscito dalla celebre canzone di [[Domenico Modugno|Modugno]]: indossava un cappello a cilindro, un frac con fiore all'occhiello. Fra ironia, ottimismo, romanticismo e non-sense costituiva un caso abbastanza unico nel panorama italiano, un outsider, come [[Fred Buscaglione|Buscaglione]].<ref>Da ''[http://archiviostorico.corriere.it/2002/settembre/03/festival_con_ironia_celebra_Rino_co_0_0209034871.shtml Un festival con ironia «celebra» Rino Gaetano]'', ''Corriere della Sera'', 3 settembre 2002, p. 36.</ref>