Indro Montanelli e Mario Cervi: differenze tra le versioni

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===''L'Italia degli anni di piombo''===
====[[Incipit]]====
Per tutti gli anni Settanta, e per i primi Ottanta, noi fummo indicati alla pubblica esecrazione come i fascisti, i golpisti, in una parola i lebbrosi. E forse saremmo ancora nel ghetto in cui ci avevano relegato, se a trarcene fuori dandoci completa ragione non fossero sopravvenuti i fatti. Spogliarci di questo passato e parlarne come se non ci avessimo partecipato è stato, per [[Mario Cervi|Cervi]] e per me, lo sforzo più grosso. Speriamo di esservi riusciti: nei limiti, si capisce, di quell'angolatura da cui nemmeno lo storico più obbiettivo e imparziale può prescindere. Per noi gli anni che vanno dalla strage di piazza Fontana all'assassinio di [[Aldo Moro|Moro]] non sono affatto «formidabili» come li dipingono certi commentatori e memorialisti di sinistra per giustificare i propri trascorsi di fiancheggiatori del terrorismo. Per noi quei «formidabili» anni furono quelli del sopruso di una minoranza ubriaca di mode e di modelli d'importazione (Marcuse, [[Mao]], [[Che Guevara]]) su una maggioranza succuba anche perché priva di una voce che la rappresentasse. Noi fummo questa voce. E non possiamo prescinderne anche se abbiamo fatto di tutto per dimenticarcene. Secondo noi, il bilancio di quei «formidabili» anni è tutto in passivo. Essi non si sono lasciati dietro che lutti, galere, e quella cosiddetta «cultura del sospetto» che seguita ad inquinare la nostra vita pubblica, continuamente scossa da scandali più o meno pretestuosi che proprio in quei «formidabili» anni hanno la loro origine e radice.
 
===''L'Italia degli anni di fango''===
*Al PSI non mancava in un momento cruciale – o almeno così parve – il vigore del suo leader. Gli venne invece meno, il 24 febbraio 1990, uno dei suoi personaggi simbolici, il vegliardo [[Sandro Pertini]]: che si spense quietamente, dopo le tante tempeste d'una lunga, coraggiosa e onesta vita, e dopo tante impennate generose. Era stato, nei suoi anni al Quirinale, più il nonno che il padre della Patria: del nonno aveva il piglio, con la sua pipa, le sue sgridate, le sue lodi, i suoi baci: anche con qualche sua intemperanza bizzosa, mai cattiva. Gli italiani lo rimpiansero con affetto fervido e spontaneo. All'estremo saluto – solenne e commosso – che l'Italia diede al socialista cristallino e al Presidente indimenticabile, mancò, per renderlo più toccante, solo una presenza: quella di Sandro Pertini, se avesse potuto seguire il suo funerale.