Romain Gary: differenze tra le versioni

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*[…] attraverso lo scacco supremo che è l'arte, l'uomo, eterno ingannatore di se stesso, cerca di contrabbandare come una risposta ciò che è destinato invece a restare un tragico interrogativo. (pp. 114, 115)
*[…] la parola "ateo" mi è insopportabile; la trovo sciocca, misera, risente della cattiva polvere dei secoli, fa un gioco scontato e limitato di un certo modo borghese e reazionario che non riesco a definire, ma che mi fa uscire dai gangheri, come tutto ciò che è soddisfatto di sé e pretende con sufficienza di essere interamente libero e informato. (p. 208)
*È difficile, quando si sente il [[coltello]] alla gola, cantare intonato. (p. 239)
*Mi sembrò di morire per la vergogna. Inutile dire che a quei tempi mi facevo molte illusioni, perché se fosse stato possibile morire per la vergogna, ormai da lungo tempo l'umanità non esisterebbe più. (p. 260)
*Il più grande sforzo della mia vita è quello di riuscire a disperarmi veramente. Niente da fare. Resta sempre in me qualcosa che continua a sorridere. (p. 266)