Gigi Garanzini: differenze tra le versioni

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*Alla premiata ditta Bergamo-Pairetto «viene da sorridere». Beati loro, e la loro divertita serenità. Erano altrettanto sereni quando Paolo Casarin raccontò che la cosiddetta via italiana al fuorigioco era in realtà un vicolo cieco: poi, quando l'Uefa confermò parola per parola la tesi di Casarin, il buonumore non tardò a dissolversi. (14 aprile 2004)
*Erano indiani, per davvero. O figli della rivoluzione del '68, o profeti di una dottrina che avrebbe cambiato per sempre il modo di fare calcio. E il loro capo-tribù si chiamava Rinus Michels. (4 marzo 2005)
*Due cose importammo dalla Svizzera in quei primi anni del secondo dopoguerra: il [[catenaccio]] e il [[totocalcio]]. Il destino volle che entrambi gli importatori fossero non solo triestini ma anche coetanei: Nereo Rocco, 20 maggio 1912, e Massimo Della Pergola, 11 luglio. Con questa prima differenza. Che si discusse a lungo, all'epoca, se a tradurre per prima in catenaccio il verrou elvetico fosse davvero stata la Triestina del paròn o non piuttosto la Salernitana di Gipo Viani. Mentre nessuno pote' mai mettere in dubbio la primogenitura del giornalista. E con quest'altra. Che se il catenaccio rappresentò, per qualche decennio, il marchio di fabbrica del calcio italiano ma anche il suo limite, il Totocalcio finì per diventare il volano dell'intero movimento sportivo nazionale. (14 marzo 2006)
*Adesso che è andata, lo si può anche dire: peccato aver sprecato la preziosa chance di un arbitraggio messicano in una partita rivelatasi tutto sommato abbastanza semplice. Quello di ieri è stato infatti il quarto nelle fasi finali dei Mondiali. E anche in questo caso l'Italia ha vinto. In precedenza era toccato a Yamasaki, nello storico Italia-Germania 4-3 del '70, poi a Codesal, Italia-Stati Uniti a Roma nel '90, poi ancora a Brizio nel '94, Italia-Nigeria 2-1 con la rimonta firmata da [[Roberto Baggio|Baggio]]. Con il signor Archundia, dunque, è continuata la tradizione favorevole. (23 giugno 2006)