Malattia e destino: differenze tra le versioni

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*Così come tutto il mondo materiale è soltanto il [[palcoscenico]] su cui prende forma il gioco delle immagini primigenie che in questo mondo diviene allegoria, analogamente anche il corpo materiale è il palcoscenico sul quale si esprimono le immagini della coscienza. (p. 19)
*La redenzione dalla [[colpa]] è la conquista dell'unità – ma raggiungere l'unità è impossibile a chi cerca di evitare una metà della realtà. (p. 61)
*Ogni [[dolore]] è sempre il risultato di un'azione aggressiva. Se io do libero corso alla mia aggressività e la scarico su un altro, è la mia vittima che sente dolore. Se domino l'impulso aggressivo, questo si ritorce contro di me e sono io che avverto il dolore (autoaggressività). Chi ha dei dolori, dovrebbe sempre chiedersi a chi in realtà essi erano rivolti. (pag. 230)
*Tutto quello che avviene nel [[corpo]], noi lo viviamo anche nella nostra [[coscienza]], nella psiche. Se ci diamo una martellata su un dito, diciamo: il dito fa male. Il che però non è del tutto esatto, perché il dolore è esclusivamente nella coscienza, non nel dito: ci limitiamo a proiettare la sensazione psicologica "dolore" sul dito. Dato che il dolore è un fenomeno psicologico, è possibile influire su di esso: con la distrazione, l'[[ipnosi]], la narcosi, l'agopuntura. (Chi trova esagerata questa affermazione, si ricordi del fenomeno del dolore-fantasma!). Tutto quello che viviamo e soffriamo in un processo patologico fisico, avviene esclusivamente nella nostra coscienza. La distinzione tra "psichico" e "somatico" si riferisce esclusivamente al piano proiettivo. (pp. 117-118)
 
==Bibliografia==