Arturo Pérez-Reverte: differenze tra le versioni

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*La ragazza guardava l'acqua torbida del fiume come se trascinasse ricordi. Corso la vide sorridere mentre rifletteva, assente. «Non ho mai conosciuto un [[Dio]] imparziale. Né un [[diavolo]].» Si voltò inaspettatamente verso di lui; i suoi pensieri precedenti sembrava fossero spariti insieme alla corrente. «Credi nel [[diavolo]], Corso?» La guardò con attenzione, ma il fiume aveva trascinato via anche le immagini che alcuni secondi prima avevano popolato quegli occhi. Ormai c'era solo verde liquido, e luce. <br/>«Credo nella stupidità e nell'ignoranza» sorrise alla ragazza con aria stanca «e credo che la coltellata migliore sia quella che si dà qui, vedi?» Indicò il proprio inguine. «Nella femorale. Mentre si abbraccia la vittima.»<br/>«Che cosa temi, Corso? Che ti abbracci?...Che il cielo ti cada in testa?...» (Irene Adler e Lucas Corso)
 
*«Chi sei?» <br /> «Il diavolo» disse lei. «Il diavolo innamorato»
 
*Il libraio rimise il ''Poliphilo'' nella vetrina. Poi fece una risata secca, priva di allegria: «Ha qualche amico, Corso?...A volte mi chiedo se uno come lei può averne».«Vada a farsi fottere.»<br/>Il suggerimento era stato formulato con impeccabile freddezza. Varo Borja sorrise con lenta deliberazione. Non sembrava offeso.<br/>«Ha ragione. La sua amicizia non mi interessa minimamente, perché compro la sua lealtà mercenaria, solida e duratura. Non è vero?...La dignità professionale di chi onora il suo contratto anche se il re che lo ha assoldato è fuggito, anche se la battaglia è perduta, e anche se non c'è salvezza possibile...» (Varo Borja e Lucas Corso)