I fratelli Karamazov: differenze tra le versioni

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ortografia
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*Perché in questi tre mesi mi guardavi come in attesa? Per arrivare a chiedermi: "Qual è la tua fede o non ne hai affatto?" (Ivàn: cap. III, 1994, p. 324)
*Voglio intendermi con te, Alëša, perché non ho amici, e voglio provare. (Ivàn: cap. III, 1994, p. 325)
*Io, colombello, ho stablitostabilito che se non riesco a comprendere questo, tanto meno posso comprendere la questione di Dio. Riconosco umilmente di non avere nessuna inclinazione alla risoluzione di simili problemi: io ho una mente euclidea, terrestre; come si possono dunque risolvere problemi che non sono di questo mondo? (Ivàn: cap. III, 1994, p. 326)
*E figurati un po' che, in definitiva, questo mondo di Dio io non l'accetto, e pur sapendo che esiste, non lo ammetto affatto. Non è che non accetti Dio, intendimi: è il mondo creato da Dio che non accetto e che non posso rassegnarmi ad accettare. Mi spiego: sono convinto allo stesso modo di un bimbo che le sofferenze saranno sanate e mitigate, che la degradante commedia delle contraddizioni umane scomparirà come un triste miraggio [...], che da ultimo, nello scenario finale, nel momento dell'eterna armonia, vi sarà, si rivelerà qualcosa di così unico che basterà a colmare tutti i cuori, a placare tutto lo sdegno, a riscattare tutti i misfatti degli uomini, tutto il sangue da loro versato, e basterà perché sia possibile non solo perdonare, ma anche giustificare tutto quello che c'è stato. E che avvenga, pure; ma io non l'accetterò mai, nn voglio accettarlo! (Ivàn: cap. III, 1994, p. 327)
*"Fratellino mio, non voglio traviarti, sconvolgere le tue categorie: forse vorrei solo che la tua vicinanza mi guarisse" sorrise a un tratto Ivàn, proprio come un bambino piccolo e fragile. Alëša non gli aveva mai visto un simile sorriso. (cap. III, 1994, p. 328)