Amélie Nothomb: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Amélie Nothomb==
*Non c'è niente di più vergognoso del [[sudore]]. Se mangi a quattro palmenti un bel piatto di fettuccine, se ti abbandoni alla rabbia del sesso, se passi l'inverno a dormicchiare vicino al camino, suderai. E nessuno avrà più dubbi sulla tua volgarità. Tra il suicidio e la traspirazione non esitare. Versare il proprio sangue è ammirevole quanto è immondo versare il proprio sudore. Se ti darai la morte, non suderai mai più e la tua angoscia sarà finita per sempre. (da ''Stupore e tremori'', traduzione di Biancamaria Bruno, Voland)
*– Lei è un pazzo furioso. – – Questa mania di dare del [[pazzo]] a quelli che non si comprendono! Che pigrizia mentale! (da ''Cosmetica del nemico'', Voland)
*Ci si innamora di persone che non si sopportano, di persone che rappresentano un pericolo insostenibile... Nell'amore, io vedo un trucco del mio istinto per non assassinare l'altro. (da ''Né di Eva né di Adamo'', traduzione di Monica Capuani, Voland)
*Dicono che [[fuggire]] non sia un gesto molto nobile. Peccato, è così piacevole. (da ''Né di Eva né di Adamo'')
*Non ho nulla contro la [[noia]], ma annoiarsi ed essere anche costretti a manifestare interesse, che piaga! (da ''Causa di forza maggiore'', Voland)
*Osservo un mondo cinico, ma non credo di parteciparvi. Nel quotidiano ne sono completamente slegata. Definirei il mio stile "paranoico" perché quando mi volgo al mio lato lirico, quello autentico in cui credo, avverto uno stridore che prelude a suggerimenti crudeli che non mi appartengono, ma sono sempre in agguato. (da un'intervista a ''l'Unità'', 24 febbraio 2007)
*Questo romanzo è un po' la mia rivisitazione di ''Arancia Meccanica''. (sul libro ''Diario di Rondine'' da un'intervista a ''la Repubblica'', 2 dicembre 2006)
 
==''Igiene dell'assassinoAntichrista''==
*Era questo, l'[[università]]: credere che ti saresti aperta sull'universo e non incontrare nessuno.
===[[Incipit]]===
*La [[lettura]] non è un piacere sostitutivo.
Quando fu di dominio pubblico che l'immane scrittore Prétextat Tach sarebbe morto due mesi dopo, i giornalisti di tutto il mondo sollecitarono interviste private con l'ottuagenario. Il vegliardo godeva, certo, di un prestigio considerevole; fu comunque grande lo stupore di veder accorrere al capezzale del romanziere francofono rappresentanti di quotidiani del calibro (ci siamo permessi di tradurre) della ''Voce di Nanchino'' e del ''Bangladesh Observer''. Così, due mesi prima della morte, il signor Tach poté farsi un'idea dell'ampiezza della propria fama.
*Quando una camera ha una finestra, si ha la propria porzione di cielo. Cos'altro desiderare?
 
*Chi crede che [[lettura|leggere]] sia una fuga è all'opposto della verità: leggere è trovarsi di fronte il reale nella sua massima concentrazione, il che, stranamente, è meno spaventoso che avere a che fare con le sue eterne diluizioni.
===Citazioni===
*Sbaglia chi crede di leggere a caso.
*– Però è affascinante sentire uno scrittore parlare della sua creazione, dire come, perché e contro che cosa scrive.<Br>– Se uno scrittore riesce ad essere affascinante a questo riguardo, ci sono solo due possibilità: o ripete ad alta voce quello che ha scritto nel suo libro, e allora è un pappagallo; o spiega cose interessanti di cui non ha parlato nel suo libro, nel qual caso il detto libro è un fallimento perché non basta a se stesso.
*La gente non sa niente delle [[metafora|metafore]]. È una parola che si vende bene, perché ha un portamento fiero. "Metafora": l'ultimo degli ignoranti percepisce che viene dal greco. Una raffinatezza incredibile, queste etimologie fasulle – fasulle, veramente: quando si conosce una polisemia della preposizione ''metá'' e la neutralità buona per tutte le stagioni del verbo ''phéro'', per essere in buona fede si dovrebbe concludere che la parola "metafora" significa qualunque cosa. (Prétextat Tacht)
*C'è cattivo gusto e cattivo gusto: c'è il cattivo gusto sano e rigenerante che consiste nel creare orrori per fini salutari, purgativi, gioiosi e virili, come una buona vomitata; e poi c'è l'altro cattivo gusto, apostolico, che, offuscato da quel grazioso rigurgito, ha bisogno di una tuta stagna per aprircisi un varco. E quello scafandro è la metafora, che permette al metaforizzatore di esclamare sollevato: «Ho attraversato Tacht da parte a parte e non mi sono sporcato!» (Prétextat Tacht)
*No, mi creda, i libri scritti per pura bontà sono rarissimi. Sono opere che si creano in abiezione e in solitudine, ben sapendo che dopo averle scagliate in faccia al mondo si sarà ancora più soli e più abietti. È normale, la principale caratteristica della [[gentilezza]] disinteressata è di essere irriconoscibile, inconoscibile, invisibile, insospettabile, perché un beneficio che dica il suo nome non è mai disinteressato. (Prétextat Tacht)
*Come! Invece il parallelismo è sorprendente. Questo ammassare, per esempio: si parla di corsa agli armamenti, si dovrebbe dire anche "corsa alle letterature". È un argomento di forza come un altro: ogni popolo brandisce il suo scrittore o i suoi [[scrittori]] come cannoni. (Prétextat Tacht)
*I coglioni sono la capacità di resistenza di un individuo alla malafede ambientale. Scientifico, eh? (Prétextat Tacht)
*[...] l'acqua glaciale, la neritudine clorotica del lago, il biancore delle spalle di Léopoldine, le sue labbra blu come il solfato di mercurio, e poi soprattutto le sue gambe le cui impercettibili epifanie evocavano, con la loro lentezza insondabile, qualche carezza iperborea. (Prétextat Tacht)
 
==''Sabotaggio d'amore''==
*Avevo letto solo due libri: la Bibbia e i racconti delle Mille e una notte. Quelle cattive letture mi avevano inoculato un sentimentalismo mediorientale di cui mi vergognavo già all'epoca. Quei due libri bisognerebbe censurarli. (p. 118)
*Che una cosa incantevole, felpata, dolce, ondeggiante, leggera quanto la neve si possa trasformare così presto nel suo contrario – un ammasso grigio, vischioso, denso, pesante, ruvido – è una porcata da cui non riesco a riprendermi. (p. 98)
*E io stavo ferma quanto lei, e tenevo gli occhi fissi nei suoi: era come se stessimo giocando a chi avrebbe battuto le palpebre per prima. Ma il vero braccio di ferro di quello sguardo si svolgeva molto più in profondità. (p. 117)
*Grazie al [[nemico]] la vita, questo sinistro accidente, si trasforma in epopea. (p. 16)
*Gli italiani erano il meglio o il peggio: fra loro c'erano tanti vigliacchi quanti coraggiosi. (p. 19)
*Gli [[adulti]] non possono fare ai bambini regalo più bello che dimenticarli. (p. 37)
*Ho sempre saputo che l'età adulta non contava: dalla pubertà in poi l'esistenza è solo un epilogo. (p. 26)
*L'Iliade dà a volte l'illusione di essere la giustapposizione di più rivalità elette: ogni eroe trova nel campo avverso il suo nemico designato, mitico, quello che lo tallonerà finché non l'abbia distrutto, e viceversa. Ma questa non è la guerra: è l'amore, con tutto l'orgoglio e l'individualismo che presuppone. (p. 113)
*La Cina è come un'abile cortigiana capace di far dimenticare le innumerevoli imperfezioni del suo corpo senza neppure nasconderle e di far innamorare tutti i suoi amanti. (p. 11)
*Le teorie servono a irritare i benpensanti, a sedurre gli esteti e a far ridere gli altri. L'essenza delle verità perturbanti è di sfuggire all'analisi. (p. 25)
*Ma la vera bellezza deve lasciare insoddisfatti: deve lasciare all'anima una parte del suo desiderio. (p. 24)
*Mi domando cosa può essere il comunismo. Ho cinque anni e sono troppo consapevole della mia dignità per chiedere agli adulti che significa. Dopotutto non ho avuto bisogno di loro per imparare a parlare. Se avessi dovuto domandare a loro ogni volta il significato delle parole, sarei ancora ai primi balbettii. Ho capito da sola che cane voleva dire cane, e cattivo cattivo: non vedo perché mi dovrebbero aiutare per capire una parola nuova. (p. 12)
*Non potevo sapere che io e lei appartenevamo a due specie diverse. Elena era di quelle che amano di più quando sono trattati male. Per me era il contrario: più mi sentivo amata, più amavo. (p. 102)
*Penso che avesse bisogno di essere amata. Di amare no: non era nella sua natura. A ciascuno la sua specialità. (p. 112)
*Perché ridi? Con voce sobria, altera e divertita lei rispose: Perché sei stupida. Così fu accolta la mia prima dichiarazione d'amore. (p. 40)
*Piangeva con arte consumata: appena un po' in modo che non fosse antiestetico, e con gli occhi aperti, in modo da non occultare il suo sguardo magnifico e da mettere in evidenza la lenta genesi di ogni singola lacrima. (p. 117)
 
==''Le catilinarie''==
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*Non c'è niente che un essere umano faccia una sola volta. Se un essere umano fa una cosa, un giorno, vuol dire che è nella sua natura. Ognuno di noi passa il tempo a riprodurre le stesse azioni. Il suicidio è solo un caso particolare. Gli assassini tornano ad uccidere, gli innamorati si riinnamorano.
*[...] non avevo giudicato la vita altrui secondo i miei criteri, non avevo compiuto un gesto che mi sarebbe valso la stima della gente normale. Tutt'altro: ero andato controcorrente rispetto alla mia stessa natura, avevo dato la precedenza non alla mia salvezza ma a quella del prossimo, senza possibilità alcuna di incontrare l'approvazione dei miei pari; avevo calpestato le mie convinzioni, il che non è gran cosa, ma anche la mia passività innata, il che è notevole, per esaudire il desiderio di un pover'uomo, perché fosse esaudita la sua volontà, non la mia. Insomma, mi ero comportato generosamente: la vera generosità è quella che nessuno può comprendere. Appena la bontà si preoccupa dell'ammirazione, non è più bontà.
 
==''Antichrista''==
*Era questo, l'[[università]]: credere che ti saresti aperta sull'universo e non incontrare nessuno.
*La [[lettura]] non è un piacere sostitutivo.
*Quando una camera ha una finestra, si ha la propria porzione di cielo. Cos'altro desiderare?
*Chi crede che [[lettura|leggere]] sia una fuga è all'opposto della verità: leggere è trovarsi di fronte il reale nella sua massima concentrazione, il che, stranamente, è meno spaventoso che avere a che fare con le sue eterne diluizioni.
*Sbaglia chi crede di leggere a caso.
 
==''Diario di Rondine''==
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===[[Explicit]]===
Con Rondine, la storia è cominciata male, ma si conclude nel migliore dei modi dal momento che non finisce. Io muoio per averla mangiata, lei mi uccide da dentro il mio ventre, con dolcezza, di un male efficace quanto discreto. Muoio mano nella sua mano, dal momento che sto scrivendo: la scrittura è il luogo in cui mi sono innamorato di lei. Questo testo si interromperà nell'istante stesso della mia morte.
 
==''Igiene dell'assassino''==
===[[Incipit]]===
Quando fu di dominio pubblico che l'immane scrittore Prétextat Tach sarebbe morto due mesi dopo, i giornalisti di tutto il mondo sollecitarono interviste private con l'ottuagenario. Il vegliardo godeva, certo, di un prestigio considerevole; fu comunque grande lo stupore di veder accorrere al capezzale del romanziere francofono rappresentanti di quotidiani del calibro (ci siamo permessi di tradurre) della ''Voce di Nanchino'' e del ''Bangladesh Observer''. Così, due mesi prima della morte, il signor Tach poté farsi un'idea dell'ampiezza della propria fama.
 
===Citazioni===
*– Però è affascinante sentire uno scrittore parlare della sua creazione, dire come, perché e contro che cosa scrive.<Br>– Se uno scrittore riesce ad essere affascinante a questo riguardo, ci sono solo due possibilità: o ripete ad alta voce quello che ha scritto nel suo libro, e allora è un pappagallo; o spiega cose interessanti di cui non ha parlato nel suo libro, nel qual caso il detto libro è un fallimento perché non basta a se stesso.
*La gente non sa niente delle [[metafora|metafore]]. È una parola che si vende bene, perché ha un portamento fiero. "Metafora": l'ultimo degli ignoranti percepisce che viene dal greco. Una raffinatezza incredibile, queste etimologie fasulle – fasulle, veramente: quando si conosce una polisemia della preposizione ''metá'' e la neutralità buona per tutte le stagioni del verbo ''phéro'', per essere in buona fede si dovrebbe concludere che la parola "metafora" significa qualunque cosa. (Prétextat Tacht)
*C'è cattivo gusto e cattivo gusto: c'è il cattivo gusto sano e rigenerante che consiste nel creare orrori per fini salutari, purgativi, gioiosi e virili, come una buona vomitata; e poi c'è l'altro cattivo gusto, apostolico, che, offuscato da quel grazioso rigurgito, ha bisogno di una tuta stagna per aprircisi un varco. E quello scafandro è la metafora, che permette al metaforizzatore di esclamare sollevato: «Ho attraversato Tacht da parte a parte e non mi sono sporcato!» (Prétextat Tacht)
*No, mi creda, i libri scritti per pura bontà sono rarissimi. Sono opere che si creano in abiezione e in solitudine, ben sapendo che dopo averle scagliate in faccia al mondo si sarà ancora più soli e più abietti. È normale, la principale caratteristica della [[gentilezza]] disinteressata è di essere irriconoscibile, inconoscibile, invisibile, insospettabile, perché un beneficio che dica il suo nome non è mai disinteressato. (Prétextat Tacht)
*Come! Invece il parallelismo è sorprendente. Questo ammassare, per esempio: si parla di corsa agli armamenti, si dovrebbe dire anche "corsa alle letterature". È un argomento di forza come un altro: ogni popolo brandisce il suo scrittore o i suoi [[scrittori]] come cannoni. (Prétextat Tacht)
*I coglioni sono la capacità di resistenza di un individuo alla malafede ambientale. Scientifico, eh? (Prétextat Tacht)
*[...] l'acqua glaciale, la neritudine clorotica del lago, il biancore delle spalle di Léopoldine, le sue labbra blu come il solfato di mercurio, e poi soprattutto le sue gambe le cui impercettibili epifanie evocavano, con la loro lentezza insondabile, qualche carezza iperborea. (Prétextat Tacht)
 
==''Metafisica dei tubi''==
*— Il vostro neonato è un ortaggio. È davvero preoccupante.<br>I genitori tirarono un sospiro di sollievo nell'udire quella che considerarono una buona notizia: un ortaggio era comunque vivo.
*Lo [[sguardo]] è una scelta. Chi guarda decide di soffermarsi su una determinata cosa e di escludere dunque all'attenzione il resto del proprio campo visivo. In questo senso lo sguardo, che è l'essenza della vita, è prima di tutto un rifiuto.<br>Vivere vuol dire rifiutare. Chi accetta ogni cosa non è più vivo dell'orifizio di un lavandino. Per vivere bisogna essere capaci di non mettere più sullo stesso piano, al di sopra di se stessi, la mamma e il soffitto. Bisogna rinunciare a uno dei due e decidere di interessarsi o alla mamma o al soffitto. L'unica scelta sbagliata è quella di non fare una scelta.<br>Dio non aveva rifiutato niente perché non aveva scelto niente. Per questo non vivere.<br>Al momento della nascita i neonati strillano. Questo grido di dolore è già una rivolta, e questa rivolta è già un rifiuto. Per questo motivo la vita ha inizio il giorno della nascita e non prima, nonostante ciò che sostengono alcuni.<br>Durante il parto il tubo non aveva emesso il minimo decibel.<br>Eppure i medici avevano accertato che non era né sordo, né muto, né cieco. Era semplicemente un lavandino senza tappo. Se avesse potuto parlare, avrebbe ripetuto continuamente un'unica parola: "sì".
*La gente venera la regolarità, ne fa un culto. Ama credere che l'[[evoluzione]] sia il risultato di un processo normale e naturale; la specie umana sarebbe dunque governata da una sorta di fatalità biologica interna che l'ha indotta a smettere di camminare a quattro zampe più o meno all'età, o a muovere i primi passi dopo alcuni millenni.<br>Nessuno vuole credere all'[[caso|imprevisto]]. Espressione sia di una fatalità esterna, — di per sé già un incomodo — sia del caso, — che è anche peggio — l'imprevisto è bandito dall'immaginario umano. Se qualcuno osasse dire: "È accaduto per caso che all'età di circa un anno io abbia fatto i miei primi passi" oppure: "È stato per puro caso che un bel giorno l'uomo abbia giocato a fare il bipede", sarebbe immediatamente preso per pazzo.<br>La teoria della casualità è inaccettabile perché lascia supporre che le cose sarebbero potute andare diversamente.
*Da troppo tempo esiste un'immensa setta di imbecilli che oppongono [[sensualità]] e [[intelligenza]]. È un circolo vizioso: si privano della voluttà per esaltare le proprie capacità intellettuali, ottenendo come unico risultato quello di esserne impoveriti. Diventano sempre più stupidi, il che li conferma nella convinzione di essere brillanti — e sì, perché non c'è niente di meglio della [[stupidità]] per credersi intelligenti.<br>Il diletto rende umili e colmi di ammirazione nei confronti di ciò che l'ha reso possibile; il piacere sveglia lo spirito spingendolo alla virtuosità e alla profondità. È una magia talmente potente che, in mancanza di voluttà vera e propria, la sola idea è già sufficiente. Dal momento che esiste questa nozione, l'essere può ritenersi salvo. E la trionfante frigidità, invece, è condannata alla celebrazione del suo proprio niente.<br>Nei salotti si incontrano persone che si vantano, a voce alta e convinta, di essersi private per venticinque anni di questa o quella delizia. Si incontrano anche grandissimi idioti che si gloriano di non ascoltare mai musica, di non aprire mai un libro o di non andare mai al cinema. Ci sono anche quelli che sperano di suscitare ammirazione per la loro assoluta [[castità]]. Dopotutto è giusto che se ne vantino: non avranno altre soddisfazioni nella vita.
*La morte era il soffitto. Quando si conosce il soffitto meglio di se stessi, questo si chiama morte. Il soffitto è ciò che impedisce agli occhi di salire e al pensiero di elevarsi. Chi dice soffitto dice tomba: il soffitto è il coperchio del cervello. Quando arriva la morte, un coperchio gigante si posa sulla vostra pentola cranica.
*Chiesi a Nishio-san chi fosse [[Gesù]]. Mi disse di non saperlo esattamente.<br>— So che è un dio, — azzardò — Aveva i capelli lunghi.<br>— Tu credi in lui?<br>— No.<br>— E in me, ci credi?<br>— Sì.<br>— Anch'io ho i capelli lunghi.<br>— Sì. E poi a te, ti conosco.
*Senza dubbio gli abitanti del paese del crocifisso {{NDR|[[Gesù Cristo]]}} avevano gli stessi principi dei [[Giappone|Giapponesi]]: salvare la vita di qualcuno significava ridurlo in schiavitù per un debito di riconoscenza troppo grande. Era meglio lasciarlo morire anzichè privarlo della sua libertà.
*Avevo appena scoperto l'orribile notizia che ogni essere umano scopre un giorno o l'altro: quello che ami, tu lo perderai. "Quanto ti è stato dato, ti verrà ripreso": è così che formulai il disastro che sarebbe diventato il ritornello della mia infanzia, della mia adolescenza e di tutte le successive peripezie.
 
==''Né di Eva né di Adamo''==
*Ci si innamora di persone che non si sopportano, di persone che rappresentano un pericolo insostenibile... Nell'amore, io vedo un trucco del mio istinto per non assassinare l'altro. (traduzione di Monica Capuani, Voland)
*Dicono che [[fuggire]] non sia un gesto molto nobile. Peccato, è così piacevole.
 
==''Sabotaggio d'amore''==
*Avevo letto solo due libri: la Bibbia e i racconti delle Mille e una notte. Quelle cattive letture mi avevano inoculato un sentimentalismo mediorientale di cui mi vergognavo già all'epoca. Quei due libri bisognerebbe censurarli. (p. 118)
*Che una cosa incantevole, felpata, dolce, ondeggiante, leggera quanto la neve si possa trasformare così presto nel suo contrario – un ammasso grigio, vischioso, denso, pesante, ruvido – è una porcata da cui non riesco a riprendermi. (p. 98)
*E io stavo ferma quanto lei, e tenevo gli occhi fissi nei suoi: era come se stessimo giocando a chi avrebbe battuto le palpebre per prima. Ma il vero braccio di ferro di quello sguardo si svolgeva molto più in profondità. (p. 117)
*Grazie al [[nemico]] la vita, questo sinistro accidente, si trasforma in epopea. (p. 16)
*Gli italiani erano il meglio o il peggio: fra loro c'erano tanti vigliacchi quanti coraggiosi. (p. 19)
*Gli [[adulti]] non possono fare ai bambini regalo più bello che dimenticarli. (p. 37)
*Ho sempre saputo che l'età adulta non contava: dalla pubertà in poi l'esistenza è solo un epilogo. (p. 26)
*L'Iliade dà a volte l'illusione di essere la giustapposizione di più rivalità elette: ogni eroe trova nel campo avverso il suo nemico designato, mitico, quello che lo tallonerà finché non l'abbia distrutto, e viceversa. Ma questa non è la guerra: è l'amore, con tutto l'orgoglio e l'individualismo che presuppone. (p. 113)
*La Cina è come un'abile cortigiana capace di far dimenticare le innumerevoli imperfezioni del suo corpo senza neppure nasconderle e di far innamorare tutti i suoi amanti. (p. 11)
*Le teorie servono a irritare i benpensanti, a sedurre gli esteti e a far ridere gli altri. L'essenza delle verità perturbanti è di sfuggire all'analisi. (p. 25)
*Ma la vera bellezza deve lasciare insoddisfatti: deve lasciare all'anima una parte del suo desiderio. (p. 24)
*Mi domando cosa può essere il comunismo. Ho cinque anni e sono troppo consapevole della mia dignità per chiedere agli adulti che significa. Dopotutto non ho avuto bisogno di loro per imparare a parlare. Se avessi dovuto domandare a loro ogni volta il significato delle parole, sarei ancora ai primi balbettii. Ho capito da sola che cane voleva dire cane, e cattivo cattivo: non vedo perché mi dovrebbero aiutare per capire una parola nuova. (p. 12)
*Non potevo sapere che io e lei appartenevamo a due specie diverse. Elena era di quelle che amano di più quando sono trattati male. Per me era il contrario: più mi sentivo amata, più amavo. (p. 102)
*Penso che avesse bisogno di essere amata. Di amare no: non era nella sua natura. A ciascuno la sua specialità. (p. 112)
*Perché ridi? Con voce sobria, altera e divertita lei rispose: Perché sei stupida. Così fu accolta la mia prima dichiarazione d'amore. (p. 40)
*Piangeva con arte consumata: appena un po' in modo che non fosse antiestetico, e con gli occhi aperti, in modo da non occultare il suo sguardo magnifico e da mettere in evidenza la lenta genesi di ogni singola lacrima. (p. 117)
 
==''Stupore e tremori''==
===[[Incipit]]===
*Il signor Haneda era il capo del signor Omochi, che era il capo del signor Saito, che era il capo della signorina Mori, che era il mio capo. E io non ero il capo di nessuno. Si potrebbe dire diversamente. Io ero agli ordini della signorina Mori, che era agli ordini del signor Saito, e così di seguito, con la precisazione che gli ordini verso il basso potevano saltare i gradini della scala gerarchica. Per cui, alla Yumimoto, io ero agli ordini di tutti.
 
===Citazioni===
*Non c'è niente di più vergognoso del [[sudore]]. Se mangi a quattro palmenti un bel piatto di fettuccine, se ti abbandoni alla rabbia del sesso, se passi l'inverno a dormicchiare vicino al camino, suderai. E nessuno avrà più dubbi sulla tua volgarità. Tra il suicidio e la traspirazione non esitare. Versare il proprio sangue è ammirevole quanto è immondo versare il proprio sudore. Se ti darai la morte, non suderai mai più e la tua angoscia sarà finita per sempre. (da ''Stupore e tremori'', traduzione di Biancamaria Bruno, Voland)
*Tanto il [[Natale]] mi deprime quanto la [[Pasqua]] mi riempie di gioia. Un Dio che si fa bambino è avvilente. Un poveraccio che si fa [[Dio]] è tutt'altra cosa.
*Curiosamente, tutto questo ha una sua logica: i sistemi più [[autorità|autoritari]] provocano, nei paesi in cui vengono applicati, allucinanti casi di devianza - e, per la stessa ragione, inducono a una relativo tolleranza rispetto alle stranezze umane più strabilianti.
*Se bisogna ammirare la [[Giappone|Giapponese]] (e bisogna farlo) è perchè non si [[suicidio|suicida]].
*{{NDR|A proposito della donna [[Giappone|giapponese]]}} Le ingessano il cervello. Se a venticinque anni non sei ancora sposata, hai di che vergognarti", "se ridi non sei fine", "se il tuo viso esprime un sentimento sei volgare", "se menzioni l'esistenza di un pelo sul tuo corpo sei immonda", "se un ragazzo ti bacia sulla guancia in pubblico sei una puttana", "se mangi con piacere sei una scrofa", "se provi piacere a dormire sei una vacca". Precetti del genere sarebbero ridocoli se non ti si conficcassero dentro.
*Da piccola volevo diventare [[Dio]]. Molto presto compresi che era chiedere troppo e versai un po’ di acqua benedetta nel mio vino da messa: sarei stata [[Gesù]]. Presi rapidamente coscienza del mio eccesso di ambizione e accettai di ‘fare’ la [[martire]], una volta diventata grande. Adulta, mi decisi a essere meno megalomane e a lavorare come interprete in un’azienda giapponese. Sfortunatamente, era troppo per me e dovetti scendere di un gradito per diventare ragioniera. Ma non c’erano stati freni alla mia folgorante caduta sociale. Mi venne dunque assegnato il posto di nullafacente. Purtroppo – avrei dovuto sospettarlo – era ancora troppo per me. Ottenni così l’incarico estremo: guardiana dei cessi. Dalla divinità alla latrina: c’era di che estasiarsi del mio percorso inesorabile. Di una cantante che riesca a passare dal registro di soprano a quello di contralto si dice che possiede una vasta estensione: io mi permetto di sottolineare la straordinaria estensione del mio talento, in grado di cantare tutti i registri, tanto in quello di Dio che in quello di signora Pipì. Passato lo stupore, la prima cosa che provai fu uno strano sollievo. Quando si lustrano i bagni sporchi, il vantaggio è che non c’è da temere di cadere più in basso.
*[[Sabotaggio]]: uno dei crimini nipponici più gravi, tanto odioso che si usa la parola francese, perché bisogna essere stranieri per concepire una bassezza simile.
*Nell'antico protocollo imperiale nipponico, si afferma che ci si rivolgerà all'Imperatore con "stupore e tremore". Mi è sempre piaciuta questa formula che corrisponde così bene al ruolo degli attori nei film di [[samurai]] quando si rivolgono al loro capo, la voce traumatizzata da un rispetto sovrumano.
*Non dire troppo male di te stesso, finiranno per crederci. {{NDR|Citando [[Andrè Maurois]]}}
 
==Bibliografia==
*Amélie Nothomb, ''Diario di Rondine'' (''Journal d'Hirondelle''), traduzione di Monica Capuani, Voland, 2006. ISBN 978888870076
*Amélie Nothomb, ''Igiene dell'assassino'', traduzione di Biancamaria Bruno, Voland, 1997.
*Amélie Nothomb, ''Metafisica dei tubi'', Guanda, 2004. ISBN 9788882463687
*Amélie Nothomb, ''Sabotaggio d'amore'', traduzione di Alessandro Grilli, Guanda, 2001. ISBN 88-8246-338-9
*Amélie Nothomb, ''Stupore e tremori'', Guanda, 2006. ISBN 9788882468972
 
==Altri progetti==
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===Opere===
{{Pedia|Igiene dell'assassino||(1992)}}
{{Pedia|Sabotaggio d'amore||(1993)}}
{{Pedia|Libri da ardere||(1994)}}
{{Pedia|Stupore e tremori||(1999)}}
{{Pedia|Splendente come una padella||(1999)}}
{{Pedia|Cosmetica del nemico||(2001)}}
{{Pedia|Acido solforico (romanzo)|Acido solforico|(2005)}}
{{Pedia|Né di Eva né di Adamo||(2007)}}
 
[[Categoria:Scrittori belgi|Nothomb]]