Karel Čapek: differenze tra le versioni

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*Per il resto, Pisa è comunemente nota per la sua torre pendente; orbene, ne ha unaltra, ed è quella di San Nicola: Gloria e caratteristica fondamentale di Pisa è la sua bella architettura a colonne, ovvero una felice mania per le leggere loggette che rivestono tutte le facciate con il loro amabile ritmo. (cap. ''La Toscana'', p. 95)
*Questa Ravenna naturalmente non ha niente a che fare con la Ravenna morta, con la Ravenna delle antichissime architetture cristiane e dei mosaici più belli del mondo. Se scriverò in maniera più dettagliata su quello che ho visto - e certamente non lo farò - i masaici ravennati saranno la pagina più commossa. (cap. ''Ravenna, San Marino'', p. 36)
*Questi carri sono infatti dipinti magnificamente; leggende, duelli cavallereschi, scene storiche, guerre, immagini drammatiche della vita contemporanea, tutto è dipinto con primitività gotica o un po' alla maniera delle antiche carte da gioco [...] Il primo carretto avrei voluto comprarlo immediatamente; mi pareva un pezzo da museo. Dopo due giorni ne ho viste alcune migliaia, e tra loro delle perfette meraviglie policromatiche. Se l'arte popolare vive una vita piena, è qui. (cap. ''Palermo'', p.62)
*Quindi Siracusa, città su un'isola, frammento dell'antica Syrakus. Questa, in verità, sorgeva sulla terraferma e aveva un'estensione straordinaria, un teatro, un anfiteatro e le famose cave di pietra, a questo i Cristiani aggiunsero enormi catacombe. Le cave di pietra si chiamano ''latomie'' e sono molto belle! Sono paradisi vegetali, circondati da pareti di roccia; l'unico accesso è vigilato da un custode, cui si paga, e perciò, nelle cosiddette ''latomie'', il tiranno Dionisio rinchiudeva i prigionieri. Anche a Siracusa i contadini hanno i carri dipinti, solo che ai quadri storici preferiscono le scene della vita dei nobili; e tra essi ci sono pezzi di particolare leggiadria. (cap. ''Da Palermo a Taormina'', p. 68)
*Ravenna è di per sé una città semimorta, senza tratti caratteristici, per giunta è il paradiso dei fascisti, e quelle ''camicie nere'' scorazzano con fucili e bande musicali per la città, il fascio, i nonnetti garibaldini, la musica, le processioni, le parate. Tra parentesi, i fascisti in uniforme somigliano ai nostri spazzacamini; portano una simile cuffia nera con un fiocco, e anche a loro brillano i denti; curiosa impressione. (cap. ''Ravenna, San Marino'', p. 36)
*San Marco. Non è architettura, è un organetto; si cerca la fessura in cui inserire la monetina perchè tutto l'apparato cominci a suonare ''Oh Venezia''. La fessura non l'ho trovata, di conseguenza l'organetto non ha suonato. (cap. ''Venezia'', p. 24)
*{{NDR|Sulla Sicilia}} Se l'arte popolare vive una vita piena, è qui. (cap. ''Palermo'', p.62)
*Se Padova è la città dei portici e delle arcate allora non saprei come definire Bologna: Solo che qui ogni arcata è alta quanto da noi una casa di due piani, al centro un portale conduce a un atrio cinto di colonne, nel quale potrebbe starci una rispettabile stazione, e l'atrio con un altro portale si apre sul cortile. È un'assoluta follia di colonne e di archi; tutti i casamenti sono propriamente palazzi con colonnati; tutte le strade, quasi tutta la città, sono di soli palazzi, e dove sono i quartieri più poveri si trovano sempre e solo arcate sulla strada e sul cortile, logge, portici, tutto in un pesante stile rinascimentale. È una città sfarzosa e un po' fredda; la sua gloria non è nell'arte, bensì nella scienza e nel denaro. (cap. ''Firenze'', pp. 40-41)
*Siena è una città oltremodo piccola e carina, siede su tre collinette e sorride, sia che dietro le spalle le scorra una tiepida pioggerella sia che splenda il sole; ha un paio di monumenti famosi, ma è essa stessa un grazioso monumento antico. (cap. ''Siena, Orvieto '', p. 45)