Herman Melville: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Già: come tutti sanno, [[meditazione]] e [[acqua]] sono sposate per sempre. (I; p. 25)
<!--Pagine da modificare per via delle citazioni di Melville [provvederò io, AlMicero, alla modifica in questi giorni]: https://it.wikiquote.org/wiki/Ultime_parole_di_personaggi_immaginari, https://it.wikiquote.org/wiki/Struzzo, https://it.wikiquote.org/wiki/Legge, https://it.wikiquote.org/wiki/Inferno, https://it.wikiquote.org/wiki/Cannibalismo, https://it.wikiquote.org/wiki/Natura, https://it.wikiquote.org/wiki/Pulce, https://it.wikiquote.org/wiki/Prometeo, https://it.wikiquote.org/wiki/Avvoltoio, https://it.wikiquote.org/wiki/Oceano_Pacifico, https://it.wikiquote.org/wiki/Senilit%C3%A0, https://it.wikiquote.org/wiki/Balena-->
*L'[[ignoranza]] è madre della [[paura]] [...]. (III; p. 49)
 
*Meglio [[dormire]] con un [[cannibale]] sobrio che con un cristiano ubriaco. (Ismaele: III; p. 52)
*Già: come tutti sanno, meditazione e acqua sono sposate per sempre. (I; p. 25)
*L'ignoranza è madre della paura [...]. (III; p. 49)
*Meglio dormire con un cannibale sobrio che con un cristiano ubriaco. (Ismaele: III; p. 52)
*[...] nel parere dei più fare qualcosa con freddezza equivale a farlo secondo le buone maniere. (V; p. 60)
*Queequeg era nativo di Rokovoko, un'isola lontanissima a sud-ovest. Non è segnata in nessuna carta: i [[luoghi]] veri non lo sono mai. (XII; p. 88)
*Giacché tutti gli uomini di tragica [[grandezza]] diventano tali per un che di morboso. (XVI; p. 111)
*In una parola, Queequeg, l'[[inferno]] è un'idea nata la prima volta da un pasticcio di mele digerito male; e perpetuata da quel momento in poi attraverso le dispepsie ereditarie causate dai Ramadan. (Ismaele: XVII; p. 126)
*L'[[anima]] è come la quinta ruota in un carro. (Elia: XIX; p. 132)
*E con questo {{NDR|Starbuck}} sembrava intendere non soltanto che il [[coraggio]] più degno di fiducia e più utile è quello che sorge dalla giusta stima del pericolo da affrontare, ma anche che un uomo che non abbia nessuna paura è un compagno di gran lunga più pericoloso di un vigliacco. (XXVI; p. 157)
*Gli [[Uomo|uomini]] possono apparire detestabili come società per azioni e come popoli; furfanti possono essere, sciocchi e assassini; gli uomini possono avere volti ignobili e insignificanti; l'uomo ideale tuttavia è una creatura tanto nobile e splendente, tanto grandiosa e luminosa che sopra ogni sua macchia ignominiosa tutti i suoi compagni dovrebbero affrettarsi a gettare i loro manti più preziosi. (XXVI; p. 159)
*La [[vecchiaia]] ama sempre la [[Sonno|veglia]]; quasi che l'uomo, quanto più lungo è il tempo che l'ha tenuto allacciato alla vita, tanto di meno abbia a che fare con ciò che rammenta la morte. (XXIX; p. 170)
*Secondo me {{NDR|Achab}} deve avere quella che a terra chiamano la [[coscienza]]; è una specie di ''micragna'', dicono, peggio del mal di denti. (Stubb: XXIX; p. 173)
*Infatti, quale che sia la superiorità intellettuale di un uomo, essa non potrà arrogarsi mai sugli altri una supremazia pratica ed efficace senza l'ausilio di un qualche esterno artificio, di una qualche esterna prevaricazione, sempre, in sé, più o meno ignobili e abbietti. (XXXIII; p. 196)
*Lascio una scia bianca e torbida; pallide acque, gote ancor più pallide, dovunque io navighi. I flutti gelosi si gonfiano ai lati per sommergere la mia traccia; lo facciano; ma prima io passo. (Achab: XXXVII; p. 220)
:Io lascio un bianco e torbido solco, acque pallide, volti più pallidi, dovunque io navighi. Flutti gelosi si gonfiano lungo le fiancate per sommergere la mia traccia. Facciano pure, ma prima, io passo.<ref>Citato in [[Andrea Pazienza]], ''Zanardi. La prima delle tre''.</ref>
*Egli {{NDR|Achab}} ammucchiava sulla gobba bianca della [[balena]] la somma di tutta la rabbia, di tutto l'odio sentiti dalla sua razza fin dai tempi di Adamo; e poi, come se il suo petto fosse stato un mortaio, le sparava addosso la carica del suo cuore ardente. (XLI; p. 240)
*Ma è vana impresa volgarizzare gli abissi, e ogni [[verità]] è un abisso. (XLI; p. 241)
*Anche se in molti dei suoi aspetti questo mondo visibile sembra formato nell'[[amore]], le sfere invisibili furono formate nella [[paura]]. (XLII; p. 253)
*Oh, Dio! quali estasi torturanti sopporta colui che è consumato da un'unica inappagata brama di [[vendetta]]! Dorme coi pugni serrati; e si sveglia con le unghie piene di sangue che gli trafiggono le palme. (XLIV; p. 260)
*Dio ti aiuti, vecchio {{NDR|Achab}}, i tuoi pensieri hanno creato una creatura dentro di te; e colui che l'intensità del pensiero rende un [[Prometeo]], di quel cuore per sempre si ciberà un [[avvoltoio]]; quell'avvoltoio è la creatura stessa che egli crea. (XLIV; pp. 261-262)
*Nei momenti di forte [[emozione]] gli uomini sdegnano ogni considerazione volgare; ma momenti simili fanno presto a svanire. (XLVI; p. 273)
*Né la recluta inesperta che, via dal seno della sposa, marcia nell'ardore febbrile della sua prima battaglia; né lo spirito del morto che s'imbatte nell'aldilà nel primo fantasma sconosciuto: né questo né quello possono provare emozioni più strane e più forti di quelle di colui che si trova per la prima volta a vogare dentro il malioso cerchio di schiuma del capodoglio inseguito. (XLVIII; p. 287)
*Si dànno, in questo affare strano e confuso che chiamiamo [[vita]], circostanze e occasioni bizzarre nelle quali si prende tutto l'universo come un gran tiro birbone, anche se non se ne capisce che vagamente il senso, e si ha più che il sospetto che tutto quanto il tiro sia stato giocato soltanto alle proprie spalle. Tuttavia, niente serve a scoraggiarci, per niente sembra valga la pena di metterci a litigare. Si buttan giù tutti i fatti, tutti i culti, e le credenze, e le opinioni, tutte le asperità visibili e invisibili, per nocchiute che siano; come uno [[struzzo]] dallo stomaco possente trangugia pallottole e pietre focaie. E in quanto alle difficoltà e alle angustie di poco conto: prospettive d'improvvisa rovina, pericolo di rimetterci la vita o un braccio, tutte queste cose, e perfino la morte, sembrano non più che bottarelle date bene e con le migliori intenzioni, allegre gomitate impartite da quel vecchio invisibile e inspiegabile d'un giocherellone. (XLIX; pp. 290-291)
*Il giro del mondo! In questa frase c'è di che ispirare orgogliosi sensi; ma dove mai conduce tutta questa circumnavigazione? Attraverso pericoli innumerevoli, solamente allo stesso punto dal quale siamo partiti, dove coloro che ci siamo lasciati dietro, al sicuro, sono sempre stati davanti a noi.<br />Se questo mondo fosse una pianura senza fine, e navigando a est potessimo raggiungere sempre nuove lontananze e scoprire visioni più dolci e strane di tutte le Cicladi o le Isole del Re Salomone, allora sì che il [[viaggio]] prometterebbe qualcosa. Ma inseguendo quei misteri che popolano i nostri sogni, o torturandoci a dar la caccia a quello spettro diabolico che prima o poi nuota innanzi a tutti i cuori umani; andando così a caccia intorno a questo globo, queste cose o ci trascinano in sterili labirinti o ci lasciano, sommersi, a mezza strada. (LII; p. 303)
*O [[natura]], e tu, [[anima]] umana! come le vostre intrecciate analogiaanalogie giungono al di là di ogni dire! non c'è minimo atomo che si agiti o viva nella materia senza avere un duplicato raziocinante nella mente dell'uomo. (Achab: LXX; p. 389)
*Immersa nei pensieri, una bella [[fronte]] umana è come l'Oriente quando lo travaglia il mattino. Nella quiete del pascolo, la fronte arricciata del toro ha in sé un che di grandioso. Quando spinge pesanti cannoni su per le gole montane, la fronte dell'elefante è maestosa. D'uomo o d'animale, la fronte misteriosa è come quel gran sigillo d'oro imposto dagli imperatori tedeschi ai loro decreti. Vuol dire: «Dio: fatto oggi di mio pugno». (LXXIX; p. 428)
*E così, a quanto pare, c'è una [[ragione]] in tutto, perfino nella [[legge]]. (XC; p. 493)
*E c'è un'[[aquila]] dei Catskill in certe anime, che riesce sia a tuffarsi nelle gole più cupe sia a spiccare di nuovo il volo sino a sparire negli spazi solari. E anche se vola per sempre nella gola, quella gola sta tra i monti; così anche quando scende più in fondo l'aquila di montagna è sempre più alta degli altri uccelli della pianura, per quanto eccelsi possano librarsi a volo. (XCVI; p. 520)
*E un [[Senso della vita|significato]] si cela in tutte le cose, o tutte le cose avrebbero ben poco valore, e il mondo stesso non sarebbe che un vuoto nulla, salvo che per venderlo a carrettate, come fanno delle colline nei pressi di Boston, per riempire qualche acquitrino della Via Lattea. (XCIX; p. 525)
*Per produrre un possente [[libro]], bisogna scegliere un tema possente. Non si potrà mai scrivere libro grande e duraturo sulla [[pulce]], anche se molti sono coloro che l'hanno tentato. (CIV; p. 555)
*Di sotto al cappello abbassato sul viso, Achab lasciò cadere una [[lacrima]] nel mare; e tutto il [[Pacifico]] non conteneva ricchezze pari a quell'unica piccola goccia. (CXXXII; p. 648)
*{{NDR|[[Ultime parole di personaggi immaginari|Ultime parole]]}} Verso di te rotolo, verso di te, [[balena]] che tutto distruggi senza riportar vittoria; fino all'ultimo mi azzuffo con te, dal cuore dell'inferno ti trafiggo; in nome dell'odio ti sputo addosso l'estremo respiro. Affonda tutte le bare e tutti i catafalchi in un vortice solo! e poiché né questi né quelle possono essere per me, ch'io ti trascini sbranata mentre continuo a darti la caccia, benché sia legato a te, dannata balena! ''Così'', lascio andare la lancalancia! (Achab: CXXXV; p. 685)
 
===[[Explicit]]===