Henri Bergson: differenze tra le versioni

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*''L'[[intelligenza]], considerata in ciò che sembra esserne il significato originario, è la facoltà di fabbricare oggetti artificiali, in particolare utensili atti a fare altri utensili, e di variarne la fabbricazione indefinitamente.''
*Nell'animale l'invenzione non è mai altro che una variazione sullo stesso tema fisso usuale: chiuso nelle abitudini della specie, esso arriva, certo, ad allargarle con la sua iniziativa individuale, ma sfugge all'automatismo per un solo istante, esattamente il tempo di creare un nuovo automatismo, e le porte della sua prigione si richiudono appena aperte, dato che tirando la sua catena esso riesce soltanto ad allungarla.<br />Nell'uomo, la coscienza spezza la catena, solo nell'uomo essa si libera: fino a lui tutta la storia della vita era stata uno sforzo della coscienza per sollevare la materia, ed una compressione più o meno completa della coscienza da parte della materia che sulla prima ricadeva.<ref>Citato in Gino Ditadi, ''I filosofi e gli animali'', vol. 2, Isonomia editrice, Este, 1994, pp. 883-884. ISBN 88-85944-12-4</ref>
*Quel che si trova nell'effetto era già nella [[causa ed effetto|causa]].
*Sarebbe assurdo rifiutare la [[coscienza]] ad un animale, perché non ha cervello, quanto dichiararlo incapace di nutrirsi perché non ha stomaco.