Tracy Chevalier: differenze tra le versioni

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+ incipit "la ragazza con l'orecchino di perla".
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==[[Incipit]] di alcune opere==
=== ''La dama e l'unicorno'' ===
Il messo ha voluto che andassi subito con lui. Jean Le Viste è così: pretende che tutti facciano come dice, immediatamente.<br/>E io l'ho fatto. Ho seguito il valletto, trattenendomi solo un istante a pulire i pennelli. Una commissione da parte di Jean Le Viste significa cibo sulla tavola per settimane. Solo il re può dire di no a Jean Le Viste, e io di certo non sono il re.<br/>D'altro canto, quante volte mi sono precipitato al di là della Senna, in rue du Four, solo per tornare indietro senza alcuna commissione? Non che Jean Le Viste sia un uomo volubile, al contrario, è caparbio e prudente, proprio com'era un tempo il suo amato sovrano, Luigi XI. E altrettanto privo di senso dell'[[umorismo]]. Non si scherza mai con lui. È un sollievo ogni volta scappare da quella casa verso la più vicina [[taverna]], per riacquistare il buon umore con un bicchiere, una battuta, una sana palpata.
 
=== ''La ragazza con l'orecchino di perla'' ===
La mamma non mi aveva detto che sarebbero venuti. Non voleva che sembrassi nervosa, mi spiegò in seguito. Mi stupii, perché pensavo che mi conoscesse bene. Gli estranei mi avrebbero visto [[serenità|serena]]. Da bambina non piangevo mai. Solo mia madre si accorgeva di una certa tensione nelle mie mascelle e dello sgranarsi dei miei occhi, già grandi per loro natura.<br/>Ero in cucina e stavo tritando le verdure quando udii delle voci provenire dalla porta d'ingresso: quella d'una [[donna]], squillante come rame lucidato, e quella d'un [[uomo]], grave e cupa come il legno del tavolo su cui stavo lavorando. Voci di un genere che raramente si udivano in casa nostra. Mi suggerivano immagini di tappeti preziosi, libri, perle e pellicce.<br/>Pensai con sollievo che solo poco prima avevo sfregato ben bene il gradino della porta d'ingresso.