Percy Bysshe Shelley: differenze tra le versioni

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* {{NDR|Descrivendo un mondo ideale}} Ora l'uomo non uccide più l'[[agnello]] dai dolci occhi; ha smesso di divorarne le carni macellate che, per vendetta delle violate leggi naturali, sprigionano nel suo corpo putridi umori, tutte le malefiche passioni, i vani pensieri, l'odio e la disperazione, la ripugnanza e, nella sua mente, i germi della sofferenza, della morte, della malattia e del crimine.<ref>Da ''Queen Mab''; citato in Aa.Vv., ''Un gusto superiore: un modo nuovo di mangiare e di vivere'', The Bhaktivedanta Book Trust Italia, 1992, p. 22.</ref>
* Più un oggetto sfugge al nostro sguardo, maggiore è lo sforzo che facciamo per afferrarlo, poiché esso punzecchia il nostro orgoglio, eccita la nostra curiosità e ci appare interessante. Combattendo ciascuno per il proprio dio, infatti, si combatte solo per gli interessi della propria [[vanità]], la quale, fra tutte le passioni prodotte dal cattivo assetto sociale, è quella che può essere offesa più facilmente e quella che meglio si presta a commettere follìe.<ref>Da ''La necessità dell'ateismo'' (1813), Nessun Dogma, Roma, 2012, pp. 15-16.</ref>
* ''Salute a te, o spirito di gioia! | Tu che non fosti mai uccello, e dall'alto | del cielo, o vicino, rovesci | la piena del tuo cuore in generose | melodie di un'arte non premeditata. | Sempre più in alto, in alto ti vedo | guizzare dalla terra , una nube di fuoco, | e percorri con l'ali l'infinito azzurro, | ti levi nell'aria cantando, | e librandoti alta ancora canta.'' (da ''Ad un'[[allodola]]''<ref>In ''Poesie'', a cura di Roberto Sanesi, Milano, 1983.</ref>)
* Se il volto di [[George Gordon Byron|Byron]] era una maschera creata dalla personalità interiore del poeta che tradiva involontariamente i suoi sentimenti o li drammatizzava a tutto beneficio di un osservatore scelto, quello di Shelley era di una trasparenza che rivelava la sua vita interiore e le diverse peculiarità che dominavano il suo intelletto: la sua ingenuità, il suo facile entusiasmo, il suo ardore superficiale. Il suo singolare temperamento gli aveva donato un aspetto privo di età. Sfuggiva a ogni classificazione, cronologica o caratteriale che fosse.<ref>Citato in Peter Quennell, ''Byron in Italia'', Il Mulino, Bologna, 1999.</ref>
* So di essere uno di quelli che gli uomini non amano; ma sono di quelli di cui si ricordano.<ref>Citato in [[Charles Baudelaire]], ''Lettre à Sainte-Beuve''.</ref>