Senofonte: differenze tra le versioni

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L'esito di questi avvenimenti andò contro ogni umana aspettativa. Poiché nello scontro {{NDR|la battaglia di Mantinea del 362 a.C.}} tutta la Grecia si era riunita e affrontata, nessuno dubitata che se ci fosse stata una battaglia, i vincitori avrebbero avuto la supremazia, i vinti sarebbero stati i loro sudditi. Invece, la divinità guidò la sorte in modo che entrambi eressero il trofeo come vincitori e nessuno dei due impedì all'altro di innalzarlo, entrambi restituirono i morti concedendo una tregua come se avessero vinto ed entrambi li recuperarono chiedendo una tregua come se fossero stati sconfitti. Nonostante gli uni e gli altri affermassero di avere vinto, di fatto nessuno dei due risultò avere conseguito vantaggi né in territorio, né in numero di città, né in autorità rispetto a prima della battaglia. In tutta la Greca l'incertezza e il disordine furono più gravi di prima. Qui ha termine la mia narrazione; altri, forse, si assumeranno il compito di trattare gli avvenimenti posteriori.
 
==[[Incipit]] di alcune opere''Ercole''==
===''Ercole''===
Essendo Ercole in sull'entrare dalla fanciullezza nell'adolescenza, nella quale età gli uomini venendo in signoria di se stessi, sogliono dare a conoscere se eglino sono per eleggere alla loro vita il cammino della virtù o quel dell'ignavia, recatosi in disparte e posto a sedere in silenzio, stava dubitando seco medesimo a quale delle due vie si avesse ad indirizzare. E parvegli che venissero verso di sé due donne di statura grande: l'una di aspetto bello e nobile, adorna di cotali adornamenti naturali, come sono a dire, nettezza del corpo verecondia degli occhi e modestia del portamento; vestita di bianco. L'altra ben pasciuta e morbida, e acconcia quanto al colore in guisa che pareva che ella riuscisse più bianca a vederla e più rossa che per verità non era; con un portamento della vita più diritto del naturale, cogli occhi molto bene aperti, e con una veste indosso che lasciava trasparire il più che si poteva della persona: miravasi tratto tratto; stava anche attenta per vedere se altri la guardava, e spesso voltava gli occhi alla sua propria ombra.