Jack London: differenze tra le versioni

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====Grazia Gatti====
Buck non leggeva i giornali, altrimenti avrebbe saputo quali guai si stavano preparando non soltanto per lui, ma per tutti i cani di forte muscolatura e col pelo lungo e soffice da Puget Sound a San Diego. Brancolando tra le tenebre artiche gli uomini avevano trovato un metallo giallo e, poiché le compagnie di navigazione e di trasporto avevano divulgato la notizia, migliaia di persone correvano verso il Nord. Questi uomini avevano bisogno di cani; cani robusti, con una forte muscolatura e pelo folto per difendersi dal gelo.
 
===Citazioni===
*Una volta per tutte aveva capito che davanti a un uomo con un bastone non aveva possibilità. Aveva imparato la lezione e non la dimenticò per tutta la vita. (cap. I, p. 62, 2011)
*Da lì in avanti tra i due fu guerra. Spitz, il cane leader e il capo riconosciuto della muta, sentiva la minaccia che questo strano cane delle Terre del Sud rappresentava per la propria supremazia. Per lui Buck era davvero strano [...]. (cap. III, p. 85, 2011)
*C'è un'estasi che caratterizza il culmine della [[vita]] e oltre la quale la vita non può innalzarsi. E il paradosso di vivere è tale che questa estasi arriva quando si è sommamente vivi e viene come un totale oblio dell'essere vivi. Questa estasi, questo dimenticarsi di vivere, viene all'artista fuori di sé colto da una vampata di passione; viene durante la battaglia campale al soldato pazzo di guerra quando rifiuta la tregua; e venne a Buck alla testa del branco mentre faceva risuonare il vecchio grido del [[lupo]], teso a inseguire il cibo ancora vivo che fuggiva rapido davanti a lui sotto la luna. Stava scandagliando le profondità della sua natura e di parti della sua natura ancora più profonde di lui, le stesse che risalivano nel grembo del Tempo. (cap. III, p. 91, 2011)
*Era più vecchio dei giorni che aveva vissuto e dei respiri che aveva esalato. Collegava il presente al passato, e l'eternità alle sue spalle gli palpitava dentro come un potente ritmo al quale ondeggiava come le mareggiate e le stagioni. Al fuoco di John Thornton sedeva un cane dall'ampio torace con la zanna bianca e il pelo lungo; ma alle spalle lo pressavano e lo stimolavano le ombre di ogni genere di cane, mezzi lupi e lupi selvaggi, i quali assaporavano il gusto della carne che mangiava, bramavano la sua acqua, annusavano il vento con lui e con lui stavano in ascolto; e quando dormiva gli parlavano dei suoni della vita nella foresta, dettandone gli stati d'animo e guidandone le azioni, coricati al suo fianco a sognare con lui e anche oltre, facendosi materia stessa dei suoi sogni. (cap. VI, p. 129, 2011)
*Thornton si inginocchiò di fianco a Buck. Gli prese la testa tra le mani e gli mise contro la guancia. Non lo sballottò scherzosamente come al solito; non gli mormorò dolci imprecazioni d'amore; ma nell'orecchio gli sussurrò: "Come quando mi vuoi bene, Buck. Come quando mi vuoi bene". Questo sussurrò. Buck guaì per trattenere l'entusiasmo. (cap. VI, p. 137, 2011)
*E molto simili alle visioni dell'uomo peloso c'era il richiamo che anche ora risuonava nel cuore della foresta. Questo lo riempiva di grande agitazione e strani desideri. Gli faceva sentire una felicità dolce, elusiva, ed era consapevole di provare struggimenti e stimoli selvaggi per una cosa che non conosceva. A volte inseguiva il richiamo sin dentro la foresta, per cercarlo come qualcosa di tangibile, e abbaiava secondo lo stato d'animo, piano o spavaldo. Poi infilava il naso nel muschio fresco del legno o nel terreno scuro dove cresceva l'erba alta e annusava con gioia gli odori della terra grassa; oppure stava per ore accucciato come se si nascondesse dietro i tronchi ricoperti di funghi o gli alberi caduti, dove teneva occhi e orecchie spalancati davanti a tutto ciò che si muoveva e risuonava intorno a lui. Poteva essere che restando così disteso sperasse di sorprendere il richiamo che non riusciva a capire. Ma non sapeva perché faceva tutte queste cose. Era spinto a farle, e non ci ragionava affatto. (cap. VII, pp. 143-144, 2011)
 
===Citazioni su ''Il richiamo della foresta''===
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==Bibliografia==
*Jack London, ''Cacciatore di anime'', cura e traduzione di [[Davide Sapienza]], Mattioli, 2009.
*Jack London, ''Il richiamo della foresta'', traduzione di Grazia Gatti, Bompiani, 1987.
*Jack London, ''Il richiamo della foresta'', a cura di Davide Sapienza, Feltrinelli, 2011
*Jack London, ''Il vagabondo delle stelle'' (1915), traduzione di Stefano Manferlotti, Adelphi, Milano, 2005.
*Jack London, ''La peste scarlatta'', a cura di Ottavio Fatica, Adelphi, 2009.