Herman Melville: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ho aggiunto la fonte della BUR a "Moby Dick" e ho trascritto tutte le citazioni che erano presenti nella sezione nella forma in cui sono presenti nell'edizione da me posseduta; ho fatto lo stesso con l'incipit e l'excipit; devo revisionare
Riga 16:
==''Moby Dick''==
===[[Incipit]]===
Chiamatemi Ismaele. AlcuniQualche annianno fa non importa quantich'io esattamentevi dica quanti — avendo pochipoco o puntipunto denaridenaro in tasca e nulla di particolareniente che particolarmente m'interessasse a terra, pensai di darmimettermi allaa navigazionenavigare per un po', e di vedere così la parte acquea del mondo. ÈFaccio unin modoquesto che homodo, io, diper cacciarecacciar la malinconia e di regolare la circolazione. OgniOgniqualvolta voltami che m'accorgo di atteggiaremettere leil labbramuso; alogniqualvolta torvo, ogni volta chegiunge nellsull'anima mi scende comemia un novembre umido e piovigginoso,piovoso ogninovembre; volta cheogniqualvolta mi accorgosorprendo difermo, fermarmisenza involontariamentevolerlo, dinanzi alle agenzie di pompe funebri eo dipronto andara dietrofar da coda a tuttiogni i funeralifunerale che incontro,; e specialmente ogniogniqualvolta voltal'umor chenero ilmi malumoreinvade sia fatal tanto forte in mepunto che mi occorresoltanto un robustosaldo principio morale perpuò impedirmitrattenermi didall'andare scendereper risolutole invie istradacol deliberato e gettaremetodico metodicamenteproposito perdi terratogliere il cappello di testa alla gente, allora decidoreputo sia giunto per me il momento di prendere più presto il mare. Questo è il sostituto che io trovo a pistola e pallottola. Con un ghirigoro filosofico Catone si getta sulla spada; io, quietamente, mi imbarco. Non c'è temponiente di mettermistraordinario in marequesto. alBasterebbe piùche prestolo conoscessero appena un poco, e quasi tutti gli uomini, una volta o l'altra, ciascuno a suo modo, si accorgerebbero di nutrire per l'oceano su per giù gli stessi sentimenti miei.
 
{{NDR|Herman Melville, ''Moby Dick'', introduzione, traduzione e note a cura di Pina Sergi, BUR, Milano, 2004. ISBN 8817003298}}
 
===Citazioni===
<!--Pagine da modificare per via delle citazioni di Melville [provvederò io, AlMicero, alla modifica in questi giorni]: https://it.wikiquote.org/wiki/Ultime_parole_di_personaggi_immaginari, https://it.wikiquote.org/wiki/Struzzo, https://it.wikiquote.org/wiki/Legge, https://it.wikiquote.org/wiki/Inferno, https://it.wikiquote.org/wiki/Cannibalismo, https://it.wikiquote.org/wiki/Natura, https://it.wikiquote.org/wiki/Pulce, https://it.wikiquote.org/wiki/Prometeo, https://it.wikiquote.org/wiki/Avvoltoio, https://it.wikiquote.org/wiki/Oceano_Pacifico, https://it.wikiquote.org/wiki/Senilit%C3%A0, https://it.wikiquote.org/wiki/Balena-->
*Ci sono certe bizzarre circostanze in questa strana e caotica faccenda che chiamiamo [[vita]], che un uomo prende l'intero universo per un'enorme burla in atto, sebbene non riesca a vederne troppo chiaramente l'arguzia, e sospetti anzichenò che la burla non sia alle spalle di altri che le sue. Egli ingolla tutti gli avvenimenti, [...] non importa quanto indigeribili, come uno [[struzzo]] dallo stomaco robusto inghiotte pallottole e pietre focaie. E quanto alle piccole difficoltà e afflizioni, le prospettive d'improvvisa rovina, di pericolo della vita o del corpo, tutto questo, e perfino la morte, gli sembrano ingegnosi e amichevoli colpi, allegre spunzonature nei fianchi, somministrati dall'invisibile e inspiegabile vecchio mattacchione.
 
*Così pare ci sia una ragione in tutto, persino nella [[legge]].
*Già: come tutti sanno, meditazione e acqua sono sposate per sempre. (I; 2004, p. 25)
*E un significato si nasconde di sicuro in tutte le cose, altrimenti tutte le cose varrebbero ben poco e il globo stesso del mondo non sarebbe che un simbolo vano, buono soltanto, come si fa delle colline intorno a Boston, a vendersi a carrettate per colmare qualche palude della via Lattea.
*L'ignoranza è madre della paura [...]. (III; 2004, p. 49)
*Gli uomini possono sembrare detestabili presi in società commerciali e in nazioni, possono esserci tra loro dei furfanti, degli stupidi e degli assassini, possono avere facce vili e sparute, ma l'uomo, nell'ideale, è così nobile e così splendido, è una creatura così grande e radiosa, che sopra ogni sua macchia d'ignominia tutti i compagni dovrebbero correre a gettare i loro mantelli più preziosi.
*Meglio dormire con un [[cannibalismo|cannibale]] astemiosobrio che con un cristiano ubriaco. (Ismaele: III; 2004, p. 52)
*Il giro del mondo! C'è molto in queste parole che ispira sentimenti d'orgoglio; ma dove conduce tutta questa circumnavigazione? Soltanto, attraverso innumerevoli pericoli, a quello stesso punto donde si è partiti, dove quelli che abbiamo lasciato indietro al sicuro sono stati avanti a noi tutto il tempo. (p. 267)
*[...] nel parere dei più fare qualcosa con freddezza equivale a farlo secondo le buone maniere. (V; 2004, p. 60)
*In certe anime c'è un'aquila di Catskill che può egualmente precipitarsi nei burroni più oscuri e tornare a librarsi in alto e scomparire negli spazi solari. E anche ove essa voli per sempre nel burrone, questo burrone è dei monti, e così, nella sua più bassa discesa, l'aquila montana è sempre più in alto degli uccelli della pianura, anche quando questi salgono.
*Queequeg era nativo di Rokovoko, un'isola lontanissima all'Ovesta e al Sudsud-ovest. Non è segnata in nessuna carta: i luoghi veri non lo sono mai. (XII; 2004, p. 88)
*L'[[inferno]] è un'idea nata originariamente da un pasticcio di mele mal digerito e da allora perpetuata attraverso le dispepsie ereditarie prodotte dai Ramadan.
*Giacché tutti gli uomini di tragica grandezza diventano tali per un che di morboso. (XVI; 2004, p. 111)
*Lascio una scia bianca e inquieta, acque pallide, facce più pallide, dovunque passo. Le onde invidiose si gonfiano ai lati per sommergere la mia traccia: facciano, ma prima io passo. ('''Achab''')
*LIn una parola, Queequeg, l'[[inferno]] è un'idea nata originariamentela prima volta da un pasticcio di mele mal digerito male; e perpetuata da alloraquel perpetuatamomento in poi attraverso le dispepsie ereditarie prodottecausate dai Ramadan. (Ismaele: XVII; 2004, p. 126)
*L'anima è come la quinta ruota in un carro. (Elia: XIX; 2004, p. 132)
*Gli uomini possono sembrareapparire detestabili presi income società commercialiper azioni e income nazioni,popoli; furfanti possono esserci tra loro dei furfantiessere, degli stupidischiocchi e degliassassini; assassini,gli uomini possono avere faccevolti viliignobili e sparute, mainsignificanti; l'uomo, nell'ideale, tuttavia è cosìuna creatura tanto nobile e così splendidosplendente, ètanto una creatura così grandegrandiosa e radiosa,luminosa che sopra ogni sua macchia d'ignominiaignominiosa tutti i suoi compagni dovrebbero correreaffrettarsi a gettare i loro mantellimanti più preziosi. (XXVI; 2004, p. 159)
*La [[vecchiaia]] èama sempre insonne,la comeveglia; se,quasi dache l'uomo, quanto più lungo è il tempo unche uomol'ha ètenuto legatoallacciato alla vita, tanto di meno abbia alcunchéa dache spartirefare con coseciò che somiglinorammenta allala morte. (XXIX; 2004, p. 156170)
*QualeInfatti, quale che sia la superiorità intellettuale di un uomo, essa non puòpotrà arrogarsi mai assumeresugli altri una supremazia pratica eed utile sugli altri,efficace senza l'aiutoausilio di un qualche esterno artificio, odi schermouna qualche esterna prevaricazione, chesempre, in sé sarà sempre, più o meno bassoignobili e meschinoabbietti. (XXXIII; 2004, p. 196)
*Lascio una scia bianca e inquieta,torbida; pallide acque pallide, faccegote ancor più pallide, dovunque passoio navighi. LeI ondeflutti invidiosegelosi si gonfiano ai lati per sommergere la mia traccia:; lo facciano,; ma prima io passo. ('''Achab''': XXXVII; 2004, p. 220)
:Io lascio un bianco e torbido solco, acque pallide, volti più pallidi, dovunque io navighi. Flutti gelosi si gonfiano lungo le fiancate per sommergere la mia traccia. Facciano pure, ma prima, io passo.<ref>Citato in [[Andrea Pazienza]], ''La prima delle tre''.</ref>
*Egli accumulava{{NDR|Achab}} ammucchiava sulla gobba bianca della [[balena]] la somma di tutta l'irala erabbia, di tutto l'odio provatisentiti dall'interezzadalla sua razza dalfin dai tempotempi di Adamo,; e poi, come se il suo petto fosse stato un mortaio, le sparava addosso la bombacarica del suo cuore brucianteardente. (XLI; 2004, p. 240)
*Meglio dormire con un [[cannibalismo|cannibale]] astemio che con un cristiano ubriaco. (Ismaele)
*QuantunqueAnche se in molti dei suoi aspetti questo mondo visibile appaiasembra fattoformato nell'amore, le sfere invisibili vennerofurono fatteformate nella paura. (XLII; 2004, p. 225253)
*Nei momenti delle forti emozioni gli uomini sdegnano ogni considerazione materiale, ma tali momenti svaporano presto.
*Oh, Dio! Qualiquali estasi di sofferenzatorturanti sopporta l'uomocolui che è consumato da un'unica desiderioinappagata insoddisfattobrama di vendetta.! Egli dormeDorme coi pugni serrati; e si risvegliasveglia con le unghie infittepiene nelladi carnesangue eche sanguinantigli trafiggono le palme. (XLIV; 2004, p. 260)
*Né la recluta inesperta che uscendo di tra le braccia della moglie entra nell'ardore febbrile della sua prima battaglia, né lo spirito del morto che incontra nell'altro mondo il primo fantasma sconosciuto: nessuno di costoro può sentire emozioni più forti di quelle di chi si trova per la prima volta a vogare nell'incantata e ribollente cerchia del capodoglio inseguito.
*Che IddioDio ti aiuti, vecchio {{NDR|Achab}}, i tuoi pensieri hanno fatto di tecreato una creatura dentro di te; e a colui che dall'intensità proprio intenso pensare èdel trasformatopensiero inrende un [[Prometeo]], un [[avvoltoio]]di mangia dentro ilquel cuore per sempre: si ciberà un avvoltoio; quell'avvoltoio è la creatura stessa che egli ha creatocrea. (pXLIV; 2004, pp. 233261-262)
*Oh [[Natura]], e tu, anima umana! come le vostre analogie si distendono oltre quanto è visibile! non il più piccolo atomo si muove o vive nella materia, che non abbia il suo sottile riscontro nello spirito. (Achab)
*Nei momenti delledi fortiforte emozioniemozione gli uomini sdegnano ogni considerazione materiale,volgare; ma tali momenti svaporanosimili fanno presto a svanire. (XLVI; 2004, p. 273)
*Per produrre un grande libro, bisogna scegliere un grande argomento. Nessun'opera grande e duratura potrà mai venire scritta sulla [[pulce]], benché molti abbiano tentato.
*Né la recluta inesperta che, uscendovia didal tra le bracciaseno della mogliesposa, entramarcia nell'ardore febbrile della sua prima battaglia,; né lo spirito del morto che incontras'imbatte nell'altroaldilà mondo ilnel primo fantasma sconosciuto: nessuno diquesto costoro puòquello sentirepossono provare emozioni più strane e più forti di quelle di chicolui che si trova per la prima volta a vogare nell'incantatadentro eil ribollentemalioso cerchiacerchio di schiuma del capodoglio inseguito. (XLVIII; 2004, p. 287)
*Quale che sia la superiorità intellettuale di un uomo, non può mai assumere una supremazia pratica e utile sugli altri, senza l'aiuto di qualche artificio o schermo, che in sé sarà sempre più o meno basso e meschino.
*Si dànno, in questo affare strano e confuso che chiamiamo vita, circostanze e occasioni bizzarre nelle quali si prende tutto l'universo come un gran tiro birbone, anche se non se ne capisce che vagamente il senso, e si ha più che il sospetto che tutto quanto il tiro sia stato giocato soltanto alle proprie spalle. Tuttavia, niente serve a scoraggiarci, per niente sembra valga la pena di metterci a litigare. Si buttan giù tutti i fatti, tutti i culti, e le credenze, e le opinioni, tutte le asperità visibili e invisibili, per nocchiute che siano; come uno struzzo dallo stomaco possente trangugia pallottole e pietre focaie. E in quanto alle difficoltà e alle angustie di poco conto: prospettive d'improvvisa rovina, pericolo di rimetterci la vita o un braccio, tutte queste cose, e perfino la morte, sembrano non più che bottarelle date bene e con le migliori intenzioni, allegre gomitate impartite da quel vecchio invisibile inspiegabile d'un giocherellone. (XLIX; 2004, pp. 290-291)
*Queequeg era nativo di Rokovoko, un'isola lontanissima all'Ovest e al Sud. Non è segnata in nessuna carta: i luoghi veri non lo sono mai.
*Il giro del mondo! In questa frase c'è di che ispirare orgogliosi sensi; ma dove mai conduce tutta questa circumnavigazione? Attraverso pericoli innumerevoli, solamente allo stesso punto dal quale siamo partiti, dove coloro che ci siamo lasciati dietro, al sicuro, sono sempre stati davanti a noi.<br />Se questo mondo fosse ununa pianopianura infinitosenza fine, e navigando a oriente noiest potessimo raggiungere sempre raggiungere nuove distanzelontananze e scoprire cosevisioni più dolci e nuovestrane di tutte le Cicladi o le Isole del Re Salomone, allora sì che il viaggio conterrebbeprometterebbe una promessaqualcosa. Ma, nell'inseguireinseguendo quei lontani misteri diche cuipopolano sogniamoi nostri sogni, o nellatorturandoci cacciaa tormentosadar dila caccia a quelquello fantasmaspettro demoniacodiabolico che prima o poi nuota dinanziinnanzi a tutti i cuori umani,; nellaandando cacciacosì dia tali cosecaccia intorno a questo globo, essequeste cose o ci conduconotrascinano in vuotisterili labirinti o ci lasciano, sommersi, a metàmezza strada. (LII; 2004, p. 303)
*O natura, e tu, anima umana! come le vostre intrecciate analogia giungono al di là di ogni dire! non c'è minimo atomo che si agiti o viva nella materia senza avere un duplicato raziocinante nella mente dell'uomo. (Achab: LXX; 2004, p. 389)
*Una bella fronte umana che pensa [...] è come quel sigillo aureo apposto dagli imperatori tedeschi ai loro decreti. Significa un " Dio: fatto oggi di mio pugno."
*Immersa nei pensieri, una bella fronte umana è come l'Oriente quando lo travaglia il mattino. Nella quiete del pascolo, la fronte arricciata del toro ha in sé un che di grandioso. Quando spinge pesanti cannoni su per le gole montane, la fronte dell'elefante è maestosa. D'uomo o d'animale, la fronte misteriosa è come quel gran sigillo d'oro imposto dagli imperatori tedeschi ai loro decreti. Vuol dire: «Dio: fatto oggi di mio pugno». (LXXIX; 2004, p. 428)
*Poiché tutti gli uomini tragicamente grandi sono tali attraverso qualcosa di morboso.
*E così, a quanto pare, c'è una ragione in tutto, perfino nella legge. (XC; 2004, p. 493)
*Che Iddio ti aiuti vecchio, i tuoi pensieri hanno fatto di te una creatura; e a colui che dal proprio intenso pensare è trasformato in un [[Prometeo]], un [[avvoltoio]] mangia dentro il cuore per sempre: quell'avvoltoio è la creatura stessa che egli ha creato. (p. 233)
*E c'è un'aquila dei Catskill in certe anime, che riesce sia a tuffarsi nelle gole più cupe sia a spiccare di nuovo il volo sino a sparire negli spazi solari. E anche se vola per sempre nella gola, quella gola sta tra i monti; così anche quando scende più in fondo l'aquila di montagna è sempre più alta degli altri uccelli della pianura, per quanto eccelsi possano librarsi a volo. (XCVI; 2004, p. 520)
*Oh, Dio! Quali estasi di sofferenza sopporta l'uomo che è consumato da un desiderio insoddisfatto di vendetta. Egli dorme coi pugni serrati e si risveglia con le unghie infitte nella carne e sanguinanti.
*E un significato si nasconde di sicurocela in tutte le cose, altrimentio tutte le cose varrebberoavrebbero ben poco valore, e il globomondo stesso del mondo non sarebbe che un simbolovuoto vanonulla, buonosalvo soltantoche per venderlo a carrettate, come si fafanno delle colline intornonei apressi di Boston, a vendersi a carrettate per colmareriempire qualche paludeacquitrino della viaVia Lattea. (XCIX; 2004, p. 525)
*Di sotto il suo cappello abbassato, una lacrima di Achab cadde in mare: e tutto il [[Oceano Pacifico|Pacifico]] non contenne ricchezze paragonabili a quella goccia di pianto. (p. 550)
*Per produrre un grandepossente libro, bisogna scegliere un grandetema argomentopossente. Nessun'operaNon grande e duraturasi potrà mai venirescrivere scrittalibro grande e duraturo sulla [[pulce]], benchéanche se molti abbianosono coloro che l'hanno tentato. (CIV; 2004, p. 555)
*La [[vecchiaia]] è sempre insonne, come se, da quanto più tempo un uomo è legato alla vita, tanto meno abbia alcunché da spartire con cose che somiglino alla morte. (p. 156)
*Di sotto il suoal cappello abbassato sul viso, unaAchab lacrimalasciò dicadere Achabuna caddelacrima innel mare:; e tutto il [[Oceano Pacifico|Pacifico]] non contenneconteneva ricchezze paragonabilipari a quellaquell'unica gocciapiccola di piantogoccia. (CXXXII; 2004, p. 550648)
*Quantunque in molti dei suoi aspetti questo mondo visibile appaia fatto nell'amore, le sfere invisibili vennero fatte nella paura. (p. 225)
*{{NDR|[[Ultime parole di personaggi immaginari|Ultime parole]]}} ControVerso di te iorotolo, stoverso perdi infrangermite, o balena che tutto distruggi masenza nullariportar vincivittoria; fino all'ultimo timi combatto;azzuffo con te, dal cuore dell'inferno ti vibro colpi di pugnaletrafiggo; e in nome del mio diodell'odio ti sputo addosso il mio ultimol'estremo respiro. AffondinoAffonda tutte le bare e tutti i carri funebricatafalchi in un unicovortice gorgosolo! Ee poiché a mequesti non spetteranno,quelle chepossono ioessere vengaper agganciatome, ech'io fattoti atrascini pezzisbranata mentre ancoracontinuo tia dodarti la caccia, benché sia legato a te, maledettadannata balena! ''Così'', iolascio scaglioandare illa mio ramponelanca! (Achab: CXXXV; 20082004, p. 685)
*Egli accumulava sulla gobba bianca della [[balena]] la somma di tutta l'ira e di tutto l'odio provati dall'interezza razza dal tempo di Adamo, e poi, come se il suo petto fosse un mortaio, le sparava addosso la bomba del suo cuore bruciante.
*{{NDR|[[Ultime parole di personaggi immaginari|Ultime parole]]}} Contro di te io sto per infrangermi, o balena che tutto distruggi ma nulla vinci; fino all'ultimo ti combatto; dal cuore dell'inferno ti vibro colpi di pugnale; e in nome del mio dio ti sputo addosso il mio ultimo respiro. Affondino tutte le bare e tutti i carri funebri in un unico gorgo! E poiché a me non spetteranno, che io venga agganciato e fatto a pezzi mentre ancora ti do la caccia, benché legato a te, maledetta balena! ''Così'' io scaglio il mio rampone! (Achab; 2008)
 
===[[Explicit]]===
LiberatoDopo perche viail dellaParsi mollafu ingegnosasparito, avvenne che fossi io colui che le Parche destinarono a prodiere di Achab, quando quel prodiere prese il posto vacante; e persempre laio suacolui grandeche, leggerezzaquando venendoquel prodiere prese il posto vacante; e sempre io colui che, quando l'ultimo giorno i tre uomini furono sbalzati fuori dalla lancia rollante, fu sbattutto a gallapoppa. Così, galleggiando ai bordi della scena che seguì ed essendone in tutto spettatore, quando il risucchio affievolito della nave affondata mi raggiunse, allora venni trascinato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando vi giunsi, si era placato in una pozza di lattea schiuma. In tondo, allora, sempre in tondo a circoli via via più stretti che mi avvicinavano alla bolla nera simile a un bottone, sull'asse di quel cerchio che roteava lento, novello Issione io girai. Infine, toccando quel centro vitale, la bolla nera scoppiò; e allora, liberata dalla sua molla ingegnosa e risalita con gran forza, ilper gavitello-barala balzòsua perleggerezza, ilalla lungosuperficie, sula dalbara-salvagente maresfrecciò in tutta la sua lunghezza fuor d'acqua, ricadde, e mi galleggiò accanto. SostenutoTenuto su da quella bara, quasi per quasitutto il corso d'un giorno intero e d'una notte andai alla derivafluttuai su di un mareoceano morbido,molle e funereo. IInoffensivi, pescicanii disarmatipescicani mi guizzavano accanto come se avessero lucchettiun catenaccio alla bocca; i selvaggi falchi marini passavanotrascorrevano coivia col becchibecco inguainatiinguainato. Il secondo giorno, unaun velaveliero si s'avvicinò e finalmente mi raccolse, finalmente. Era la bordeggiante «Rachele» che incrociava raminga e che, nellatornando suasui suoi passi alla ricerca dei figli perduti, trovò soltantosolo un altro orfano.
 
{{NDR|Herman Melville, ''Moby Dick, o la Balena'', Adelphiintroduzione, traduzione e note a cura di [[CesarePina Pavese]]Sergi, BUR, Milano, 19902004. ISBN 8817003298}}
 
==[[Incipit]] di ''Galapagos''==
Line 85 ⟶ 92:
*Herman Melville, ''Bartleby lo scrivano'', traduzione di Enzo Giachino, Einaudi, 1994.
*Herman Melville, ''Benito Cereno e Billy Budd'', traduzione di Giancarlo Buzzi, Dalai, 2009.
*Herman Melville, ''[http://books.google.it/books?id=ND_HV-nMYBoC&pg=PT47&dq=8817003298&hl=it&sa=X&ei=I7YaVPyIDoT5yQP1roDYAQ&ved=0CCIQ6AEwAA#v=onepage&q=8817003298&f=false Moby Dick]'', introduzione, traduzione e note a cura di Pina Sergi, BUR, Milano, 2004. ISBN 8817003298
*Herman Melville, ''Moby Dick'', a cura e traduzione di Pietro Meneghelli, Newton Compton, 2008
 
==Altri progetti==