Vincenzo Vinciguerra: differenze tra le versioni
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{{int|''La notte della Repubblica''|Intervista televisiva di Sergio Zavoli, Rai 2, 31 gennaio 1990}}
*Ci sono due punti, due punti importanti da chiarire: non c’è stata nessuna confessione. C'è stata un'assunzione di responsabilità, preannunciata in un interrogatorio ai magistrati di Bologna il 20 giugno 1984. Quindi assunzione di responsabilità che può essere intesa e deve essere intesa come rivendicazione, eventualmente, dell'attentato; non come atto di costrizione, come potrebbe fare intendere, e come fa intendere, il termine confessione. L'altro punto riguarda
*Da parte mia {{NDR|c'è stata}} guerra contro lo Stato, da parte dello Stato guerra contro questa nazione.
*Lo Stato strumentalizza oppositori, crea una situazione di scontro, destabilizza l'ordine pubblico al fine di stabilizzare l'ordine politico.
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*Questi servizi "devisti" fra virgolette, conoscono perfettamente il mondo neofascista. Su Peteano erano informati, sono stati informati nei mesi seguenti l'attentato; non prima, prima non lo potevano né immaginare né prevedere. Quindi non potevano nemmeno intervenire. Sono stati informati per via confidenziale nei mesi seguenti l'attentato con indicazioni generiche e poi, nell'ottobre del'72, hanno avuto in mano degli elementi concreti per poter provare la mia responsabilità nell'attentato di Peteano. Non lo hanno voluto fare. Non lo hanno voluto fare, non perché io ero un uomo da proteggere da parte di questi servizi, e tanto meno da parte dell'Arma dei carabinieri, ma perché contrastava con la strategia politica che stavano portando avanti.
*Io ho un futuro che assomiglia molto al passato. Io affermo che questa guerra c'è stata, questo eccidio, come lei lo chiama, non mi pesa sulla coscienza perché è un atto di guerra, rimane un atto di guerra, e quindi non mi può pesare sulla coscienza. Il senso che posso dare al mio futuro è quello di continuare sulla strada che ho intrapreso quando avevo tredici anni, sulla quale ho camminato fino ad oggi e sulla quale continuerò a camminare, in un ergastolo voluto. Non rifiutato, non imposto dallo Stato, ma voluto, cercato, e vissuto con la stessa coerenza che ho sempre mantenuto.
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