Dolindo Ruotolo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 15:
*Ecco Gesù in preghiera, solo, prostrato innanzi al Padre, con le braccia aperte e lo sguardo al cielo. Era uno spettacolo meraviglioso degno di Dio, come Verbo eterno, conoscenza del Padre, luce da luce infinita. Egli era come lampada eterna innanzi a Lui. (p. 1102)
*Quel piccolo lume fa risaltare la bellezza dell'altare, e parla dell'ineffabile amore che silenziosamente arde nel santo Ciborio; esprime in un simbolo delicato la realtà infinita del Verbo eterno, luce del Padre, e la realtà del Verbo Incarnato vittima che perennemente arde e si consuma. Raccoglie l'anima nostra nella fede, che è conoscenza di Dio, e l'accende di tenero amore; non è un semplice lume, ma è un complesso di cuori accesi innanzi all'amore che si dona. Ogni vibrazione di quella luce esprime la vibrazione di un'anima, ogni efflusso dell'olio verso la fiammella esprime il rifluire della vita verso Dio, accendendosi di amore e consumandosi di carità; ogni crepitare tranquillo della placida luce esprime la trepidazione della carità interiore. La lampada, posta dalla Chiesa, non è muta, ma è la rappresentanza della Chiesa, generata dal Redentore e sua glorificazione perenne. (p. 1102)
*La [[Chiesa]] è una muraglia salda che nessuna bomba è stata capace di abbattere, perché le parole di [[Gesù]] hanno formato dei suoi figli una falange di eroi. (p. 1318)
*[[Gesù|Gesù Cristo]] si proclama invece conquistatore di amore per il suo sacrificio cruento e pone come base del carattere cristiano l'amore, il sacrificio eroico e la carità. Egli è venuto a portare sulla terra ''il fuoco'', non quello della distruzione ma quello della carità e desidera solo che esso si accenda; è venuto a portarlo sottomettendosi Egli al completo sacrificio ed ai dolori che dovevano inondarlo come un battesimo, e l'amor suo glieli fa desiderare con ansia vivissima, che lo tiene in angustia fino a che non li abbia tutti subiti. Questo amore e questo sacrificio Egli li lascia come bella eredità anche ai suoi seguaci, poiché la conversione del mondo importerà per essi il subire persecuzioni e dolori persino dalle persone più care di famiglia. (p. 1328)
*[[Gesù]] assiso al centro della tavola, aveva un aspetto trasumanato, divino. Il bellissimo volto era soffuso di maestà, di amore, di bontà, di pace e di una soave e profonda tristezza, che era come l'ombra di quel quadro meraviglioso e lo rendeva più bello. La divinità, nascosta dall'umanità santissima, affiorava da quei lineamenti arcanamente scultorei e bellissimi; gli occhi rifulgevano ed in essi si rispecchiava il cielo, le guance erano candide e rubiconde, e ad esse la bionda barba dava come una sfumatura di oro nello splendore della sua bontà. Affiorava da quel volto tutto il suo Cuore, tutto il suo amore, e nella composta sua modestia aveva un tratto materno, immensamente materno. Era lo Sposo dei Cantici che in quel momento si donava; apriva la porta della sua carità e stillava profumi di amore; Egli abbracciava le anime dei secoli tutti; abbracciava la sua Chiesa e le donava la sua vita. (p. 1498)