Giovanni Giraldi: differenze tra le versioni
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morte del filosofo avvenuta oggi 23 settembre 2014 |
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* Quello della Cena, con la sua folgorante metafora del pane e del vino assunti per identificarsi con Lui è forse il più alto dei riti religiosi mai istituiti. È ormai ora di smettere le crudeli e insulse almanaccature su carne e sangue; chi ama si immedesima con l'amato, va verso di lui (Dio o non Dio) [..] Religione sì, ma quella della Samaritana: in ispirito e verità. (in ''Sistematica'' NN. 156-157, p. 154)
* Quando si parla di [[Dio]], non si parla mai in modo impersonale. Non è possibile farlo. Anche se riferisci quello che ne ha detto altra persona, qui parli sempre in modo personale. Parlare di Dio non è lo stesso che parlare di astronomia. Quello che hai letto su Dio (su di lui c'è una biblioteca sterminata) è passato dentro di te. Se tu sei rimasto fuori, osservatore non coinvolto, tu non hai letto, non hai capito quello che hai letto, non hai vissuto il tuo tema. Se hai letto in prima persona, tu sai anche scegliere le parole giuste: anzitutto, non dirai mai «il problema di Dio». Questo non è un problema. Diresti meglio: «il tema di Dio». Nel tema parli solo tu; nel problema, invece, muovi elementi anche non tuoi, e magari del tutto non tuoi. Dio è un tema, perché è nella mente; ma non è soltanto un tema. Coinvolge tutto il tuo pensare e sentire. [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] diceva bene quando insegnava che tutti i problemi e tutti i temi sono uno e medesimo: Dio. Non per questo si è impegnati ad essere hegeliani. Dico solo che l'argomento Dio è sempre personalizzato. È tuo: e di ciascuno; ma in modo personale. (in ''Sistematica'' NN. 156-157, p. 187)
* Gli apologisti non sanno ancor quello che fanno. Non sono
* La morte del crocefisso ormai la negano teologi vari, che tuttavia non negano la sua resurrezione. (in ''Sistematica'' NN. 156-157, p. 220)
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