Giovanni Papini: differenze tra le versioni

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*Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene – ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male. (da ''Schegge'')
*Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre. (da ''Amiamo la [[guerra]]!'', ''Lacerba'', II, 20, 1° ottobre 1914)
*Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 - ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo. (dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920<ref>Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref>)
*{{NDR|[[Alfredo Oriani]]}} Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua ''Ideale Rivolta'' nel ''Leonardo'' ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità. (da G. Papini, Alfredo Oriani. ''La lotta politica'', in ''Scrittori e artisti'')<ref name=Gentili>Citato in Sandro Gentili, ''Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini'', Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8</ref>
*La [[gioventù]] è nostalgica e profetica: rimpianto di ciò che non fu mai posseduto, desiderio di quel che non sarà mai nostro [...]. Ma pure è il solo tempo della vita in cui veramente si vive: se vita è fuoco, amore di grandezza, sete di perfezione, amore dell'amore. È il solo tempo in cui l'uomo sia come ferro bianco e duttile, pronto a colare nelle forme vili ma anche in quelle divine; non ancora rappreso per sempre nel duro congelamento dell'abitudine [...]. Tutto il rimanente della vita ci scalderemo alla braciglia lasciata dall'incendio della giovinezza. (da ''Sulla gioventù'', ''Il Frontespizio'', XI, ottobre 1932)
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*Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie. (da ''Il tragico quotidiano'')
*Verso la mattina tutte le [[stelle]] sparse per il cielo si coagulano insieme, lasciando l'argento per l'oro allo scopo di formare l'unico sole. La [[notte]] è individualista e il [[giorno]] è monarchico. (da ''Spunti e spuntature'', ''Il Frontespizio'', X, settembre 1932)
*Io ho creduto alla guerra nel 14 e nel 15 - ma dal 16 a ora la mia repugnanza e la mia disillusione son andate crescendo gigantescamente. E oggi, come te, maledico e condanno ciò che esaltai. [...] L'orrore ci ha insegnato quel che veramente siamo. (dalla lettera ad [[Aldo Palazzeschi]], 9 luglio 1920<ref>Citato in Franco Contorbia, ''Su Palazzeschi "politico"''; in ''L'opera di Aldo Palazzeschi, Atti del convegno internazionale'', a cura di Gino Tellini, Olschki, Firenze, 22-24 febbraio 2001, p. 178</ref>)
 
==''Il diavolo''==