Immanuel Kant: differenze tra le versioni

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*Vi è un'infinità di cose della bella natura, per le quali esigiamo l'accordo dei nostro giudizio con quello di ciascun altro, e, senza molto ingannarci, possiamo anche aspettarlo; ma dal nostro giudizio sul sublime della natura non ci possiamo ripromettere così facilmente il consenso altrui. Pare difatti che, per pronunziare un giudizio su questa eccellenza degli oggetti naturali, sia necessaria una cultura molto maggiore, non soltanto del Giudizio estetico, ma anche delle facoltà conoscitive che vi stanno a fondamento. (1997, p. 201)
*In realtà, ciò che noi, preparati dalla cultura, chiamiamo sublime, ... è per l'uomo rozzo semplicemente terribile. Questi, in quelle manifestazioni dell'impero devastatore della natura e della sua grande potenza, di fronte a cui il suo potere si riduce a niente, non vedrà che il disagio, il pericolo, l'affanno, che colpirebbe l'uomo che vi sarebbe esposto. (1997, p. 203)
*La frode, la violenza, l'invidia dominano sempre intorno a lui, sebbene egli sia onesto, pacifico e benevolente ; e gli onesti, che ancora gli è dato di incontrare, malgrado tutto il loro diritto di essere felici, sono sottoposti dalla natura, che non fa tali considerazioni, a tutti i mali della miseria e della malattia e ad una morte prematura come gli altri animali della terra. E rimangono sottoposti a tutti i mali finché un vasto sepolcro li inghiotte tutti insieme (onesti e disonesti, non importa) e li rigetta, essi che si erano creduti il fine ultimo della creazione, nell'abisso del cieco caos della materia da cui erano usciti. (citato in [[Tim Willocks]], ''Il fine ultimo della creazione'')
*Esiste una causa morale del mondo, per proporci uno scopo finale, conformemente alla legge morale; e per quanto questo scopo è necessario, altrettanto è necessario ammettere quella causa: cioè che [[Problema dell'esistenza di Dio|vi è un Dio]].
*Un prodotto organizzato dalla [[natura]] è un prodotto dove tutto è reciprocamente fine e mezzo; in esso, nulla d'inutile, privo di scopo, o dovuto a un cieco meccanismo naturale.