Enzo Biagi: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
 
* Nei cinque anni di governo del centrodestra, mai una volta [[Silvio Berlusconi]] si è fatto vedere in piazza il 25 aprile, mai una parola dedicata agli antifascisti, d'altra parte governare con gli eredi di [[Benito Mussolini|Mussolini]] ha un prezzo che si deve pagare. Comunque, il Cavaliere, in piedi a Milano in piazza del Duomo, al fianco di partigiani come [[Carlo Azeglio Ciampi|Ciampi]], Boldrini e poi [[Tina Anselmi]], [[Oscar Luigi Scalfaro]], Massimo Rendina, Checco Berti Arnoaldi, Giovanni Pesce, Bruno Trentin, [[Giorgio Bocca]], Pietro Ingrao, [[Rossana Rossanda]], Giuliano Vassalli, e i compianti [[Luigi Pintor]] e Aldo Aniasi, sarebbe stato ridicolo nonostante il ruolo istituzionale. (p. 52)
 
* Fuori ci sono le categorie a rischio: nel reparto {{NDR|per malati di [[AIDS]] del Policlinico San Matteo di Pavia}} ce n'è una sola. Non c'è in gioco più nulla. I malati sanno tutto, conoscono le cause dell'infezione. Gli effetti li vedono anche su se stessi. E di fronte alla sorte che li attende, appaiono spogliati di tutto, e nella loro verità: deboli o sprezzanti, volubili o vendicativi, quasi attratti dal virus che li fa anche più indifesi, o testardamente aggrappati all'ultima zattera. C'è dell'estremismo, o un senso della fatalità, anche nelle scelte, o nelle decisioni: donne che hanno usato la siringa fino al giorno prima del parto, coppie che, sapendo, hanno desiderato mettere al mondo un figlio. Accada quel che deve accadere.<br/>Negli ospiti non c'è almeno nell'apparenza, il senso del terrore: piuttosto della rassegnazione. Anche nei casi più avvilenti, si scarta la previsione tragica: in qualunque momento potrebbe arrivare il vaccino. Non è stato così per la [[tubercolosi]] o per la polio? Anche la [[morte]] è un avvenimento nascosto: chi va a casa si sa, non è mai guarito. La via del ritorno è quasi sempre segnata. Ma nessuno, né medici né ricoverati, si arrende. (p. 147)