Isabella Vincentini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
Riga 1:
'''Isabella Vincentini''' (1954 – vivente), poetessa, saggista e critico letterario italiana.
 
 
==''Varianti da un naufragio. Il viaggio marino dai simbolisti ai post-ermetici''==
* La matrice che ha generato il naufragio, attraverso giri viziosi ed infinite varianti, approda all'archetipo dell'acqua: al mare e all'infinito; alla fecondità e all'abbondanza; alla vita che rinnova e distrugge, placa la sete e il desiderio, minaccia, vince e dona; inghiotte e salva. (p. 34)
* Sia come locuzione che in senso figurato, il naufragio apre il campo alla rottura e alla perdita, all'insuccesso e alla dispersione, alla distruzione e al fallimento. Fare un naufragio equivale ad affondare, a trovarsi vittima di un disastro avvenuto per aver urtato contro ghiacci e scogli o a causa di una secca nascosta, di una collisione, di una tempesta o di qualsiasi altro fattore estraneo alla volontà dell'uomo. (p. 36)
* La poesia moderna ha mutato il timore del naufragio, la ricerca di una via di scampo, il ravvedersi che genera il ritorno, in una necessità positiva. Dolce diviene il naufragare perché il poeta sa che quando tutto è perduto si avrà un mutamento di destino: la sua trasformazione da nave in mare, da marinaio a poeta oppure da sofferenza ad assopimento, da ricerca inappagata ad oblio, da presente ad Infinito. Così la perdita della vecchia condizione diventa acquisto di un nuovo stato; il poeta aspetta e ricerca il nuovo ed in ogni caso lo preferisce a tutto ciò a cui egli ha già rinunciato. (p. 41)
* Il viaggio è l'invariante da cui si diramano e dove confluiscono tutte le varianti e il naufragio ne "l'acqua metis", è il luogo dove sprofonda lo scriba, l'alfa e l'omega di una "corrente immaginosa". (p. 152)
 
{{NDR|Isabella Vincentini, ''Varianti da un naufragio. Il viaggio marino dai simbolisti ai post-ermetici'', Mursia, Milano, 1994.}}
 
 
==''Atene. Tra i muscoli dei Ciclopi''==
Line 19 ⟶ 9:
*La lotta tra il cielo e la terra non è solo il mito olimpico della creazione. È una lotta che va oltre la supremazia del patriarcato sul matriarcato verificatasi in seguito alle invasioni elleniche. È l'eterna lotta tra il simbolo della luce spirituale e la forza tellurica di tutte le cose esistenti: il sole, la luna, i pianeti, le stelle, la terra con i suoi monti, il mare, i fiumi, gli alberi e le erbe. (p. 41)
*È una strana tristezza quella che si diffonde la sera sulle rovine di Atene. Una tristezza così lontana dalla disperazione esistenziale delle nostre città, che guarisce chiunque l'avvicini. Per scoprirlo dobbiamo lasciarci condurre per mano unicamente dai poeti. (p. 78)
 
{{NDR|Isabella Vincentini, ''Atene. Tra i muscoli dei Ciclopi'', Unicopli Edizioni, Milano, 2002}}
==''Varianti da un naufragio. Il viaggio marino dai simbolisti ai post-ermetici''==
* La matrice che ha generato il naufragio, attraverso giri viziosi ed infinite varianti, approda all'archetipo dell'acqua: al mare e all'infinito; alla fecondità e all'abbondanza; alla vita che rinnova e distrugge, placa la sete e il desiderio, minaccia, vince e dona; inghiotte e salva. (p. 34)
* Sia come locuzione che in senso figurato, il naufragio apre il campo alla rottura e alla perdita, all'insuccesso e alla dispersione, alla distruzione e al fallimento. Fare un naufragio equivale ad affondare, a trovarsi vittima di un disastro avvenuto per aver urtato contro ghiacci e scogli o a causa di una secca nascosta, di una collisione, di una tempesta o di qualsiasi altro fattore estraneo alla volontà dell'uomo. (p. 36)
* La poesia moderna ha mutato il timore del naufragio, la ricerca di una via di scampo, il ravvedersi che genera il ritorno, in una necessità positiva. Dolce diviene il naufragare perché il poeta sa che quando tutto è perduto si avrà un mutamento di destino: la sua trasformazione da nave in mare, da marinaio a poeta oppure da sofferenza ad assopimento, da ricerca inappagata ad oblio, da presente ad Infinito. Così la perdita della vecchia condizione diventa acquisto di un nuovo stato; il poeta aspetta e ricerca il nuovo ed in ogni caso lo preferisce a tutto ciò a cui egli ha già rinunciato. (p. 41)
* Il viaggio è l'invariante da cui si diramano e dove confluiscono tutte le varianti e il naufragio ne "l'acqua metis", è il luogo dove sprofonda lo scriba, l'alfa e l'omega di una "corrente immaginosa". (p. 152)
 
==Bibliografia==
{{NDR|*Isabella Vincentini, ''Atene. Tra i muscoli dei Ciclopi'', Unicopli Edizioni, Milano, 2002}}.
{{NDR|*Isabella Vincentini, ''Varianti da un naufragio. Il viaggio marino dai simbolisti ai post-ermetici'', Mursia, Milano, 1994.}}
 
==Altri progetti==