Errore: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Henri-Frédéric Amiel+1
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 7:
*Chiamate l'errore come volete, purché lo riconosciate per quello che è. ([[Donald Nicholl]])
*Ciò che fa di noi quello che siamo non sono gli errori che commettiamo, ma come ne affrontiamo le conseguenze. (''[[Being Erica]]'')
*Concediti un errore: lo spazio di un errore è uno spazio di crescita. ([[Fabio Volo]])
*Difatti, da qualunque parte sia la [[verità]], essa non può mancare di uscire illuminata da tale prova. Essa ha un fascino segreto e un potere invincibile sugli animi; presto o tardi giunge a sottometterli. Noi siamo fatti per conoscerla, e quando invece abbracciamo l'errore, siamo sedotti e legati dalla sua somiglianza con la verità, perché essa non è sempre egualmente sensibile e palpabile; qualche volta l'errore prevale per ignoranza, si accredita con l'opinione, si afferma e si consolida con l'uso; l'errore assume allora tutte le apparenze della verità, e acquista sugli animi un dominio che sembra indistruttibile.<br>Quando la verità così offuscata e dimenticata incomincia a riapparire, essa si ritrova con tutti gli svantaggi della novità, e vede alzarsi contro di sé quelle proteste che l'errore suscita, nel proprio interesse, ogni volta che viene enunciata. Soltanto a forza di esami e di fatiche, al prezzo di una discussione lunga e laboriosa essa riconquista la sua autorità perduta, e finalmente si manifesta con quella certezza alla quale l'evidenza ha posto il suo suggello. Il suo possesso è allora assicurato, essa non fugge più dopo essere stata lungamente disputata e acquistata con una ricerca ostinata, che una contraddizione sostenuta ha reso più profonda e più seria. ([[Guillaume Le Trosne]])
*E perché solo la menzogna e l'errore, la degradazione e la pornografia avrebbero il diritto di essere proposti e spesso, purtroppo, imposti dalla propaganda distruttiva dei mass media, dalla tolleranza delle leggi, dalla timidezza dei buoni e dalla temerità dei cattivi? ([[Papa Paolo VI]])