Jorge Amado: differenze tra le versioni

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{{NDR|Jorge Amado, ''Jubiabá'', traduzione di Dario Puccini e Elio Califano, Einaudi}}
 
===''La bottega dei miracoli''===
Nel vasto territorio del Pelourinho uomini e donne insegnano e studiano. Università vasta e variata, esso si estende e ramifica fino al Tabuão, alle Porte del Carmine e in Sant'Antonio-oltre-il-Carmine, alla Baixa dos Sapateiros, sui mercati, al Maciel, alla Lapinha, alla piazza della Cattedrale, al Tororò, alla Barroquinha, alle Sette Porte e al Rio Vermelho: in ogni luogo dove uomini e donne lavorano i metalli e il legno, usano erbe e radici, mischiano ritmi, passi di danza e sangue e con la mescolanza hanno creato un altro colore e un altro suono, un'immagine nuova, originale.
 
===''Tempi difficili: i sotterranei della libertà''===
Era stato un mese di cattive notizie. Il deputato Artut Carneiro Macedo da Rocha, discendente di antica famiglia paulista, pensava contento che entro poche ore quel fatidico mese di ottobre del 1937 sarebbe finito, chissà che novembre cominciasse sotto migliori auspici.<br>Si era appena cambiato il vestito e, svuotando le tasche della giacca che aveva usato nel pomeriggio, trovò il telegramma di Paulo. Lo rilesse ancora una volta e lo gettò sul letto con un gesto di stizza. Ma insomma, quando arrivava? Perché si tratteneva a Buenos Aires? Il telegramma non lo diceva. Paulo poteva sbarcare da un aereo da un momento all'altro e sarebbe stato certamente attorniato da reporter famelici. Si sforzò di non pensare al figlio, al suo ritorno, allo scandalo in cui era coinvolto.
 
===''Teresa Batista stanca di guerra''===