Indro Montanelli: differenze tra le versioni

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*Quattr'anni e mezzo orsono, quando questo giornale nacque, un «ragazzo del '68» (con tante scuse a quelli veri, del '99), Mario Capanna, oggi gerarchetto regionale (che belle carriere, questi rivoluzionari!), dichiarò che, come nemici del «pubblico» e del «sociale» e come assertori del «privato», e quindi della reazione, noi saremmo diventati il più bel museo della città, dove babbi e mamme avrebbero potuto condurre in gita ricreativa i loro figlioletti per mostrargli, dal vivo, com'erano buffi i loro nonni e bisnonni: noi. Bene. Se il vento seguita a soffiare come soffia, saremo noi che di qui a un po' condurremo i nostri figlioletti dal signor Capanna per mostrargli com'erano buffi i loro nonni e bisnonni di dieci anni fa. Ma non lo faremo. Lo spettacolo di questi ragazzi-prodigio abortiti, di questi barricadieri con pancia e cellulite che credevano di camminare con la Storia, e invece camminavano solo con la moda, non ha nulla di edificante. (16 gennaio 1979)
 
*Per i «falchi» del Pci, ligi a Mosca, [[Enrico Berlinguer|Berlinguer]] era ormai un personaggio scomodo e pericoloso, specie da quando aveva cominciato ad allentare gli ormeggi che lo legavano allaa casa-madreMosca. Gli era perfino scappato di dire in(a una[[Giampaolo intervistaPansa|Pansa]]) che voleva per l'Italia un regime comunista, ma sotto l'ombrello della Nato, che la tenesse al riparo dalle soperchierie del padrone sovietico: la più grave e blasfema di tutte le eresie in cui un capo comunista possa incorrere. (12 giugno 1984)
 
*{{NDR|Berlusconi}} In tutti questi anni che è stato con noi, {{NDR|Berlusconi}} si è sempre comportato nella maniera più signorile, ed anche in questa circostanza ci ha dato le più ampie garanzie. (14 aprile 1987)
 
*La fine del Muro è una cosa buona, la fine di una vergogna: non possiamo che salutarla con soddisfazione. Ma guardiamoci dal prendere abbaglio sui suoi moventi. Ulbricht concepì e Honecker realizzò il muro per impedire che i tedeschi dell'Est fuggissero in massa nella Germania dell'Ovest: già 9 (diconsi nove) milioni lo avevano fatto fin allora. E il rimedio fu, come tutti quelli che escogitano nei regimi totalitari, drastico e semplicistico: murare viva la gente dietro una colata di cemento, senza pertugi. [...] Abbiamo in uggia le astrazioni. Ma ciò che distingueva le due Germanie è l'idea morale e giuridica dell'uomo: che a Ovest è padrone di se stesso, e quindi può andaresene dove vuole: ad Est è proprietà dello Stato che ne regola i movimenti. Per chi non ricorda questo, il Muro di Berlino era, oltre che barbaro, incomprensibile e irrazionale: mentre invece ha obbedito a una sua logica. Nel momento in cui il bunker si affoscia e si sopravvive come mero ammasso di cemento ricordandoci un altro bunker, quello che fece da fossa di [[Adolf Hitler|Hitler]] (anche questo pare impossibile: ma i regimi in Germania muoiono nei bunker), il Muro va ricordato per ciò che è stato: non un'aberrazione del comunismo, ma una sua conseguente applicazione. E se crolla così, nel silenzio assordante di un giornale-radio, è perché è crollata, prima, l'ideologia che lo aveva eretto. (10 novembre 1989)