Louis-Ferdinand Céline: differenze tra le versioni

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*Era prostrato dalla formidabile rassegnazione, quella stessa qualità di base che rende i poveri diavoli dell'esercito o d'altre parti così pronti a uccidere o a far vivere. (1992, p. 173)
*Mai, o quasi, chiedono il perché gli umili, di tutto quel che sopportano. Si odiano gli uni gli altri, e tanto basta. (1992, p. 173)
*Evidentemente Alcide faceva evoluzioni nel sublime come se fosse casa sua, per così dire con familiarità, dava del tu agli angeli, 'sto ragazzo, e aveva l'aria di niente. Aveva offerto quasi senza un dubbio a una ragazzina vagamente imparentata anni di tortura, l'annichilimento della sua povera vita in quella torrida monotonia, senza condizioni, senza mercanteggiare, senz'altro interesse che quello del suo buon cuore. Offriva a quella ragazzina lontana tanta tenerezza da rifare il mondo intero e questo non si vedeva. S'addormentò di colpo, alla luce della candela. Finì che mi alzai per guardare bene i suoi tratti alla luce. Dormiva come tutti. Aveva l'aria proprio normale. Però non sarebbe poi tanto male se ci fosse qualcosa per distinguere i buoni dai cattivi. (1992, p. 182)
*Ma gli trovai, osservandolo, in seguito, una faccia indubbiamente avventurosa, una faccia dagli angoli ben marcati e perfino una di quelle teste da rivoltoso che entrano troppo nel vivo dell'esistenza invece di scivolarci sopra [...]. (1992, 185)
*I tramonti di quell'inferno africano si rivelavano straordinari. Non te li toglieva nessuno. Ogni volta tragici come mostruosi assassinii del sole. Un immenso bluff. (1992, p. 190)