Gabriele D'Annunzio: differenze tra le versioni

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*Il sofisma [...] è in fondo ad ogni piacere e ad ogni dolore umano. Acuire e moltiplicare i sofismi equivale dunque ad acuire e moltiplicare il proprio piacere o il proprio dolore. Forse, la scienza della vita sta nell'oscurare la verità. La parola è una cosa profonda, in cui per l'uomo d'intelletto son nascoste inesauribili ricchezze. I Greci, artefici della parola, sono in fatti i più squisiti goditori dell'antichità. I sofismi fioriscono in maggior numero al secolo di Pericle, al secolo gaudioso. (padre di Andrea: [[s:Il piacere/II#pagename54|cap. II, p. 42]])
*Aveva la voce così insinuante che quasi dava la sensazione d'una carezza carnale; e aveva quello sguardo involontariamente amoroso e voluttuoso che turba tutti li uomini e ne accende d'improvviso la brama. ([[s:Il piacere/II#pagename61|cap. II, p. 49]])
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*Ci sono certi sguardi di donna che l'uomo amante non iscambierebbe con l'intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la più alta delle felicità umane. Dopo, nessun altro attimo di gioia eguaglierà quell'attimo. ([[s:Il piacere/II#pagename69|cap. II, pp. 57-58]])
*Da certi suoni della voce e del riso, da certi gesti, da certe attitudini, da certi sguardi ella esalava, forse involontariamente, un fascino troppo afrodisiaco. ([[s:Il piacere/II#pagename73|cap. II, pp. 61-62]])
*Certo, quanto più la cosa da un uom posseduta suscita nelli altri l'invidia e la brama, tanto più l'uomo ne gode e n'è superbo. ([[s:Il piacere/II#pagename75|cap. II, p. 63]])
*La parola è una cosa profonda,in cui per l'uomo d'intelletto son nascoste inesauribili ricchezze. (cap. II)
*Quell'aria aspettava il ''suo'' respiro; quei tappeti chiedevano d'esser premuti dal ''suo'' piede; quei cuscini volevano l'impronta del ''suo'' corpo. ([[s:Il piacere/III#pagename97|cap. III, pp. 85-86]])
*Il passato è come una tomba che non rende più i suoi morti. (cap. IV)
*Il [[verso]] è tutto. ([[s:Il piacere/VI#pagename191|cap. VI, p. 179]])
*Da che vi ho conosciuta, ho molto sognato per voi, di giorno e di notte, ma senza una speranza e senza un fine. Io so che voi non mi amate e che non potete amarmi. E pure, credetemi, io rinunzierei a tutte le promesse della vita per vivere in una piccola parte del vostro cuore... (Andrea: [[s:Il piacere/VIII#pagename238|cap. VIII, p. 226]])