Indro Montanelli e Mario Cervi: differenze tra le versioni
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==''L'Italia dei due Giovanni''==
*L'Italia dei due Giovanni fu insieme l'erede
==''L'Italia degli anni di piombo''==
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===Citazioni===
*La primavera del 1975 era stata a Milano, capitale dell'eversione, tremenda. Il 13 marzo 1975 un ''commando'' di Avanguardia operaia aveva massacrato a colpi di chiave inglese lo studente diciassettenne Sergio Ramelli, aggredito sotto casa sua all'Ortica (un quartiere periferico milanese) mentre parcheggiava il ciclomotore. Ramelli era un simpatizzante dell'estrema destra: per questo nell'istituto tecnico industriale Molinari, dove studiava, l'avevano sottoposto a un «processo» assembleare, e costretto a cambiare scuola. I fanatici che lo perseguitavano non ne furono appagati. Radunatisi nei locali della facoltà di Medicina dell'Università Statale
*Il 16 aprile successivo (1975) un neofascista noto, Antonio Braggion, uccise con un colpo di pistola uno studente – anche lui, come Ramelli, diciassettenne – Claudio Varalli. Quasi tutta la stampa invocò una pena durissima, e quando fu pronunciata la sentenza la sinistra protestò rumorosamente perché era stata
*Fu invece inequivocabilmente volontario e «nero» l'assassinio di Alberto Brasili, il 25 maggio 1975, in piazza San Babila, che era a Milano l'area privilegiata del peggior neofascismo. Brasili, uno studente che militava alla sinistra estrema, fu circondato da una pattuglia di forsennati ultras di destra. Uno di loro l'accoltellò, a morte. L'episodio era esecrabile. Ma non per questo diventano credibili i commenti, come quello del ''Corriere'', secondo i quali «chi ammazza deliberatamente, chi disprezza la vita altrui, chi è pronto a usare la pistola e il coltello, sono i fascisti». Anche i fascisti. Ma non solo loro.
*La storia non si fa – e nemmeno la cronaca – con i se. Ma è legittimo ipotizzare ciò che sarebbe potuto accadere se i brigatisti rossi, anziché obbedire alla voluttà di distruzione e di morte – quella che induceva un militante a sognare l'avvento d'un regime alla [[Pol Pot]], con una immane e salvifica carneficina – avessero liberato Moro: quel Moro che aveva coperto d'accuse e recriminazioni i suoi amici di partito, che aveva rinnegato la DC, che sarebbe riemerso dalla segregazione catacombale di via Montalcini gonfio di rancori, e ansioso di vendette da assaporare a freddo. Per la DC la sua presenza sarebbe stata dirompente, se non devastatrice. Il martire sfuggito alla morte poteva diventare – lo diventeranno del resto la moglie e i figli – il peggior nemico della ''Nomenklatura'' democristiana. Altro che [[Francesco Cossiga|Cossiga]] (il Cossiga del 1991, per intenderci).
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